mercoledì 16 marzo 2011

Trilogia degli occhiali

Quanto è difficile essere coscienti del tempo e della propria condizione! “Trilogia degli occhiali” di Emma Dante è al San Ferdinando di Napoli, fino al 6 febbraio. La nuova produzione arriverà a Noto, il 12 maggio. “La trilogia è composta di tre spettacoli - scrive Emma Dante - autonomi ma indissolubilmente legati da temi di marginalità: povertà, vecchiaia e malattia.” Il primo corto “Acquasanta” racconta di un marinaio (Carmine Maringola) alle prese con il duro lavoro su una nave. Ha la bava alla bocca, lavora in continuazione. Preso in giro dal suo capitano e dalla tempesta, non crede nella liberazione della terra ferma. Parla in napoletano, si muove come una marionetta. Le tre ancore che lo muovono, come i tre episodi, sono nelle mani di un capo invisibile. Canzoni italiane popolari tra gli anni ’30 e ’60 accompagnano gli attori, carillon e luci tenui preparano al secondo corto, mentre il pubblico si sposta all’interno del teatro. In “Castello della Zisa”, due suore, interpretate da Claudia Benassi e Stéphanie Taillandier, si vestono. Riescono lentamente e con concitazione, tra giochi e cure, a ridare vita ad un folle. Nicola (Onofrio Zummo) sta seduto, dimenticato, strappato alla zia nel quartiere popolare della Zisa. Ma la sua foga diventa irrefrenabile. Devono contenerlo nelle sue esagerazioni. Recitato in palermitano e in francese, questo magico episodio rievoca le scene del teatro sperimentale dell’emarginazione, caro a Pippo del Bono. Una vecchia raccoglie i carillon  sistemati sulla scena. Ha inizio così “Ballarini”, il terzo corto. Due vecchi (Elena Borgogni e Sabino Civilleri), resi storpi dal tempo, ballano con movimenti lentissimi. Ma la loro danza si fa più agile, convinta. E così si risale a ritroso al giorno del loro primo incontro e alle tappe fondamentali della loro vita. La vecchia donna, sola, si spegne lentamente.

Giuseppe Acconcia
La Sicilia
febbraio 2011

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