tag:blogger.com,1999:blog-57145136844854614392024-02-08T05:07:39.174+01:00strade dell'estdi Giuseppe AcconciaGiuseppe Acconciahttp://www.blogger.com/profile/03169371726121277832noreply@blogger.comBlogger636125tag:blogger.com,1999:blog-5714513684485461439.post-57721571738788877902021-02-19T20:45:00.003+01:002021-02-19T20:45:49.993+01:00Libia, dieci anni dopo: tra caos, milizie e business delle migrazioni<p>di Giuseppe Acconcia</p><p><span style="background-color: white; color: #222222; font-family: Verdana, Geneva, sans-serif; font-size: 16px;"><a href="https://www.nigrizia.it/notizia/libia-dieci-anni-dopo-tra-caos-milizie-e-business-delle-migrazioni">Festeggiamenti</a> in piazza dei Martiri a Tripoli hanno accompagnato i dieci anni dalle</span><span style="background-color: white; color: #222222; font-family: Verdana, Geneva, sans-serif; font-size: 16px;"> </span><a href="https://www.nigrizia.it/notizia/salta-anche-gheddafi" style="box-sizing: border-box; color: #4db2ec; font-family: Verdana, Geneva, sans-serif; font-size: 16px; text-decoration-line: none;">prime manifestazioni dei ribelli di Bengasi</a><span style="background-color: white; color: #222222; font-family: Verdana, Geneva, sans-serif; font-size: 16px;">, capoluogo della Cirenaica, il 17 febbraio 2011, che hanno sancito la fine dell’era</span><span style="background-color: white; color: #222222; font-family: Verdana, Geneva, sans-serif; font-size: 16px;"> </span><a href="https://www.nigrizia.it/notizia/il-gheddafi-che-non-ti-aspetti" style="box-sizing: border-box; color: #4db2ec; font-family: Verdana, Geneva, sans-serif; font-size: 16px; text-decoration-line: none;">Gheddafi.</a><span style="background-color: white; color: #222222; font-family: Verdana, Geneva, sans-serif; font-size: 16px;"> </span><span style="background-color: white; color: #222222; font-family: Verdana, Geneva, sans-serif; font-size: 16px;">Eppure, come per</span><span style="background-color: white; color: #222222; font-family: Verdana, Geneva, sans-serif; font-size: 16px;"> </span><a href="https://www.nigrizia.it/notizia/rivoluzioni-in-stand-by" style="box-sizing: border-box; color: #4db2ec; font-family: Verdana, Geneva, sans-serif; font-size: 16px; text-decoration-line: none;">altre “primavere arabe”</a><span style="background-color: white; color: #222222; font-family: Verdana, Geneva, sans-serif; font-size: 16px;">, anche in Libia c’è molto poco da festeggiare.</span></p><p style="background-color: white; box-sizing: border-box; color: #222222; font-family: Verdana, Geneva, sans-serif; font-size: 16px; margin-bottom: 26px; margin-top: 0px; overflow-wrap: break-word;">Dopo dieci anni il paese è nel caos, è uno stato fallito, in mano a migliaia di miliziani, impegnati in una guerra per procura infinita tra i rimanenti del jihadismo che ha incluso anche lo Stato islamico (Isis), la guerra per il controllo dei terminal petroliferi e il business delle migrazioni che continua ad arricchire trafficanti senza scrupoli. «Sono stati dieci anni di uccisioni e paura. Tutto questo deve finire», ha dichiarato un manifestante in piazza dei Martiri a<em style="box-sizing: border-box;"><a href="https://www.france24.com/en/tv-shows/the-debate/20210217-can-libya-move-on-new-plan-to-end-ten-years-of-fighting" style="background-color: transparent; box-sizing: border-box; color: #4db2ec; text-decoration-line: none;"> France24</a></em>.</p><p style="background-color: white; box-sizing: border-box; color: #222222; font-family: Verdana, Geneva, sans-serif; font-size: 16px; margin-bottom: 26px; margin-top: 0px; overflow-wrap: break-word;"><strong style="box-sizing: border-box;">Da dieci anni ostaggio delle milizie</strong><strong style="box-sizing: border-box;"> </strong></p><p style="background-color: white; box-sizing: border-box; color: #222222; font-family: Verdana, Geneva, sans-serif; font-size: 16px; margin-bottom: 26px; margin-top: 0px; overflow-wrap: break-word;">E così, alla vigilia di questo anniversario che ha dato il via a <a href="https://www.nigrizia.it/notizia/spiragli-di-pace" style="background-color: transparent; box-sizing: border-box; color: #4db2ec; text-decoration-line: none;">dieci anni di instabilità</a> per il paese ricco di petrolio, il Segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, oltre a chiedere il rispetto del cessate il fuoco, raggiunto lo scorso ottobre, aveva auspicato il monitoraggio e il contenimento della presenza di miliziani civili e militari.</p><p style="background-color: white; box-sizing: border-box; color: #222222; font-family: Verdana, Geneva, sans-serif; font-size: 16px; margin-bottom: 26px; margin-top: 0px; overflow-wrap: break-word;">Secondo l’ex inviata delle Nazioni Unite per la Libia, Stephanie Williams, sarebbero almeno 20mila i <a href="https://www.nigrizia.it/notizia/la-guerra-degli-eserciti-stranieri" style="background-color: transparent; box-sizing: border-box; color: #4db2ec; text-decoration-line: none;">militari stranieri e i mercenari</a> a praticare una “scioccante violazione della sovranità libica”. Questo è particolarmente valido per le città di Derna e Sirte.</p><p style="background-color: white; box-sizing: border-box; color: #222222; font-family: Verdana, Geneva, sans-serif; font-size: 16px; margin-bottom: 26px; margin-top: 0px; overflow-wrap: break-word;">Soprattutto la città natale del colonnello, Muammar Gheddafi, è stata tra i centri della presenza di fuoriusciti jihadisti dal conflitto in Siria e il cuore dell’alleanza con i rimanenti del vecchio regime che mai hanno accettato la fine tragica dell’ex uomo forte del paese.</p><p style="background-color: white; box-sizing: border-box; color: #222222; font-family: Verdana, Geneva, sans-serif; font-size: 16px; margin-bottom: 26px; margin-top: 0px; overflow-wrap: break-word;">A sottolineare i “progressi”, fatti negli ultimi mesi e in attesa delle elezioni politiche che si dovrebbero svolgere entro dicembre 2021, ci ha pensato anche il nuovo inviato speciale delle Nazioni Unite della missione in Libia (Unsmil), Jan Kubis, che ha visitato Tripoli per la prima volta dopo il suo insediamento lo scorso gennaio, incontrando il premier del governo, riconosciuto dalla comunità internazionale, Fayez al-Sarraj.</p><p style="background-color: white; box-sizing: border-box; color: #222222; font-family: Verdana, Geneva, sans-serif; font-size: 16px; margin-bottom: 26px; margin-top: 0px; overflow-wrap: break-word;">Dopo l’incontro, al-Sarraj è riapparso sui media libici di ritorno da un breve viaggio a Roma dove ha subito un’operazione, durante il quale ha delegato temporaneamente i poteri al suo vice, Ahmed Maitig. </p><p style="background-color: white; box-sizing: border-box; color: #222222; font-family: Verdana, Geneva, sans-serif; font-size: 16px; margin-bottom: 26px; margin-top: 0px; overflow-wrap: break-word;">I disastrosi attacchi della Nato, guidati da Francia e Gran Bretagna nell’agosto del 2011 hanno aperto alla spaccatura del paese fino alla cattura e all’<a href="https://www.nigrizia.it/notizia/ucciso-gheddafi" style="background-color: transparent; box-sizing: border-box; color: #4db2ec; text-decoration-line: none;">uccisione di Gheddafi</a> nell’ottobre dello stesso anno, in circostanze ancora da chiarire.</p><p style="background-color: white; box-sizing: border-box; color: #222222; font-family: Verdana, Geneva, sans-serif; font-size: 16px; margin-bottom: 26px; margin-top: 0px; overflow-wrap: break-word;">Per superare l’attuale tripartizione tra Cirenaica, Tripolitania e deserto del Fezzan – culminata negli accordi di Skhirat, raggiunti in Marocco nel 2015 – e per dare seguito al cessate il fuoco dello scorso ottobre, un faticoso accordo per la formazione di un governo di unità nazionale – composto da un Consiglio di presidenza, che include tre membri, e un nuovo primo ministro – è stato raggiunto a inizio febbraio con la mediazione delle Nazioni Unite, dopo cinque giorni di colloqui a Ginevra.</p><p style="background-color: white; box-sizing: border-box; color: #222222; font-family: Verdana, Geneva, sans-serif; font-size: 16px; margin-bottom: 26px; margin-top: 0px; overflow-wrap: break-word;">Mohamed Younes Menfi, ex ambasciatore in Grecia, sarà la nuova guida del Consiglio presidenziale, mentre Abdul Hamid Mohammed Dbeibah, uomo d’affari di Misurata, sarà il primo ministro <em style="box-sizing: border-box;">ad interim</em>. I politici scelti per il governo di transizione, secondo l’accordo di Ginevra, non prenderanno parte alle elezioni di dicembre, mentre il 30% del nuovo esecutivo dovrebbe essere composto da donne. </p><p style="background-color: white; box-sizing: border-box; color: #222222; font-family: Verdana, Geneva, sans-serif; font-size: 16px; margin-bottom: 26px; margin-top: 0px; overflow-wrap: break-word;"><strong style="box-sizing: border-box;">Una guerra per procura</strong></p><p style="background-color: white; box-sizing: border-box; color: #222222; font-family: Verdana, Geneva, sans-serif; font-size: 16px; margin-bottom: 26px; margin-top: 0px; overflow-wrap: break-word;">La scorsa primavera, Usa e Russia avevano deciso di bloccare la risoluzione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite per un cessate il fuoco globale per la pandemia da coronavirus, quando Guterres aveva chiesto di deporre le armi nei conflitti in corso. E così in Libia, nonostante la pandemia, sono continuati i combattimenti mentre si aggravava la crisi umanitaria, che ha coinvolto sfollati interni e rifugiati, nonostante la tregua preliminare, già discussa alla conferenza di Berlino del gennaio 2020.</p><p style="background-color: white; box-sizing: border-box; color: #222222; font-family: Verdana, Geneva, sans-serif; font-size: 16px; margin-bottom: 26px; margin-top: 0px; overflow-wrap: break-word;">A spartirsi il paese, ci sono da una parte l’esercito e le milizie di Misurata, appoggiate da Turchia e Qatar, che hanno sostenuto il governo di accordo nazionale di al-Sarraj, con sede a Tripoli, continuando a combattere contro il generale Khalifa Haftar, appoggiato invece da Egitto, Emirati Arabi Uniti, Russia – grazie ai contractors del gruppo Wagner – e dalle milizie 210 e 604.</p><p style="background-color: white; box-sizing: border-box; color: #222222; font-family: Verdana, Geneva, sans-serif; font-size: 16px; margin-bottom: 26px; margin-top: 0px; overflow-wrap: break-word;">La <a href="https://www.nigrizia.it/notizia/il-conflitto-libico-si-trasferisce-a-bangui" style="background-color: transparent; box-sizing: border-box; color: #4db2ec; text-decoration-line: none;">guerra per procura di Turchia e Russia</a> e l’intenzione di spartirsi il paese da parte delle due grandi potenze regionali nascondono due idee diverse di Libia, costrette a dialogare dopo i tentativi di riavvicinamento tra Arabia Saudita e Qatar: una, radicata nelle milizie di Misurata e nel sogno del presidente turco Recep Tayyip Erdogan che la fine di Gheddafi abbia sancito una svolta verso l’islamismo politico a Tripoli, e l’altra, sostenuta senza tregua dal presidente russo Vladimir Putin, che vede la Cirenaica come un’estensione del regime militare del Cairo.</p><p style="background-color: white; box-sizing: border-box; color: #222222; font-family: Verdana, Geneva, sans-serif; font-size: 16px; margin-bottom: 26px; margin-top: 0px; overflow-wrap: break-word;">E così non si contano ormai i tentativi degli ultimi anni di conquistare Tripoli lanciati dal nemico-amico di Gheddafi, il <a href="https://www.nigrizia.it/notizia/libia-lisolamento-del-generale-haftar" style="background-color: transparent; box-sizing: border-box; color: #4db2ec; text-decoration-line: none;">generale Khalifa Haftar</a>, che aspirando a controllare il fragile parlamento di Tobruk, ha provato ad arrivare fino alla città di Tarhuna, 70 chilometri a sud-est di Tripoli, riuscendo a controllarla per alcune settimane grazie all’accordo con i fratelli Kani, coinvolti in casi di criminalità e corruzione.</p><p style="background-color: white; box-sizing: border-box; color: #222222; font-family: Verdana, Geneva, sans-serif; font-size: 16px; margin-bottom: 26px; margin-top: 0px; overflow-wrap: break-word;">Grazie al sostegno turco, di miliziani turcomanni e siriani, al-Sarraj ha tentato di rafforzare invece il suo controllo sulla Tripolitania, incluso l’aeroporto di Mitiga. Nonostante questo, Haftar ha tentato più volte lo scorso anno di <a href="https://www.nigrizia.it/notizia/libia-riprende-loffensiva-su-tripoli-preoccupa-il-blocco-dei-pozzi-petroliferi" style="background-color: transparent; box-sizing: border-box; color: #4db2ec; text-decoration-line: none;">attaccare il centro di Tripoli</a>, innescando la reazione dell’esercito di al-Sarraj che è avanzato verso il confine con Tunisia e verso Sirte, mentre diminuivano i droni cinesi Wing Loong, controllati dagli Emirati, nei cieli di Tripoli e Misurata, e aumentavano gli aerei turchi senza pilota Bayraktar.</p><p style="background-color: white; box-sizing: border-box; color: #222222; font-family: Verdana, Geneva, sans-serif; font-size: 16px; margin-bottom: 26px; margin-top: 0px; overflow-wrap: break-word;"><strong style="box-sizing: border-box;">Il business delle migrazioni</strong></p><p style="background-color: white; box-sizing: border-box; color: #222222; font-family: Verdana, Geneva, sans-serif; font-size: 16px; margin-bottom: 26px; margin-top: 0px; overflow-wrap: break-word;">A fare le spese del caos che vige nel paese sono come sempre prima di tutto i migranti. Con il fallimento delle missioni europee Frontex, EuNavforMed e Sophia, criminali e trafficanti sono stati accreditati da molti paesi europei, <a href="https://www.nigrizia.it/notizia/trappola-mortale-per-i-migranti" style="background-color: transparent; box-sizing: border-box; color: #4db2ec; text-decoration-line: none;">Italia <em style="box-sizing: border-box;">in primis</em></a>, mentre il paese diventava una prigione a cielo aperto e i centri di accoglienza locali venivano trasformati in<a href="https://www.nigrizia.it/notizia/emergenza-libia-il-ruolo-dellunhcr" style="background-color: transparent; box-sizing: border-box; color: #4db2ec; text-decoration-line: none;"> luoghi di tortura</a> per rifugiati e migranti.</p><p style="background-color: white; box-sizing: border-box; color: #222222; font-family: Verdana, Geneva, sans-serif; font-size: 16px; margin-bottom: 26px; margin-top: 0px; overflow-wrap: break-word;">Persone che provengono dal Mali e da altri paesi dell’Africa occidentale, o in fuga dall’Eritrea, o profughi siriani e palestinesi i cui documenti sono stati strappati dal generale egiziano Abdel Fattah al-Sisi, e tacciati al Cairo di essere oppositori politici e sostenitori dei Fratelli musulmani.</p><p style="background-color: white; box-sizing: border-box; color: #222222; font-family: Verdana, Geneva, sans-serif; font-size: 16px; margin-bottom: 26px; margin-top: 0px; overflow-wrap: break-word;">I miliziani hanno iniziato a gestire il passaggio dei migranti dai valichi di frontiera e a vendere per migliaia di euro posti in imbarcazioni fatiscenti che hanno trasformato il Mediterraneo in un cimitero per migranti.</p><p style="background-color: white; box-sizing: border-box; color: #222222; font-family: Verdana, Geneva, sans-serif; font-size: 16px; margin-bottom: 26px; margin-top: 0px; overflow-wrap: break-word;">L’ultima emergenza è di pochi giorni fa, quando un’imbarcazione è affondata al largo della Tunisia, causando un morto e 22 dispersi, mentre Open Arms in meno di 24 ore ha tratto in salvo prima 40 e poi 106 migranti. Soltanto la scorsa settimana sono stati circa 1.500 i migranti fermati dalla corrotta guardia costiera libica e altri 500 sono sbarcati a Lampedusa. </p><p style="background-color: white; box-sizing: border-box; color: #222222; font-family: Verdana, Geneva, sans-serif; font-size: 16px; margin-bottom: 26px; margin-top: 0px; overflow-wrap: break-word;"><br /></p>Giuseppe Acconciahttp://www.blogger.com/profile/03169371726121277832noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5714513684485461439.post-53063880356177182142018-02-03T19:24:00.000+01:002018-02-03T19:24:09.814+01:00Tutta la verità sull'ultimo articolo di Giulio Regeni<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiirFGYYAMYWq6PJVnHcIiM0BTzVtaZnXYd4g2XMf1XSjDdPSEqbX9tcrWi4UlP5RfzFuxCegoYfsG6GPLw0XXR0Rddbyw4OWKmlmiIwPV7fS7socCrZltJr93LOuHTczw7Ndh6gEqF93I/s1600/regeni-due-anni-poster-il-manifesto.png" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1047" data-original-width="651" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiirFGYYAMYWq6PJVnHcIiM0BTzVtaZnXYd4g2XMf1XSjDdPSEqbX9tcrWi4UlP5RfzFuxCegoYfsG6GPLw0XXR0Rddbyw4OWKmlmiIwPV7fS7socCrZltJr93LOuHTczw7Ndh6gEqF93I/s320/regeni-due-anni-poster-il-manifesto.png" width="198" /></a></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 12.0pt;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 12.0pt;">di
Giuseppe Acconcia<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 12.0pt;">Conobbi
Francesco De Lellis in occasione di un incontro sulla Tunisia al MAAM, uno
spazio culturale nella periferia di Roma, ad inizio 2015. Alla fine del
dibattito mi parlò della sua tesi di dottorato sui sindacati dei contadini in
Egitto e della sua imminente partenza per il Cairo. Gli dissi che il tema mi
sembrava molto interessante perché si trattava, anche secondo me, di uno dei
risultati più significativi delle rivolte del 2011. Aggiunse che avrebbe voluto
proporre degli articoli per il manifesto e gli dissi che mi avrebbe fatto
piacere leggerli e ne avrei parlato con la redazione. Sin dal febbraio 2011 ho
lavorato come corrispondente del giornale dal Cairo e sono stato accreditato per
il manifesto alla televisione di Stato egiziana (Maspiro). <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 12.0pt;">Nel
luglio di quello stesso anno, in occasione del secondo anniversario dal colpo
di stato egiziano del 2013, Francesco De Lellis e Gianni Del Panta mandarono il
loro contributo dal Cairo, che venne pubblicato in quei giorni, sullo stato
delle fragili lotte sindacali egiziane in un contesto di grave repressione.
Anche Gianni era un dottorando che si occupava dei movimenti fioriti dopo le
rivolte del 2011 e stava trascorrendo un periodo di ricerca al Cairo. Conobbi
Gianni ai margini della presentazione del mio libro “Egitto. Democrazia
militare” in occasione del Festival Middle East Now a Firenze. Anche lui mi
raccontò che si stava occupando di sindacati in Egitto, Tunisia e Algeria per
la sua ricerca all'Università di Siena. Gli parlai di Francesco e gli dissi di
contattarlo. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 12.0pt;">Nell'autunno
del 2015, Francesco De Lellis mi scrisse per proporre un secondo articolo,
sempre scritto a quattro mani, questa volta con un altro dottorando, Giulio
Regeni. Mi disse che Giulio stava svolgendo un dottorato di ricerca per
l'Università di Cambridge e anche lui si stava occupando dei sindacati
egiziani. Questa volta mi disse che avrebbero preferito pubblicare l'articolo
con uno pseudonimo e che avrebbero preso parte ad una riunione sindacale nel
dicembre dello stesso anno al Cairo. Gli chiesi perché avrebbero voluto usare uno
pseudonimo e perché non lo avevano chiesto in precedenza. Mi disse che non si
trattava di una paura specifica ma di un timore generico legato alla situazione
di repressione in Egitto. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 12.0pt;">Francesco
mi inviò l'articolo, si trattava di un ottimo lavoro. E quindi lo mandai in
redazione al manifesto. L'articolo rimase per alcune settimane in coda al desk
del manifesto. In quel momento nessuno si stava più occupando di repressione in
Egitto. Sollecitai molte volte Simone Pieranni, al desk esteri del manifesto,
perché pubblicasse l'articolo. Alle richieste di Francesco De Lellis sulla
mancata pubblicazione risposi che in ogni caso l'articolo sarebbe uscito al
massimo il 25 gennaio 2016 in occasione del quinto anniversario dalle proteste
di piazza Tahrir del 2011 al Cairo. Francesco mi disse che avrebbe provato a
inviare l'articolo anche ad altri siti online che avrebbero forse pubblicato il
reportage anche prima del 25 gennaio.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 12.0pt;">Nel
frattempo, in una chat con Gennaro Gervasio, che si occupa da anni della
sinistra egiziana, anche lui mi parlò
dell'ottimo lavoro di Francesco e Giulio. In particolare mi raccontò di quanto fosse
meticolosa la ricerca di Giulio. Proprio
la sera in cui ci scrivemmo Francesco e Giulio sarebbero andati a trovarlo a
casa perché non si sentiva bene.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 12.0pt;">Quando
il 31 gennaio 2016 venne diffusa pubblicamente la notizia della scomparsa,
avvenuta sei giorni prima, di Giulio Regeni, ricordai ancora una volta al
vicedirettore del giornale, Tommaso Di Francesco, che avevamo l'articolo di
Francesco e Giulio in attesa di pubblicazione. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 12.0pt;">Francesco
e Gennaro mi chiesero di mantenere un profilo basso in attesa di notizie sulla
scomparsa di Giulio Regeni. Ma con il passare dei giorni il clima era sempre
più fosco. Il giorno dopo il ritrovamento del cadavere di Giulio che avvenne il
3 febbraio 2016, esattamente due anni fa, Tommaso Di Francesco mi disse che
l'articolo sarebbe stato pubblicato. Confermò che sarebbe uscito anche dopo la
diffida a pubblicare che arrivò il giorno stesso in redazione da parte dell'avvocato
della famiglia Regeni. Il 5 febbraio 2016, uscì sul manifesto “<a href="https://ilmanifesto.it/in-egitto-la-seconda-vita-dei-sindacati-indipendenti/">In
Egitto la seconda vita dei sindacati indipendenti</a>” a firma di Giulio
Regeni. Venni a sapere in seguito che una prima versione dell'articolo era già stata
pubblicata a gennaio dal sito <a href="http://nena-news.it/legitto-degli-scioperi-cerca-lunita-sindacale/">Nena
News</a> di Michele Giorgio, giornalista del
manifesto.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, sans-serif; font-size: 12pt;">L'unica cosa che
mi sentii di dichiarare dopo aver appreso la terribile notizia della sua morte ad
una giornalista di Radio Popolare che mi interpellò fu proprio che Giulio Regeni:
"Aveva paura per la sua incolumità". Arrivai a questa conclusione
perché quando inviarono il loro articolo Giulio e Francesco chiesero di usare
uno pseudonimo, cosa che non era avvenuta in precedenza. <o:p></o:p></span></div>
<br />
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, sans-serif; font-size: 12pt;">Il 25 febbraio 2016 mi recai dagli inquirenti a Roma per
consegnare le 16 pagine di chat che avevo avuto nelle settimane precedenti con
Francesco De Lellis in merito all'articolo che proposero al manifesto. Dopo la
mia decisione di sfidare quel contesto di silenzi e paure e poco prima di
rilasciare un'intervista alla Rai sul caso Regeni, Tommaso di Francesco mi
chiese di non fare mai menzione delle responsabilità italiane. </span><span style="font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 12.0pt;">Credo che a due anni
dal ritrovamento del cadavere del brillante ricercatore friulano anche questa
mia esperienza personale sia importante da raccontare per spiegare quanto siano
state forti le pressioni italiane affinché non si facesse troppo “rumore” con
il Cairo dopo la scomparsa di Giulio.<o:p></o:p></span></div>
</div>
Giuseppe Acconciahttp://www.blogger.com/profile/03169371726121277832noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5714513684485461439.post-11015577620442467942017-03-28T18:08:00.001+02:002017-03-28T18:08:28.247+02:00Il Grande Iran<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhz2icQRtpRyoQoTHwmnHu55XR7TMh37PiZb1btrNyyTze7Uop66tQvR7iv7pnjd-6YU03-WsA6Cf25jM3puoIcyGFlsJM3Y9Ms9oSsNrGzHMtsTVnLGpDYBI7PqAPXR2BziA-7K-7NeI8/s1600/Schermata+2016-10-07+alle+15.40.26.png" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhz2icQRtpRyoQoTHwmnHu55XR7TMh37PiZb1btrNyyTze7Uop66tQvR7iv7pnjd-6YU03-WsA6Cf25jM3puoIcyGFlsJM3Y9Ms9oSsNrGzHMtsTVnLGpDYBI7PqAPXR2BziA-7K-7NeI8/s320/Schermata+2016-10-07+alle+15.40.26.png" width="210" /></a></div>
Trovate in tutte le librerie italiane e su tutte le principali piattaforme online il mio ultimo libro: il Grande Iran (Exorma, 2016), prefazione di Mouhammad Tolouei. Da non perdere!</div>
Giuseppe Acconciahttp://www.blogger.com/profile/03169371726121277832noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5714513684485461439.post-77543653298147731372016-12-28T19:11:00.001+01:002016-12-30T15:24:20.491+01:00Perché è stato ucciso Giulio Regeni<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgfxQ-oBuE9iFa4d8_ODxtLnouYGJZ2cKZ7xg_-3xtsYYDdZcghxUTS6W_hp9MYSV8Q6Dw2UbG-T7IiFhtWpa_AIE77D25mFQTSblW8Nd-K4qL-zSYAy61YXsBJTrYbnIliEIUwHKiDLD8/s1600/860681_Giulio-Regeni-by-El-Teneenedited.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="212" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgfxQ-oBuE9iFa4d8_ODxtLnouYGJZ2cKZ7xg_-3xtsYYDdZcghxUTS6W_hp9MYSV8Q6Dw2UbG-T7IiFhtWpa_AIE77D25mFQTSblW8Nd-K4qL-zSYAy61YXsBJTrYbnIliEIUwHKiDLD8/s320/860681_Giulio-Regeni-by-El-Teneenedited.jpg" width="320" /></a></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify;">
<span style="font-size: 12.0pt; mso-bidi-font-family: Calibri; mso-bidi-theme-font: minor-latin;">Omicidio politico o attacco alla libertà di ricerca. Almeno 19 casi mai denunciati prima di lui</span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify;">
<span style="font-size: 12.0pt; mso-bidi-font-family: Calibri; mso-bidi-theme-font: minor-latin;"><br /></span>
<span style="font-size: 12.0pt; mso-bidi-font-family: Calibri; mso-bidi-theme-font: minor-latin;">di Giuseppe Acconcia<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify;">
<span style="font-size: 12.0pt; mso-bidi-font-family: Calibri; mso-bidi-theme-font: minor-latin;">La ricerca della verità nel caso
Regeni è quanto mai complessa e, fin qui, sembra non aver portato risultati
significativi. Cerchiamo in questo articolo di togliere il fumo negli occhi che
i divieti e le prese di posizione hanno fin qui imposto a chi si è occupato del
caso. Sono tante le domande che si possono formulare per arrivare ad una chiara
definizione dello svolgimento dei fatti che hanno portato alla tortura e morte
del giovane dottorando italiano, il cui cadavere è stato ritrovato al Cairo il
3 febbraio 2016. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify;">
<span style="font-size: 12.0pt; mso-bidi-font-family: Calibri; mso-bidi-theme-font: minor-latin;">La prima e più importante riguarda chi
sia stato ad ucciderlo. La risposta va ricercata nel sistema di potere
egiziano, nei vertici della polizia e della Sicurezza di Stato. Forse mai
sapremo chi ha di fatto commesso il delitto ma vale la pena continuare a
chiedere di sapere il suo nome e cognome. La seconda domanda, non meno
rilevante, riguarda il perché Giulio Regeni è stato ucciso. A questa domanda
tenteremo di rispondere di seguito.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify;">
<b><span style="font-size: 12.0pt; mso-bidi-font-family: Calibri; mso-bidi-theme-font: minor-latin;">Delitto
politico o attacco alla libertà di ricerca? <o:p></o:p></span></b></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify;">
<span style="font-size: 12.0pt; mso-bidi-font-family: Calibri; mso-bidi-theme-font: minor-latin;">Questa domanda comporta una
riflessione ulteriore che si riferisce al tipo di atto criminale che è stato
commesso e con quali fini. La morte di Giulio Regeni, secondo alcuni, è stato
un delitto politico. Queste tesi si riferiscono direttamente ai temi della
ricerca sui sindacati indipendenti che stava svolgendo in Egitto. Secondo
altri, si tratta di un attacco agli stranieri e alla libertà di ricerca (e di
informazione). In questo caso, sarebbe il suo dottorato per l’Università di
Cambridge ad aver messo in pericolo il dottorando italiano. Evidentemente non è
facile schierarsi su questo punto e forse è anche inutile perché sono vere
entrambe le ipotesi e l’una non esclude l’altra. Giulio Regeni potrebbe essere
stato arrestato come è capitato ad altri egiziani che sono stati prelevati con
la forza durante il quinto anniversario delle rivolte di piazza Tahrir, lo
scorso 25 gennaio. A quel punto però l’arresto potrebbe essersi trasformato in
fermo proprio perché le sue attività di ricerca lo avevano reso noto alla
sicurezza egiziana.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify;">
<span style="font-size: 12.0pt; mso-bidi-font-family: Calibri; mso-bidi-theme-font: minor-latin;">Secondo recenti ricerche in corso, ci
sarebbero stati 19 casi di ricercatori, prima del caso Regeni, che hanno subìto
sorti simili in Egitto e di cui non si sa quasi nulla. A avvalorare questa tesi
ci sono due elementi emersi nelle indagini al Cairo. Uno si riferisce
all’ammissione della polizia del Cairo che è stato aperto un fascicolo su
Giulio Regeni prima della sua scomparsa: circostanza che è molto difficile da
confermare senza ragionevoli dubbi. L’altra è la denuncia, confermata dal capo
del sindacato degli ambulanti, Mohammed Abdallah, che ha confermato di aver riferito
alla polizia di una promessa di finanziamenti, avanzata da Giulio Regeni, tra
dicembre e gennaio. Qualsiasi finanziamento da enti stranieri a organizzazioni
non governative e sindacati è vietata dalla legge egiziana. Tuttavia, anche
questa denuncia sembra una giustificazione effimera per comprendere le ragioni
della morte di Giulio Regeni. Tanto che a molti altri analisti è venuto quasi
naturale di definire “sfortunato” lo studente italiano, in un contesto in cui
“l’eccezionalismo” accademico non aveva mai fatto registrare vittime. Eppure
ormai sappiamo che questo è più un mito che una realtà mentre il vero risiede
nel fatto che giornalisti, ricercatori e attivisti sono sempre state vittime
del regime egiziano dopo il golpe del 2013, spesso nel silenzio mediatico più
assordante. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify;">
<b><span style="font-size: 12.0pt; mso-bidi-font-family: Calibri; mso-bidi-theme-font: minor-latin;">Perché
è stato ucciso Giulio Regeni?<o:p></o:p></span></b></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify;">
<span style="font-size: 12.0pt; mso-bidi-font-family: Calibri; mso-bidi-theme-font: minor-latin;">Non è facile rispondere a questa
domanda. Ma ci proviamo nel modo più puntuale che ci è possibile a questo punto
delle indagini. Non abbiamo alcuna notizia sull’identificazione e l’eventuale
interrogatorio, o serie di interrogatori, che Giulio Regeni avrebbe potuto
subire durante l’arresto. Tuttavia, l’unico nome che è potuto venir fuori in
quella fase in cui chi lo ha fermato ha potuto vedere i suoi documenti e i suoi
tesserini universitari è Maha Abdelrahman. La supervisor di Giulio Regeni è una
ricercatrice brillante. Ha studiato i movimenti di opposizione al regime
egiziano non solo focalizzando la sua attenzione su piazza Tahrir ma
ricostruendo la lunga storia dell’antagonismo al regime di Mubarak prima, Morsi
e al-Sisi poi. Il suo testo <i>Egypt’s Long
Revolution Protests Movements and Uprisings</i> (Routledge, 2015), ricostruisce
come forse non ha mai fatto nessuno i rapporti politici tra i movimenti
egiziani, la natura debole delle coalizioni, i movimenti sindacali egiziani. La
professoressa Abdelrahman ha così costruito un insieme di contatti ottimi per
lo studio della sinistra egiziana, dei movimenti operai in contesti urbani e
periferici. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify;">
<span style="font-size: 12.0pt; mso-bidi-font-family: Calibri; mso-bidi-theme-font: minor-latin;">Uccidere uno dei suoi migliori
studenti è stato un modo per colpire Maha Abdelrahman e con lei l’intero mondo
della ricerca accademica che si occupa di Egitto. Da quel momento non si
contano i ricercatori che sono stati rimandati a casa in aeroporto al Cairo e neppure
si sa quanti studiosi abbiano cancellato i loro soggiorni in Egitto, come
conseguenza delle torture subite da Giulio Regeni.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify;">
<span style="font-size: 12.0pt; mso-bidi-font-family: Calibri; mso-bidi-theme-font: minor-latin;">Vari elementi confermano questa tesi.
Maha Abdelrahman e la collega Anne Alexander avevano scritto una lettera di
protesta contro le autorità egiziane per denunciare il grave deterioramento nel
rispetto dei diritti umani pochi giorni dopo l’annuncio della morte di Giulio
Regeni. La missiva aveva ottenuto migliaia di firme in tutto il mondo.
Tuttavia, l’iniziativa era subito stata bollata dalle autorità egiziane come
opera di “noti oppositori” al regime di al-Sisi. Quindi, prima ancora che la
raccolta firme acquisisse l’eco che meritava, già le autorità egiziane avevano
reagito per stigmatizzare il ruolo di oppositori dei primi firmatari.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify;">
<span style="font-size: 12.0pt; mso-bidi-font-family: Calibri; mso-bidi-theme-font: minor-latin;">Non solo, ad un certo punto delle
indagini, Maha Abdelrahman ha preferito non rispondere alle domande degli
inquirenti italiani. Questa evenienza ha delle spiegazioni logiche molto
chiare. Di sicuro implica un tentativo condivisibile di difendere la propria
privacy e la possibilità di tornare in Egitto. Ma soprattutto è il segno chiaro
di voler proteggere i suoi contatti. La docente è sparita dai social network
anche per non mettere in pericolo altre persone in Egitto che avrebbero potuto
essere arrestate dalle autorità egiziane.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify;">
<span style="font-size: 12.0pt; mso-bidi-font-family: Calibri; mso-bidi-theme-font: minor-latin;">Dire questo non significa in alcun
modo che Maha Abdelrahman abbia delle responsabilità perché mai prima di allora
si era verificata una tragedia così grave che avesse come vittima un giovane
dottorando straniero. È molto importante rimandare al mittente la cattiva
stampa che ha più volte puntato sulle responsabilità dei docenti nella morte
del dottorando italiano. Eppure chiarire questo punto implica una cosa sola:
Giulio Regeni è stato ucciso per intimorire e colpire la sua docente. Le piste
dell’omicidio politico e dell’attacco alla libertà di ricerca si sovrappongono.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify;">
<b><span style="font-size: 12.0pt; mso-bidi-font-family: Calibri; mso-bidi-theme-font: minor-latin;">C’è
stata una reazione adeguata delle autorità italiane?<o:p></o:p></span></b></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify;">
<span style="font-size: 12.0pt; mso-bidi-font-family: Calibri; mso-bidi-theme-font: minor-latin;">A questo punto è importante aggiungere
un secondo tassello. I carnefici di Giulio Regeni si aspettavano una reazione
forte da parte dei media e delle autorità italiane in seguito alla sua
scomparsa. Giulio Regeni era sì scomparso ma poiché straniero, e mai prima di
allora ci sono stati casi di stranieri desaparecidos, era quanto mai necessario
diffondere immediatamente la notizia. Questa reazione non c’è stata. La notizia
della scomparsa del ricercatore italiano è stata data in pasto ai media solo sei
giorni dopo:il 31 gennaio scorso. Questa attesa non ha aiutato il giovane. Si è
trattato di un errore di valutazione commesso dall’ambasciata italiana al Cairo
e dai suoi amici più vicini in Egitto, tra cui i ricercatori e studiosi Gennaro
Gervasio e Francesco De Lellis, chiusi da quel giorno in un silenzio assordante.
Un errore, forse comprensibile in quella fase concitata, ammesso da loro stessi
e confermato da Amr Assad e altri amici egiziani che invece avrebbero voluto o
hanno cercato di dare immediatamente la notizia ai media. Questa attesa ha
corroborato le false supposizioni dei carnefici di Giulio Regeni che avessero
tra le mani una spia o un attivista con connessioni internazionali che nessuno
ha reclamato dall’Italia.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify;">
<span style="font-size: 12.0pt; mso-bidi-font-family: Calibri; mso-bidi-theme-font: minor-latin;">Gli elementi che hanno ritardato la
reazione sono tanti. Il governo italiano a quel tempo non riteneva l’Egitto di
al-Sisi una dittatura, anzi il premier Renzi aveva definito al-Sisi un modello.
Al-Sisi era stato accolto a Roma come un grande statista con un dispiegamento
di sicurezza senza precedenti. Renzi è stato l'unico premier europeo a
partecipare al Summit economico di Sharm el-Sheikh nel 2015. Non solo, il
premier italiano ha definito al-Sisi in un discorso al parlamento europeo come
un «modello della lotta al terrorismo». In altre parole, dopo la Francia che
continua ad essere il primo alleato del Cairo, Roma è stato l'asse portante
della politica estera egiziana, soprattutto nelle fasi iniziali, quando era
forse ancora possibile limitare le pretese della giunta militare, ad
accreditare al-Sisi sulla scena internazionale. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify;">
<span style="font-size: 12.0pt; mso-bidi-font-family: Calibri; mso-bidi-theme-font: minor-latin; mso-fareast-font-family: Calibri;">In secondo
luogo, l'ambasciata italiana era diventata in molte occasioni il megafono degli
uomini del vecchio regime. Nelle prime ore della scomparsa di Giulio Regeni,
non sappiamo al momento esattamente quale ruolo abbia avuto l'ambasciata
italiana: se e quando ha avviato un negoziato con le autorità egiziane per il
rilascio di Regeni e a quale livello, quando ha avvertito la Farnesina e
l’Università di Cambridge, perché non ha voluto che la notizia venisse diffusa
pubblicamente. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify;">
<span style="font-size: 12.0pt; mso-bidi-font-family: Calibri; mso-bidi-theme-font: minor-latin; mso-fareast-font-family: Calibri;">Le uniche
cose che sappiamo sono che l’ex ministro dello Sviluppo economico, Federica
Guidi, ha annullato i colloqui bilaterali in corso al Cairo ed è rientrata in
Italia insieme alla delegazione di imprenditori presenti in Egitto, nel giorno
del ritrovamento del cadavere. Sappiamo poi che dopo essere stato richiamato a
Roma, l'8 aprile scorso, per consultazioni urgenti, l'ambasciatore italiano in
carica al momento del delitto ha ribadito in un'intervista rilasciata alla <i>Rai</i>
di essere stato il primo a vedere il cadavere di Regeni nell'obitorio di Sayeda Zeinab,
a conferma del suo impegno per la ricerca della verità anche se non siamo a
conoscenza nei particolari di quello che è avvenuto prima di questo: per
esempio quali circostanze hanno reso possibile il ritrovamento del cadavere?<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify;">
<br /></div>
<br />
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify;">
<span style="font-size: 12.0pt; mso-bidi-font-family: Calibri; mso-bidi-theme-font: minor-latin;">Questi ritardi nella reazione alla
scomparsa di Giulio Regeni confermano una volta di più quanto stampa e ricerca
viaggino su binari distinti. In casi simili, la scomparsa di vari giornalisti è
stata resa nota immediatamente dai media di tutto il mondo. E questo ha permesso
in molti casi che venissero salvate le loro vite. In questo caso invece, il
muro contro muro tra accademici e giornalisti ha reso per mesi minato il campo
della ricerca di questa parte della verità. E quindi è necessario aggiungere
qui che chiarire questi punti non implica in nessun modo ridimensionare i
crimini commessi e le denunce per i gravi abusi delle autorità egiziane: le
uniche responsabili materiali del delitto. Il mondo accademico si sta
finalmente interrogando in modo sistematico sulla sicurezza dei ricercatori in
Medio Oriente e questo di sicuro permetterà che in futuro non si verifichino
casi simili. Anche questi tasselli tuttavia servono a spiegare quello che è
successo a Giulio Regeni e a dare piena dignità al termine “Verità”.<o:p></o:p></span></div>
</div>
Giuseppe Acconciahttp://www.blogger.com/profile/03169371726121277832noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5714513684485461439.post-79089696895632666312013-08-10T19:50:00.000+02:002013-08-10T19:51:33.914+02:00Palestina, Esecuzioni mirate<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://3.bp.blogspot.com/-cc857OiIgsQ/UK5iI_d7jKI/AAAAAAAAABg/6yQwmQWdXyg/s400/20121122nazionale-2-3.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="267" src="http://3.bp.blogspot.com/-cc857OiIgsQ/UK5iI_d7jKI/AAAAAAAAABg/6yQwmQWdXyg/s400/20121122nazionale-2-3.jpg" width="400" /></a></div>
<br />
<br />
<span style="color: #660000; font-family: Courier New, Courier, monospace; font-size: x-large;"><b>DOVE È LA PACE</b></span><br />
<span style="color: #660000; font-family: Courier New, Courier, monospace;"><br /></span>
<span style="font-size: large;"><span style="color: #660000; font-family: Courier New, Courier, monospace;"><b>Palestina •</b> Lo storico israeliano Ilan Pappè al manifesto: «L’accordo tra Hamas </span><span style="color: #660000; font-family: 'Courier New', Courier, monospace;">e Netanyahu è fragile, le incognite sono la nuova Siria e il nuovo Egitto»</span></span><br />
<span style="font-size: large;"><span style="color: #660000; font-family: 'Courier New', Courier, monospace;"><br /></span></span>
<span style="font-size: large;"><span style="color: #660000; font-family: 'Courier New', Courier, monospace;"></span></span><br />
<span style="font-size: large;"><span style="color: #660000; font-family: 'Courier New', Courier, monospace;"><b>ESECUZIONI MIRATE</b></span></span><br />
<span style="font-size: large;"><span style="color: #660000; font-family: 'Courier New', Courier, monospace;"><b><i>Uccisi tre giornalisti palestinesi. B’tselem: «Siamo in pericolo»</i></b></span></span><br />
<br />
<br />
Giuseppe Acconcia<br />
«Nonostante la tregua, siamo terrorizzati su quello che può accadere nelle prossime ore alla popolazione palestinese», è quanto dichiara in un’intervista al manifesto, Yael Stein, il direttore del dipartimento ricerca dell’istituto israeliano d’informazione e centro per i diritti umani, B’tselem. «E se l’embargo su Gaza prosegue, i cittadini della Striscia non potranno continuare a lavorare e la mobilità con la Cisgiordania non sarà garantita. Per questo chiediamo la fine dell’assedio di Gaza», prosegue Stein.<br />
D’altra parte, il presidente dell'Autorità nazionale palestinese (Anp), Mahmoud Abbas, ha salutato positivamente il cessate il fuoco entrato in vigore tra Israele e i gruppi palestinesi, Hamas e Jihad islamica.Ma più in generale, in merito al tentativo del presidente dell’Anp di promuovere il dialogo tra le due fazioni palestinesi, Fatah e Hamas, la ricercatrice assicura che «la priorità in questo momento è la fine del conflitto e l’allentamento del blocco di Gaza. Secondo Hamas, bombardare Israele è un atto legale per arrivare al riconoscimento della legittimità dei suoi obiettivi. Noi crediamo che si possa arrivare ad una soluzione della crisi senza uccidere civili», prosegue la ricercatrice di B’tselem.<br />
Anche il segretario generale delle Nazioni unite, Ban ki-Moon, ha detto di voler appoggiare il tentativo di Abu Mazen. Dal canto suo, nel festeggiare l’annuncio della tregua, il leader di Hamas, Khaled Meshal, ha assicurato che Israele ha fallito i suoi obiettivi, di interpretare la volontà del popolo palestinese con azioni di resistenza contro gli attacchi israeliani e ha chiesto la fine dell’embargo su Gaza. Ma qual è stata la reazione della Cisgiordania agli attacchi a Gaza? «In questi giorni in Cisgiordania ci sono state continue manifestazioni contro gli attacchi israeliani», ricorda Yael Stein, in riferimento alle manifestazioni di piazza al-Manara a Ramallah avute luogo anche ieri contro l’uso massiccio della forza voluto da Israele. «Il nostro primo motivo di preoccupazione riguarda il numero di civili palestinesi che muoiono ogni giorno negli scontri. Questi dati sono impressionanti e aumentano costantemente a prescindere dall’attacco israeliano in corso».<br />
Secondo un report realizzato da Phan Nguyen, ricercatore dell’istituto indipendente con sede a Washington, Jadaliyya, i numeri dietro il lancio di missili da parte di Hamas, forniti da Israele sono completamente fuorvianti. Nell’articolo si cita il periodo che va tra il 2006 e il 2011. In quel caso, gli israeliani rimaste vittima di missili palestinesi vanno da nove a quindici per anno, mentre i dati forniti dall’esercito israeliano sono molto più alti. «Il tasso di uccisione dei lanci da Gaza è pari allo 0,2%. L’esercito israeliano trucca e esagera i numeri», si legge in conclusione del report. Come se non bastasse, nel mirino degli attacchi israeliani su Gaza ci sono anche i giornalisti. Nei giorni scorsi, sono stati uccisi nei raid due cameraman della tv Al Aqsa, gestita da Hamas, e un reporter di una radio privata. I cameraman sono morti in prossimità dell'ospedale al-Shifa di Gaza, mentre si recavano lì per realizzare un servizio. Un appello urgente per la protezione dei giornalisti è stato indirizzato ad Israele e all'Autorità palestinese dall'Associazione della Stampa estera (Fpa), dopo che nei giorni scorsi le sedi di diverse redazioni a Gaza hanno avvertito esplosioni ravvicinate. «Negli ultimi giorni Israele ha colpito alcuni edifici che ospitano organizzazioni stampa internazionali, mentre miliziani palestinesi hanno sparato razzi da postazioni vicine», si legge nel documento della Fpa. <br />
<span style="font-size: large;"><span style="color: #660000; font-family: 'Courier New', Courier, monospace;"><br /></span></span>
<br />
<div class="MsoNormal" style="background-color: white; font-family: Arial, Tahoma, Helvetica, FreeSans, sans-serif; line-height: 18px;">
<span style="color: #660000; font-family: 'Courier New', Courier, monospace;"><b>Il Manifesto</b></span></div>
<div class="MsoNormal" style="background-color: white; font-family: Arial, Tahoma, Helvetica, FreeSans, sans-serif; line-height: 18px;">
<span style="color: #660000; font-family: 'Courier New', Courier, monospace;"><b>Internazionale, </b></span><span style="text-align: justify;"><span style="color: #660000; font-family: 'Courier New', Courier, monospace;"><b>Dove è la pace</b></span></span><b style="color: #660000; font-family: 'Courier New', Courier, monospace;">, pag.3</b></div>
<div class="MsoNormal" style="background-color: white; font-family: Arial, Tahoma, Helvetica, FreeSans, sans-serif; line-height: 18px;">
<span style="color: #660000; font-family: 'Courier New', Courier, monospace;"><i>giovedì 22 novembre 2012</i></span></div>
<div class="MsoNormal" style="background-color: white; font-family: Arial, Tahoma, Helvetica, FreeSans, sans-serif; line-height: 18px;">
<i style="color: #660000; font-family: 'Courier New', Courier, monospace;"><a href="http://www.ilmanifesto.it/" style="color: #757575; text-decoration: initial;"><span style="font-size: x-small;">www.ilmanifesto.it</span></a></i></div>
<br /></div>
Giuseppe Acconciahttp://www.blogger.com/profile/03169371726121277832noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-5714513684485461439.post-55005589819280217292013-08-10T19:48:00.000+02:002013-08-10T19:48:50.963+02:00Mani, 21.11.12, Gaza Egitto, I mediatori pensavano di avere l'accordo in tasca<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://2.bp.blogspot.com/-3Bu2K2r0j3Q/UKy_mcua-XI/AAAAAAAAAA4/49qHT_8hYOw/s512/20121121nazionale-3hi.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="400" src="http://2.bp.blogspot.com/-3Bu2K2r0j3Q/UKy_mcua-XI/AAAAAAAAAA4/49qHT_8hYOw/s400/20121121nazionale-3hi.jpg" width="295" /></a></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
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<b style="color: #660000; font-family: 'Courier New', Courier, monospace; font-size: xx-large;">SENZA DIFESA</b><br />
<span style="color: #660000; font-family: Courier New, Courier, monospace;"><br /><span style="font-size: large;"><b>Tregua •</b> Hamas e Egitto la annunciano, Israele frena. Ma l’intesa non c’è ancora. Hillary Clinton arriva oggi a Gerusalemme</span><br /><br /><b><span style="font-size: x-large;">I mediatori pensavano di avere l’accordo in tasca</span></b><br /><i>Giuseppe Acconcia</i></span><br />
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, 'Times New Roman', serif;">I mediatori egiziani avrebbero la tregua in tasca. Tra annunci </span><span style="font-family: Georgia, 'Times New Roman', serif;">e smentite, Hamas era già pronta a festeggiare ieri sera al Cairo. </span><span style="font-family: Georgia, 'Times New Roman', serif;">«Abbiamo impartito una lezione al nemico sionista», si leggeva </span><span style="font-family: Georgia, 'Times New Roman', serif;">in un documento del movimento palestinese che governa </span><span style="font-family: Georgia, 'Times New Roman', serif;">la Striscia di Gaza. «Il cessate il fuoco è una vittoria di Hamas </span><span style="font-family: Georgia, 'Times New Roman', serif;">e delle Brigate Qassam», continuava il testo. Ma l’attesa </span><span style="font-family: Georgia, 'Times New Roman', serif;">tregua tra Hamas, la Jihad islamica, Israele con il sigillo del </span><span style="font-family: Georgia, 'Times New Roman', serif;">segretario generale della Lega araba, Ban ki-Moon, e la benedizione </span><span style="font-family: Georgia, 'Times New Roman', serif;">egiziana, alla fine non c’è stata.</span></div>
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"></span><br />
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Nel pomeriggio di ieri, dopo aver preso parte ai funerali della sorella al Cairo, il presidente egiziano, Mohammed Morsy ha annunciato che «gli sforzi per arrivare a un tregua tra israeliani e palestinesi» avrebbero prodotto risultati positivi in poche ore. Morsy ha assicurato poi che «l'assurda aggressione israeliana contro Gaza» si sarebbe conclusa in tempi brevi. Ma, il primo a frenare su un’ipotesi di un raggiungimento frettoloso della tregua è stato Nabil el-Araby, segretario generale della Lega araba. «La tregua non metterebbe fine alla crisi perché sarà violata», ha previsto il diplomatico. </span></div>
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">
<div style="text-align: justify;">
I primi a mettere a tacere la speranza dell’accordo per una tregua sono state le autorità israeliane che hanno deriso i proclami trionfalistici di Hamas e avvertito sulle reali possibilità di un cessate il fuoco imminente. Negoziati serrati erano andati avanti al Cairo per tutta la giornata di ieri e proseguiranno nella giornata di oggi. Secondo il portavoce di Hamas, Fawzi Barhoum, si attenderebbe soltanto il via libera israeliano alla proposta, raggiunta attraverso la mediazione egiziana.</div>
<div style="text-align: justify;">
E così gli sforzi diplomatici proseguono, il segretario di stato, Hilary Clinton, è arrivata ieri sera in missione a Tel Aviv per incontrare il premier israeliano, Benjamin Netanyanu. Clinton si reca nella giornata di oggi anche a Gerusalemme, Ramallah e al Cairo. Secondo fonti del governo americano, il presidente, Barack Obama, vorrebbe evitare un attacco terrestre da parte di Israele, pur difendendo il diritto israeliano di decidere in materia di sicurezza nazionale. Mentre Catherine Ashton, rappresentante per la politica estera dell’Unione europea, si è detta timorosa per una possibile ripresa delle ostilità nonostante la tregua. Sempre più dura, invece, è la presa di posizione di Tehran in merito alla crisi tra Hamas e governo israeliano. Il portavoce del ministero degli esteri iraniano, Ramin Mehmanparast, ha ribadito che Israele dovrebbe essere processato per «crimini di guerra».</div>
</span><br />
<div>
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<div class="MsoNormal" style="background-color: white; font-family: Arial, Tahoma, Helvetica, FreeSans, sans-serif; line-height: 18px;">
<span style="color: #660000; font-family: 'Courier New', Courier, monospace;"><b>Il Manifesto</b></span></div>
<div class="MsoNormal" style="background-color: white; font-family: Arial, Tahoma, Helvetica, FreeSans, sans-serif; line-height: 18px;">
<span style="color: #660000; font-family: 'Courier New', Courier, monospace;"><b>Internazionale, Senza fine pag.3</b></span></div>
<div class="MsoNormal" style="background-color: white; font-family: Arial, Tahoma, Helvetica, FreeSans, sans-serif; line-height: 18px;">
<span style="color: #660000; font-family: 'Courier New', Courier, monospace;"><i>mercoledì 21 novembre 2012</i></span></div>
<div class="MsoNormal" style="background-color: white; font-family: Arial, Tahoma, Helvetica, FreeSans, sans-serif; line-height: 18px;">
<i style="color: #660000; font-family: 'Courier New', Courier, monospace;"><a href="http://www.ilmanifesto.it/" style="color: #757575; text-decoration: initial;">www.ilmanifesto.it</a></i></div>
</div>
</div>
Giuseppe Acconciahttp://www.blogger.com/profile/03169371726121277832noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5714513684485461439.post-82805328704642848222013-07-03T11:36:00.000+02:002013-07-07T17:40:29.802+02:00Nena news - Morsy riprodurrà modello capitalistico, 26.06.2012<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhsEsSq-fab9Ax-BIf_PIVYbI2s5R7gX0qjJgc4K72ZE8h-3cYjhfoyHaHic_9y-Wumu-hXVQn_BD5KjUCJNUaegNPNyFCUl8HY0JI8vP6tBS7l3ITzJ6-aVWEP9pt8Ghl5FDfV4dMhXHQ/s1600/2012.06.29+-+NENA+NEWS++NEAR+EAST+NEWS+AGENCY++Morsy+riprodurr%C3%A0+modello+capitalistico+-+Extr.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhsEsSq-fab9Ax-BIf_PIVYbI2s5R7gX0qjJgc4K72ZE8h-3cYjhfoyHaHic_9y-Wumu-hXVQn_BD5KjUCJNUaegNPNyFCUl8HY0JI8vP6tBS7l3ITzJ6-aVWEP9pt8Ghl5FDfV4dMhXHQ/s400/2012.06.29+-+NENA+NEWS++NEAR+EAST+NEWS+AGENCY++Morsy+riprodurr%C3%A0+modello+capitalistico+-+Extr.jpg" width="328" /></a></div>
<br />
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<span style="color: #660000; font-family: Courier New, Courier, monospace;">EGITTO</span><br />
<span style="font-family: 'Courier New', Courier, monospace;"><span style="color: #660000;"><br /></span></span>
<span style="font-family: 'Courier New', Courier, monospace;"><span style="color: #660000; font-size: large;"><b>Morsy riprodurrà modello capitalistico</b></span></span><br />
<div class="BioCurriculum">
<span style="color: #660000; font-family: Courier New, Courier, monospace;"><br /></span></div>
<div class="BioCurriculum">
<span style="color: #660000; font-family: Courier New, Courier, monospace;"><i><b>Parla SAMIR AMIN, celebre economista egiziano e direttore del Forum del Terzo Mondo. «La vittoria di Morsy - spiega - non è il cambiamento, ribadira' il dominio di classe"</b></i></span></div>
<div class="BioCurriculum">
<span style="color: #660000; font-family: Courier New, Courier, monospace;"><br /></span></div>
<div class="BioCurriculum">
<span style="color: #660000; font-family: Courier New, Courier, monospace;">venerdì 29 giugno 2012</span></div>
<div class="BioCurriculum">
<span style="color: #660000; font-family: Courier New, Courier, monospace;"><br /></span></div>
<span style="font-family: Courier New, Courier, monospace;"><b><span style="color: #660000;">di Giuseppe Acconcia*</span></b></span><br />
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<span style="font-family: Courier New, Courier, monospace;">Roma, 29 giugno 2012, Nena News - «Le elezioni sono state falsificate sin dal primo turno». Samir Amin, direttore del Forum del Terzo Mondo, non ha dubbi: <b>«la vittoria dei Fratelli musulmani non è un passo verso il cambiamento, ma la riproduzione del sistema capitalistico»</b>. Cosa intende per elezioni falsificate? «L'esercito aveva aiutato Ahmed Shafiq a passare il primo turno fabbricando 900 mila voti. Questo ha impedito ad Hamdin Sabbahi di partecipare al secondo turno. L'eliminazione di Sabbahi, nasserista di sinistra, non comunista ma non anti-comunista, è stata essenziale. Era l'unico candidato scomodo. Insieme a Aboul Fotuh, entrambi avevano raggiunto quasi il 50%. Per questo tutto il processo di democratizzazione è una farsa», spiega Samir Amin in un'intervista al manifesto. A quel punto si è temuta una repressione su ampia scala in caso di vittoria di Shafiq. «È stato necessario il lungo negoziato, durato 8 giorni, tra Fratelli musulmani ed esercito, con evidenti pressioni degli Stati uniti a favore di Mohammed Morsy. Tuttavia, Shafiq non si sarebbe comportato come un secondo Mubarak. Anzi, avrebbe provato a serrare le fila all'interno dell'esercito», aggiunge l'economista.</span></div>
<span style="font-family: Courier New, Courier, monospace;">
</span><br />
<span style="font-family: Courier New, Courier, monospace;"><div style="text-align: justify;">
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<div style="text-align: justify;">
Non solo la farsa ma anche la beffa, secondo il filosofo egiziano. Alla Fratellanza conviene ora lo stato di estrema disuguaglianza sociale in cui versa l'Egitto. <b>«I Fratelli musulmani sono i primi beneficiari della povertà degli egiziani. Tutte le conquiste di Gamal Abdel Nasser sono state smantellate da Anwar al-Sadat e Hosni Mubarak. L'Egitto, il Nord Africa e il Medio Oriente, con la piccola eccezione dell'Algeria e in parte della Siria, sono sottomessi al neo-liberismo. Questo ha determinato un impoverimento crescente della popolazione. Tanto che i dati sullo sviluppo economico in Egitto, forniti dal Fondo monetario internazionale e dalla Banca mondiale, negli ultimi dieci anni sono stati largamente falsificati. Tuttavia, gli effetti della globalizzazione nel terzo mondo cambiano da paese a paese in relazione ai diversi gradi di capitalismo di stato imposti dalle elite locali, che operano secondo logiche di consociativismo nazionale»</b>, spiega Samir Amin.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
In altre parole è il sottoproletariato a tenere in vita la fratellanza? «Il lumpen proletariato serve ai paesi del Golfo e all'Egitto. Attraverso il controllo sull'economia informale, i Fratelli musulmani forniscono mezzi di sopravvivenza a oltre la metà della popolazione egiziana. <b>La loro ideologia politica legittima questa miserabile economia di mercato che favorirà la formazione di un sistema assistenziale che renda la società egiziana ancor più dipendente dallo stato»</b>, prosegue l'economista. A questo proposito, il parallelo con il sistema delle fondazioni iraniane diventa interessante. «I poveri per strada, che pure hanno fatto la rivoluzione, vengono facilmente manipolati. Con la distribuzione sistematica di cartoni di carne, olio e zucchero, i Fratelli musulmani hanno già comprato migliaia di voti. Se un uomo volesse una vettura per fare il tassista, gli basterebbe rivolgersi a un militante della fratellanza per aver un prestito. Questi meccanismi hanno permesso ai Fratelli musulmani di radicarsi nella società. Continueranno ad operare con questa logica quando controlleranno le istituzioni pubbliche».Ma questo non basta a spiegare il successo islamista. <b>«Chi ha permesso che i fratelli musulmani riproducessero il sistema di benefici è l'alleanza con il Golfo, con Washington e Israele. Questi paesi hanno come unico scopo impedire la ripresa dell'Egitto. Un Egitto forte significa la fine dell'egemonia del Golfo, che approfitta dell'islamizzazione della società, degli Stati uniti, che approfittano di un paese impoverito, di Israele, che vuole un Egitto impotente che lasci fare in Palestina»</b>, spiega Amin.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
D'altra parte, non c'è stato un grande successo islamista a queste elezioni politiche. «Rispetto alle loro attese e ai voti presi alle elezioni parlamentari, il 25% ottenuto da Morsy al primo turno non è grande cosa. La liberalizzazione del discorso politico inevitabilmente ridimensionerà il movimento islamista. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<b><div style="text-align: justify;">
<b>I Fratelli musulmani sono un movimento ultrareazionario, in aggiunta islamista. Non sono mai entrati in conflitto con l'esercito. Anzi esercito e Fratelli musulmani sono i due pilastri del sistema reazionario. </b>Nell'era di Sadat e di Mubarak l'ultima parola nelle decisioni rilevanti è sempre stata data all'esercito, mentre i Fratelli musulmani erano impegnati a gestire il sistema scolastico, sanitario e dell'informazione. Dopo la rivoluzione del 2011, l'esercito ha sperato che i Fratelli musulmani si discreditassero da soli agli occhi della gente», spiega il filosofo egiziano.</div>
</b><div style="text-align: justify;">
<br /></div>
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In verità, i Fratelli musulmani, nei primi mesi di attività parlamentare non hanno di certo brillato per iniziativa politica. «Il Parlamento non è stato eletto correttamente. Anche in questo caso i fratelli musulmani hanno falsificato il voto conquistando la maggioranza assoluta alla Camera. Se i giudici avessero voluto avrebbero potuto sciogliere la Camera all'indomani delle elezioni. È vero che l'attività parlamentare di Libertà e giustizia è lontana dai mali del paese. Solo il 40% dei deputati, vicini alle forze secolari, ha posto all'ordine del giorno problemi reali inerenti la scuola e i salari. I Fratelli musulmani preferiscono lasciar fare al mercato e agli interessi dei privati, mentre si occupano della lunghezza della barba».</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
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Samir Amin fa qui riferimento anche ad una controversa proposta di legge presentata in Parlamento sulla disponibilità da parte del marito del corpo di sua moglie nelle ore seguenti al decesso. Ma molti parlamentari della fratellanza hanno negato di aver mai presentato questo progetto di legge. Ma l'alternativa rivoluzionaria è ora quanto mai inconsistente. <b>«Il principale successo dei Fratelli musulmani è stato di dividere il movimento rivoluzionario. Chi dei giovani ora è con la fratellanza lo fa per spontaneismo. Credono che in questo modo verranno presi in considerazione. Sono poco coscienti della natura delle sfide future: uscire dalla sottoproletarizzazione della società, la democratizzazione come una possibilità di progresso popolare, l'onore nazionale per una politica estera indipendente»</b>, spiega il direttore del Forum del Terzo mondo con sede a Dakar.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
«Questo non significa che non esista una coscienza politica forte tra i movimenti dai socialisti ai sindacalisti, dagli operai ai contadini e ai movimenti per i diritti delle donne. In verità, il vero movimento rivoluzionario non ha mai avuto fretta di andare alle elezioni. Tuttavia figure come Mohammed el-Baradei credono che le questioni economiche possano essere messe in secondo piano. Tra i rivoluzionari ha voce chi ha meno fiducia in un cambiamento radicale», ammette Samir Amin.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
In questo contesto, l'Assemblea costituente lavora per scrivere la nuova costituzione. «Con un percorso costruito da esercito e fratellanza, la nuova Costituzione sarà pessima, impedirà al paese di essere democratico. Per ora la dichiarazione costituzionale complementare dà all'esercito un posto di potere unico. A questo punto, Libertà e giustizia pretenderà di essere il solo partito a gestire l'Egitto, relegando anche l'esercito in secondo piano», conclude con lucidità Amin. Nena News</div>
<br /><div style="text-align: justify;">
<b><span style="color: #660000;">*Giornalista, ricercatore. Questa intervista a Samir Amin è stata pubblicata il 26 giugno 2012 dal quotidiano Il Manifesto</span></b></div>
</span><br />
<div>
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<a href="http://nena-news.globalist.it/Detail_News_Display?ID=26904&typeb=0&29-06-2012--Morsy-riprodurra-modello-capitalistico">http://nena-news.globalist.it/Detail_News_Display?ID=26904&typeb=0&29-06-2012--Morsy-riprodurra-modello-capitalistico</a></div>
</div>
Giuseppe Acconciahttp://www.blogger.com/profile/03169371726121277832noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5714513684485461439.post-10662038830924266472013-06-07T18:35:00.000+02:002013-08-10T19:49:17.201+02:00Radio 3 Mondo. Egitto: contrordine Fratelli, bikini per tutti!<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<span id="goog_4871127"></span><span id="goog_4871128"><span id="goog_4871135"></span><a href="http://www.blogger.com/"></a><span id="goog_4871136"></span></span><br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<iframe allowfullscreen='allowfullscreen' webkitallowfullscreen='webkitallowfullscreen' mozallowfullscreen='mozallowfullscreen' width='320' height='266' src='https://www.youtube.com/embed/l8D4JvtDZO0?feature=player_embedded' frameborder='0'></iframe></div>
<span id="goog_4871140"></span><span id="goog_4871141"></span><br />
<span style="background-color: white; color: #660000; font-family: "Courier New", Courier, monospace; line-height: 18px;"><b>Radio 3 Mondo</b></span><br />
<span style="background-color: white; color: #660000; font-family: "Courier New", Courier, monospace;"><span style="line-height: 18px;"><b>Egitto: contrordine Fratelli, bikini per tutti!</b></span></span><br />
<span style="background-color: white; color: #660000; font-family: "Courier New", Courier, monospace;"><span style="line-height: 18px;"><b>Conduce </b></span><b>Luigi Spinola</b></span><br />
<span style="background-color: white; color: #660000; font-family: "Courier New", Courier, monospace;"></span><span style="background-color: white; color: #660000; font-family: "Courier New", Courier, monospace; line-height: 18px;"><b><i>mercoledì, 8 maggio 2013</i></b></span><span style="background-color: white; font-family: Arial, Tahoma, Helvetica, FreeSans, sans-serif; line-height: 18px;"> </span><br />
<span style="font-family: Courier New, Courier, monospace; font-size: xx-small;"><span style="color: #444444; line-height: 18px;"><b><i><a href="http://www.radio3.rai.it/dl/radio3/programmi/puntata/ContentItem-05be24e0-7a64-4f59-84f6-61298f02f61c.html">http://www.radio3.rai.it/dl/radio3/programmi/puntata/ContentItem-05be24e0-7a64-4f59-84f6-61298f02f61c.html</a></i></b></span></span><br />
<span style="font-family: Courier New, Courier, monospace; font-size: xx-small;"><b><i><span style="color: #444444; line-height: 18px;"><a href="http://www.youtube.com/stradedellest"><span style="color: #2288bb;">http://www.youtube.com/stradedellest</span></a></span></i></b></span><br />
<span style="font-family: Courier New, Courier, monospace;"><span style="color: #444444; line-height: 18px;"><span style="color: black; font-family: "Courier New", Courier, monospace; font-size: xx-small;"><a href="http://www.youtube.com/watch?feature=player_detailpage&v=l8D4JvtDZO0"><em>http://www.youtube.com/watch?feature=player_detailpage&v=l8D4JvtDZO0</em></a></span></span></span><br />
</div>
Giuseppe Acconciahttp://www.blogger.com/profile/03169371726121277832noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5714513684485461439.post-48500829856728672412013-05-09T14:16:00.000+02:002013-05-09T14:16:12.034+02:00Lo scandalo Savile travolge la Bbc e i suoi dirigenti<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjXHRbmilaN0xb5JWJQ8BFh7oPdmGcJUfFP-tWL_nLAzmt8JAeWbXgD_0qpkFUNWNjFjXuO0PQT7joaZimA3Ly-a2sb28nWFH2MISDpXdtgeSE_UnKc2t7dhtqiw6FMf43KQjMJlZKJoHc/s1600/20121101nazionale-6.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjXHRbmilaN0xb5JWJQ8BFh7oPdmGcJUfFP-tWL_nLAzmt8JAeWbXgD_0qpkFUNWNjFjXuO0PQT7joaZimA3Ly-a2sb28nWFH2MISDpXdtgeSE_UnKc2t7dhtqiw6FMf43KQjMJlZKJoHc/s400/20121101nazionale-6.jpg" width="288" /></a></div>
<br />
<span style="color: #660000; font-family: Courier New, Courier, monospace; font-size: x-large;"><b>INTERNAZIONALE</b></span><br />
<span style="color: #660000; font-family: Courier New, Courier, monospace;"><br /></span>
<span style="color: #660000; font-family: Courier New, Courier, monospace; font-size: large;"><b>GRAN BRETAGNA</b></span><br />
<br />
<span style="color: #660000; font-family: Courier New, Courier, monospace; font-size: x-large;"><b>Lo scandalo Savile travolge la Bbc e i suoi dirigenti</b></span><br />
<span style="color: #660000;"><br /></span>
<span style="color: #660000; font-family: Courier New, Courier, monospace;"><i>Giuseppe Acconcia</i></span><br />
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Lo scandalo Savile si estende a macchia d'olio. E coinvolge i dirigenti della Bbc, accusati di aver coperto il popolare dj britannico, scomparso nel 2011 a 84 anni. Jimmy Savile avrebbe molestato, per decenni, centinaia di ragazze, anche minorenni. E le rivelazioni sugli abusi si sono arricchite di particolari inquietanti, confermati dai rilevamenti degli investigatori nell'ospedale di Leeds, dove Savile è stato per anni portantino volontario. Secondo Terry Pratt, suo collega nell'infermeria del Yorkshire, lo showman occupava le sale destinate alla chirurgia per abusare di due giovani per volta. Non solo, secondo altre testimonianze, il dj sfruttava l'accesso libero per portare giovani e bambine all'interno del nosocomio. «Veniva alle due di notte, due volte a settimana, con due ragazze tra le braccia e occupava i letti liberi» - ha denunciato Pratt. Tra le pazienti molestate, secondo l'infermiera June Thornton, anche ragazze con problemi psichiatrici.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">In principio, erano in cinque ad accusare Savile di molestie in un documentario, trasmesso dalla rete privata ITV. Le rivelazioni hanno creato uno scandalo tale in Gran bretagna, costringendo Scotland Yard ad aprire un'inchiesta che si allarga per coperture e complicità tra registi, cameramen e dirigenti della televisione pubblica, che ora ad inchiodare Savile ci sono oltre 300 denunce di molestie. Non solo, nei giorni scorsi, dagli archivi della Bbc, è emerso un video di “Top of the pops” del 1976 che mostra Sylvia Edwards, allora 19enne, mentre subisce molestie da parte di Savile. Per ora, il primo a pagarne le spese con l’arresto è stato il cantante glam, e amico di Savile, Gary Glitter. Rilasciato su cauzione, Glitter aveva già passato quattro mesi in carcere negli anni novanta per detenzione di materiale pedopornografico ed è stato espulso dalla Cambogia nel 2002 per abuso su minori.</span></div>
<br />
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, 'Times New Roman', serif;">Ma le gravi accuse di aver coperto il caso Savile vengono mosse ai dirigenti della Bbc. Il direttore editoriale, David Jordan, in un'audizione alla Commissione parlamentare cultura, media e sport ha negato che ci siano state omissioni sulla natura delle indagini nel caso Savile durante la trasmissione Newsnight, andata in onda nell'ottobre del 2011. Secondo alcuni parlamentari, Jordan avrebbe continuato a difendere Savile anche dopo la conferma sulle responsabilità del dj, venute dal produttore del programma, Meirion Jones.</span></div>
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"></span><br />
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Lo stesso direttore generale della Bbc, George Entwistle, ha dovuto affrontare le domande della Commissione parlamentare. Entwistle ha presentato le sue «scuse profonde e sincere» alle vittime. Ma John Whittingdale, presidente della Commissione, ha dichiarato che Entwistle ha ancora molto da chiarire.</span></div>
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">
<div style="text-align: justify;">
Come se non bastasse, la polizia inglese e la Bbc devono fare luce sul supposto suicidio di un giornalista, che aveva accusato di molestie un’ annunciatrice. La televisione pubblica ha nominato un investigatore esterno per stabilire se le denunce del reporter, Russell Joslin abbiano determinato in qualche modo la sua morte. Mentre Londra si interroga sulla moralità dei personaggi televisivi degli anni ottanta e il loro rapporto con il pubblico, il premio per la libertà di Scarborough, attribuito al presunto molestatore nel villaggio dello Yorkshire, dove l'eccentrico Savile viveva prima della sua morte, verrà sospeso la prossima settimana.</div>
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<div class="MsoNormal" style="background-color: white; font-family: Arial, Tahoma, Helvetica, FreeSans, sans-serif; font-size: 13px; line-height: 18px;">
<span style="color: #660000; font-family: 'Courier New', Courier, monospace;"><b>Il Manifesto</b></span></div>
<div class="MsoNormal" style="background-color: white; font-family: Arial, Tahoma, Helvetica, FreeSans, sans-serif; font-size: 13px; line-height: 18px;">
<span style="color: #660000; font-family: 'Courier New', Courier, monospace;"><b>Internazionale, pag.6</b></span></div>
<div class="MsoNormal" style="background-color: white; font-family: Arial, Tahoma, Helvetica, FreeSans, sans-serif; font-size: 13px; line-height: 18px;">
<span style="color: #660000; font-family: 'Courier New', Courier, monospace;"><i>giovedì 1 novembre 2012</i></span></div>
<div class="MsoNormal" style="background-color: white; font-family: Arial, Tahoma, Helvetica, FreeSans, sans-serif; font-size: 13px; line-height: 18px;">
<span style="color: #660000; font-family: 'Courier New', Courier, monospace;"><i><br /></i></span></div>
<div class="MsoNormal" style="background-color: white; font-family: Arial, Tahoma, Helvetica, FreeSans, sans-serif; font-size: 13px; line-height: 18px;">
<span style="color: #660000; font-family: 'Courier New', Courier, monospace;"><i><b><a href="http://www.ilmanifesto.it/" style="color: #757575; text-decoration: none;">http://www.ilmanifesto.it/</a></b></i></span></div>
</div>
Giuseppe Acconciahttp://www.blogger.com/profile/03169371726121277832noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5714513684485461439.post-37621358733883520882013-04-22T21:53:00.002+02:002013-04-22T21:53:58.964+02:00Incontro scuola media Roccapiemonte<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://2.bp.blogspot.com/-dz8UkgvkVOM/UJ-qSJdMjuI/AAAAAAAADyw/XJhqh5K3wxc/s1600/DSC06768.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="240" src="http://2.bp.blogspot.com/-dz8UkgvkVOM/UJ-qSJdMjuI/AAAAAAAADyw/XJhqh5K3wxc/s320/DSC06768.JPG" width="320" /></a></div>
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<a href="http://4.bp.blogspot.com/-blU7Yq1qqWg/UJ-qSC6Y6SI/AAAAAAAADy4/o-UDcZpihHY/s1600/DSC06769.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="240" src="http://4.bp.blogspot.com/-blU7Yq1qqWg/UJ-qSC6Y6SI/AAAAAAAADy4/o-UDcZpihHY/s320/DSC06769.JPG" width="320" /></a></div>
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<a href="http://2.bp.blogspot.com/-6zpdXYktx3U/UJ-qSXEAXpI/AAAAAAAADy0/10WFQzzdAfM/s1600/DSC06770.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="240" src="http://2.bp.blogspot.com/-6zpdXYktx3U/UJ-qSXEAXpI/AAAAAAAADy0/10WFQzzdAfM/s320/DSC06770.JPG" width="320" /></a></div>
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<a href="http://4.bp.blogspot.com/-nTPN3_3OT8s/UJ-qVWbayAI/AAAAAAAADzI/VY5sy0sEf9U/s1600/DSC06771.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="240" src="http://4.bp.blogspot.com/-nTPN3_3OT8s/UJ-qVWbayAI/AAAAAAAADzI/VY5sy0sEf9U/s320/DSC06771.JPG" width="320" /></a></div>
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<a href="http://2.bp.blogspot.com/-Nkd-B5NUIG4/UJ-qYErA36I/AAAAAAAADzg/Yof6tVH25T4/s1600/DSC06774.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="240" src="http://2.bp.blogspot.com/-Nkd-B5NUIG4/UJ-qYErA36I/AAAAAAAADzg/Yof6tVH25T4/s320/DSC06774.JPG" width="320" /></a></div>
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<a href="http://4.bp.blogspot.com/-qJ6MtFnCqts/UJ-qY83QDeI/AAAAAAAADzo/mBCs5g6V0XI/s1600/DSC06775.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="240" src="http://4.bp.blogspot.com/-qJ6MtFnCqts/UJ-qY83QDeI/AAAAAAAADzo/mBCs5g6V0XI/s320/DSC06775.JPG" width="320" /></a></div>
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<a href="http://2.bp.blogspot.com/-IyfWu8x1ZeU/UJ-qZOM3A-I/AAAAAAAADzs/9ka_p2YsAs4/s1600/DSC06776.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="240" src="http://2.bp.blogspot.com/-IyfWu8x1ZeU/UJ-qZOM3A-I/AAAAAAAADzs/9ka_p2YsAs4/s320/DSC06776.JPG" width="320" /></a></div>
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<a href="http://4.bp.blogspot.com/-9ec_Le8QLYU/UJ-qaC8JICI/AAAAAAAADz4/SsiU4F67lY0/s1600/DSC06777.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="240" src="http://4.bp.blogspot.com/-9ec_Le8QLYU/UJ-qaC8JICI/AAAAAAAADz4/SsiU4F67lY0/s320/DSC06777.JPG" width="320" /></a></div>
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<a href="http://1.bp.blogspot.com/-M7-mp4N6GEU/UJ-qbajNa_I/AAAAAAAADz8/16rjG_9Reic/s1600/DSC06778.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="240" src="http://1.bp.blogspot.com/-M7-mp4N6GEU/UJ-qbajNa_I/AAAAAAAADz8/16rjG_9Reic/s320/DSC06778.JPG" width="320" /></a></div>
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<a href="http://4.bp.blogspot.com/-DAenNS6eOZs/UJ-qbqCO1EI/AAAAAAAAD0E/gVVMJ2KvleM/s1600/DSC06779.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="240" src="http://4.bp.blogspot.com/-DAenNS6eOZs/UJ-qbqCO1EI/AAAAAAAAD0E/gVVMJ2KvleM/s320/DSC06779.JPG" width="320" /></a></div>
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<span style="color: #660000; font-family: Courier New, Courier, monospace;"><br /></span></div>
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<span style="color: #660000; font-family: Courier New, Courier, monospace;"><i>mercoledì 7 novembre 2012</i></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
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<a href="http://istitutocomprensivoroccapiemonte.gov.it/webnew/pdf/a%20scuola%20con%20l'autore.pdf" target="_blank"><span style="font-family: Courier New, Courier, monospace;"><i>http://<wbr></wbr>istitutocomprensivoroccapiemon<wbr></wbr>te.gov.it/webnew/pdf/a%<wbr></wbr>20scuola%20con%20l'autore.pdf</i></span></a></div>
Giuseppe Acconciahttp://www.blogger.com/profile/03169371726121277832noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5714513684485461439.post-45528612298418622222013-04-21T21:33:00.001+02:002013-04-21T21:33:32.187+02:00Zarwan: "Morsi ha cancellato la magistratura"<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://1.bp.blogspot.com/-XNhvzpcn0MU/ULIz27SJb0I/AAAAAAAAAC0/s3scRH6OYVY/s512/20121125nazionale-4.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="400" src="http://1.bp.blogspot.com/-XNhvzpcn0MU/ULIz27SJb0I/AAAAAAAAAC0/s3scRH6OYVY/s400/20121125nazionale-4.jpg" width="288" /></a></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">
<span style="color: #660000; font-family: Courier New, Courier, monospace; font-size: x-large;"><b>INTERNAZIONALE</b></span></div>
<span style="color: #660000; font-family: Courier New, Courier, monospace;"><span style="font-size: large;"><b>INTERVISTA</b>/ ICG: «Morsy ha cancellato la magistratura»</span><br /><span style="font-size: x-large;"><b>Il decreto è un grave errore politico</b></span></span><br />
<div>
<span style="color: #660000; font-family: Courier New, Courier, monospace;"><span style="font-size: x-large;"><b>Ma l’opposizione è divisa e fragile</b></span><br /><i>«L’Egitto tocca i nodi del rapporto tra stato e religione, in un clima di continua radicalizzazione dell’islamismo politico». «Morsy dialoga con Hamas, ma non cambia nulla nella politica estera egiziana»</i></span></div>
<div>
<span style="color: #660000; font-family: Courier New, Courier, monospace;"><i>Giuseppe Acconcia</i></span></div>
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<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, 'Times New Roman', serif;">«Morsy ha commesso un errore politico, il più grave dall’inizio della sua presidenza», assicura in un’intervista al manifesto, Elijah Zarwan, analista dell’istituto di ricerca indipendente International Crisis Group (ICG). «Chi, fino a questo momento, ha dato il beneficio del dubbio al presidente, ora lo percepisce come un autocrate. Ma Morsy sa di aver bisogno anche di parte dell’opposizione per mettere in atto la sua agenda che non è esclusivamente islamista», prosegue Zarwan commentando la dichiarazione costituzionale emessa dalla presidenza della repubblica lo scorso giovedì. </span><span style="font-family: Georgia, 'Times New Roman', serif;">«Con questo atto è stata annullata l’indipendenza della magistratura egiziana. Con la rimozione del procuratore generale del Cairo, Morsy ha messo fine al potere dei giudici egiziani.Ma, a differenza dei militari, la magistratura ha fatto quadrato e si sta opponendo duramente alla decisione del presidente», spiega il ricercatore. D’altra parte, l’esercito continua a difendere i suoi interessi corporativi in Egitto e non sembra che la nuova costituzione li intacchi. «Dopo la rimozione di Tantawi e Anan (leader della giunta militare, ndr) non c’è stata alcuna reazione degli ufficiali perché il controllo dei militari sull’economia egiziana e i privilegi dell’esercito non sono stati toccati, mentre ora è in gioco il potere giudiziario e la reazione è ben diversa», spiega Zarwan. </span></div>
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<span style="font-family: Georgia, 'Times New Roman', serif;">Sulla carta Morsy chiede la fiducia dei suoi sostenitori e di tutto il popolo egiziano per realizzare gli </span><span style="font-family: Georgia, 'Times New Roman', serif;">obiettivi rivoluzionari, ma in realtà acquisisce i poteri </span><span style="font-family: Georgia, 'Times New Roman', serif;">di un autocrate. «Quando pensavano che la chiave </span><span style="font-family: Georgia, 'Times New Roman', serif;">del potere fosse controllare il parlamento, i Fratelli </span><span style="font-family: Georgia, 'Times New Roman', serif;">musulmani lo hanno difeso. Ora che controllano la </span><span style="font-family: Georgia, 'Times New Roman', serif;">presidenza, vogliono trarre ogni vantaggio dal potere </span><span style="font-family: Georgia, 'Times New Roman', serif;">conquistato. Senza parlamento (sciolto con una </span><span style="font-family: Georgia, 'Times New Roman', serif;">sentenza della corte costituzionale lo scorso giugno, </span><span style="font-family: Georgia, 'Times New Roman', serif;">ndr) è la presidenza a decidere tutto.Ma il vero punto </span><span style="font-family: Georgia, 'Times New Roman', serif;">è la nuova costituzione», aggiunge Zarwan. È l’intero </span><span style="font-family: Georgia, 'Times New Roman', serif;">impianto della costituzione ad essere criticabile, </span><span style="font-family: Georgia, 'Times New Roman', serif;">dai poteri presidenziali al peso della religione nella </span><span style="font-family: Georgia, 'Times New Roman', serif;">carta costituzionale. Hanno finito per scrivere una </span><span style="font-family: Georgia, 'Times New Roman', serif;">costituzione islamista. I Fratelli musulmani vogliono </span><span style="font-family: Georgia, 'Times New Roman', serif;">presentarsi come rivoluzionari con legittimità democratica, </span><span style="font-family: Georgia, 'Times New Roman', serif;">ma non sono altro che un movimento conservatore </span><span style="font-family: Georgia, 'Times New Roman', serif;">sotto ogni aspetto, interessati a favorire gli </span><span style="font-family: Georgia, 'Times New Roman', serif;">investimenti esteri. Non solo, il dibattito interno alla </span><span style="font-family: Georgia, 'Times New Roman', serif;">Fratellanza è estremamente mal visto.Non noto mai </span><span style="font-family: Georgia, 'Times New Roman', serif;">divisioni nelle assemblee o segni di crisi interna. </span><span style="font-family: Georgia, 'Times New Roman', serif;">Quando ero ieri in piazza Tahrir tra i sostenitori della </span><span style="font-family: Georgia, 'Times New Roman', serif;">Fratellanza ho visto la loro aggressività nel confrontarsi </span><span style="font-family: Georgia, 'Times New Roman', serif;">con attiviste donne non velate. E questa radicalizzazione del discorso politico islamista avviene in un momento di grande dibattito in Egitto. Quando davvero si toccano i nodi della corretta comprensione della religione e del ruolo della religione nello stato. Per questo,mi attendevo che Morsy ampliasse i suoi poteri, ma pensavo lo facesse costruendo il consenso con le parti. In questo modo, sta occupando le istituzioni pubbliche senza controlli e con movimenti di piazza relativamente irrilevamenti. Ieri non era il 25 gennaio 2011 (giorno di inizio delle rivolte in Egitto, ndr)», aggiunge con ironia Zarwan.</span></div>
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"></span><br />
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">D’altra parte, le condizioni sul campo per un dialogo tra forze politiche sono deteriorate? «L’opposizione serve agli islamisti per approvare le necessarie riforme economiche e soprattutto per completare la scrittura della nuova costituzione», completa il ricercatore dell’ICG. «L’opposizione laica dovrebbe forzare Morsy a ricominciare il percorso costituzionale da zero. Ma la possibilità di compromesso è ora minima. Entrambe le parti degenerano nella controversia continua, limitando le reciproche possibilità di manovra».Mai Fratelli musulmani hanno senz’altro ottenuto un successo mediatico, favorendo il raggiungimento della tregua dalle ostilità a Gaza. «Morsy ha saputo discutere con Hamas ed il solo fatto di aver inviato il primo ministro, Hesham Qandil, a Gaza mentre erano in corso i bombardamenti rende chiaro quanto abbia rotto con la tradizionale politica di Mubarak. Di certo, però, gli interessi nazionali e, prima di tutto, l’alleanza con gli Stati uniti, così come la necessità di ottenere un nuovo prestito dal Fondo monetario internazionale non vengono messi in discussione dalla nuova leadership egiziana», conclude Elijah Zarwan.</span></div>
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">
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<b style="color: #660000; font-family: 'Courier New', Courier, monospace; text-align: left;">Il Manifesto</b></div>
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<div style="text-align: left;">
<span style="color: #660000; font-family: Courier New, Courier, monospace;"><b>Internazionale, pag. 4</b></span></div>
<div style="text-align: left;">
<span style="color: #660000; font-family: Courier New, Courier, monospace;"><i>domenica 25 novembre 2012</i></span></div>
<div style="text-align: left;">
<span style="color: #444444; font-family: Courier New, Courier, monospace; font-size: x-small;"><a href="http://www.ilmanifesto.it/"><i>http://www.ilmanifesto.it</i></a></span></div>
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Giuseppe Acconciahttp://www.blogger.com/profile/03169371726121277832noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5714513684485461439.post-33095098059148076162013-04-19T17:36:00.001+02:002013-04-19T17:36:57.243+02:00Intervista a Ilan Pappè<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<iframe allowfullscreen='allowfullscreen' webkitallowfullscreen='webkitallowfullscreen' mozallowfullscreen='mozallowfullscreen' width='320' height='266' src='https://www.youtube.com/embed/CSr42x0fG5I?feature=player_embedded' frameborder='0'></iframe></div>
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<span style="color: #660000; font-family: Courier New, Courier, monospace; font-size: large;"><b>Rainews 24</b></span><br />
<span style="color: #660000; font-family: Courier New, Courier, monospace; font-size: large;">Rassegna stampa</span><br />
<span style="color: #660000; font-family: Courier New, Courier, monospace; font-size: large;">Il Manifesto</span><br />
<span style="color: #660000; font-family: Courier New, Courier, monospace; font-size: large;"><b>Intervista a Ilan Pappè</b></span><br />
<span style="color: #660000; font-family: Courier New, Courier, monospace; font-size: large;"><b>«Solo una pausa della guerra»</b></span><br />
<span style="color: #660000; font-family: Courier New, Courier, monospace; font-size: large;">Internazionale, Dove è la pace</span><br />
<span style="color: #660000; font-family: Courier New, Courier, monospace;"><i>giovedì 22 novembre 2012</i></span><br />
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<a href="http://youtu.be/CSr42x0fG5I" style="background-color: white; border: 0px; cursor: pointer; margin: 0px; padding: 0px; text-decoration: initial;"><span style="color: #666666; font-family: Courier New, Courier, monospace; font-size: x-small;"><i>http://youtu.be/CSr42x0fG5I</i></span></a></div>
</div>
Giuseppe Acconciahttp://www.blogger.com/profile/03169371726121277832noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5714513684485461439.post-67003570079778392852013-04-15T18:11:00.000+02:002013-04-15T18:11:48.782+02:00Washington: «Il voto allontana la pace»<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://2.bp.blogspot.com/-gbL8TLYtw1E/ULipnvIrkMI/AAAAAAAAAFk/wOBKcW4lP7E/s720/20121130nazionale-2-3.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="262" src="http://2.bp.blogspot.com/-gbL8TLYtw1E/ULipnvIrkMI/AAAAAAAAAFk/wOBKcW4lP7E/s400/20121130nazionale-2-3.jpg" width="400" /></a></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<span style="color: #660000;"><br /></span></div>
<span style="color: #660000; font-family: Courier New, Courier, monospace;"><span style="font-size: large;"><b>LA PALESTINA C’È</b></span><br /><span style="font-size: large;"><b>DIPLOMAZIA · </b>Il sì di Francia e Spagna. E alla fine anche dell’Italia</span></span><br />
<div>
<span style="color: #660000; font-family: Courier New, Courier, monospace;"><span style="font-size: large;"><br /></span><span style="font-size: x-large;"><b>Washington: «Il voto allontana la pace»</b></span></span><br />
<div>
<span style="font-family: Courier New, Courier, monospace;"><br /></span></div>
<div>
<span style="color: #660000; font-family: Courier New, Courier, monospace;"><i>Giuseppe Acconcia</i></span><br />
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Sono forse oltre 150 su 193 i «sì» per il riconoscimento della Palestina come stato non membro delle Nazioni unite. Tra i favorevoli, ci sono i paesi del nord Europa. Ma a sorpresa ieri, insieme a Francia e Spagna, è arrivato il «sì» anche dell’Italia. Dalla Russia alla Cina, dal Brasile all’India: i paesi emergenti sostengono la richiesta palestinese. Si astengono invece Germania e Gran Bretagna, che lo aveva già fatto in occasione del riconoscimento dello stato di Israele nel 1948. Dall’altra parte, l’asse del «no» allinea Stati uniti, Israele e Canada.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">«Un momento di unità della comunità internazionale per rilanciare l processo di pace», ha definito il voto della notte il ministro degli esteri, Giulio Terzi. «Abbiamo lavorato a fondo - ha ribadito Terzi - per permettere che nascano le condizioni per una riapertura dei negoziati fra israeliani e palestinesi senza condizioni e che ci siano anche garanzie per la sicurezza di Israele, da un lato, per lo sviluppo economico e per il consolidamento istituzionale dell'Autorità palestinese, dall’altro», ha commentato Terzi. E così, sono arrivati i ringraziamenti al premier, Mario Monti, e al presidente della repubblica, Giorgio Napolitano, da parte di Abu Mazen, presidente dell'Autorità nazionale palestinese (Anp), in merito alla decisione del governo italiano di dare il proprio assenso alla risoluzione per la Palestina. Tuttavia, i partiti di centro-destra in Italia hanno criticato la decisione del governo, avvertita come in disconuità con le politiche di vicinanza ad Israele dei governi Berlusconi. Anche la comunità ebraica italiana non ci sta. «Una doccia fredda», ha definito la decisione del governo italiano il presidente della comunità ebraica di Roma, Riccardo Pacifici. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Come le autorità israeliane, anche gli Stati uniti ridimensionano la portata del voto. «Nessuno deve illudersi che questa risoluzione produrrà i risultati che i palestinesi dicono di cercare, e cioè avere il loro stato che viva in pace con Israele», ha detto Victoria Nuland, portavoce del dipartimento di Stato. Una delle principali preoccupazioni delle autorità americane è che la Palestina possa usare il suo status per entrare a far parte della Corte penale internazionale. </span></div>
<div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">«È il passo più importante verso la pace dal 1948. Da questo momento la comunità internazionale è costretta a cambiare atteggiamento sulla questione palestinese. Le posizioni di Italia, Francia e Spagna hanno costruito un consenso generale nel contesto delle rivolte arabe», ha spiegato almanifesto, Gilles Kepel, docente dell’università Sciences-po di Parigi. «L’obiettivo degli Stati uniti nella crisi di Gaza è stata di indebolire la componente di Hamas vicina all’Iran. L’attacco a Gaza e la tregua seguente hanno così rafforzato la componente di Hamas favorevole all’accordo con Fatah, (movimento guidato da Abu Mazen, ndr)».</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">In merito al ruolo egiziano per favorire il dialogo per l’unità nazionale palestinese, Kepel ha aggiunto: «Morsi ha proposto agli Stati uniti di gestire Hamas dialogando con la componente moderata, sunnita vicina ai Fratelli musulmani, guidata dal premier Ismail Haniye, mentre ha marginalizzato la componente filo-iraniana, vicina a Khaled Meshaal. In questo contesto, il presidente Morsi è costretto dalla gravissima crisi economica a scendere continuamente a patti con gli Stati uniti. E così gli israeliani per parlare con Hamas ora chiamano Morsi». A confermare l’assoluta identità di visioni tra la presidenza americana e i Fratelli musulmani egiziani sul conflitto israelo-palestinese sono arrivati gli elogi di Morsi al presidente Barack Obama in un’intervista al Times. «Le sue intenzioni coincidono con i fatti», ha detto il presidente egiziano, Morsi.</span></div>
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<span style="color: #660000; font-family: Courier New, Courier, monospace;"><b>Il Manifesto</b></span></div>
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<span style="color: #660000; font-family: Courier New, Courier, monospace;"><b>La Palestina c'è, pag. 3</b></span></div>
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<span style="color: #660000; font-family: Courier New, Courier, monospace;"><i>venerdì 30 novembre 2012</i></span></div>
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<span style="color: #444444; font-family: Courier New, Courier, monospace;"><a href="http://www.ilmanifesto.it/"><i>http://www.ilmanifesto.it</i></a></span></div>
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Giuseppe Acconciahttp://www.blogger.com/profile/03169371726121277832noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5714513684485461439.post-85681358006254759582013-04-12T17:37:00.000+02:002013-04-12T17:37:42.945+02:00Egitto, giudici contro Morsy<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://1.bp.blogspot.com/-XNhvzpcn0MU/ULIz27SJb0I/AAAAAAAAAC0/s3scRH6OYVY/s512/20121125nazionale-4.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="400" src="http://1.bp.blogspot.com/-XNhvzpcn0MU/ULIz27SJb0I/AAAAAAAAAC0/s3scRH6OYVY/s400/20121125nazionale-4.jpg" width="288" /></a></div>
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<span style="color: #660000; font-family: Courier New, Courier, monospace;"><b><span style="font-size: large;">INTERNAZIONALE</span></b><br /><br /><span style="font-size: large;"><b>EGITTO ·</b> Non si placa l’ondata di proteste contro il decreto presidenziale che colpisce l’indipendenza della magistratura</span><br /><span style="font-size: x-large;"><b>I giudici insorgono contro Morsy</b></span></span><span style="color: #660000; font-family: 'Courier New', Courier, monospace;"><br /></span><br />
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<span style="color: #660000; font-family: 'Courier New', Courier, monospace;"><i>Continua il sit-in di piazza Tahrir. I magistrati: decisione «senza precedenti»</i></span><span style="color: #660000; font-family: Courier New, Courier, monospace;"><br /><i><br /></i></span><br />
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<span style="color: #660000; font-family: Courier New, Courier, monospace;"><i>Giuseppe Acconcia</i></span><br />
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Lo scontro tra chi sostiene e chi si oppone al presidente Morsy si è spostato da piazza Tahrir alle porte del palazzo di giustizia tra via 26 luglio e via Ramsis, uno degli incroci più congestionati del Cairo. Un gruppo di giovani liberali e giudici gridavano la loro opposizione al decreto presidenziale, quando alcuni simpatizzanti di Libertà e giustizia, partito politico della Fratellanza, hanno iniziato ad urlare «A morte Abdel Maguid», l’ex procuratore generale silurato da Morsy. È iniziato così il lancio di lacrimogeni da parte di uomini in abiti civili: una scena che ormai si ripete da giorni al Cairo. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Ma ieri è stato l’intero potere giudiziario ad insorgere contro il controllo presidenziale sulla giustizia civile. È stato indetto lo sciopero nazionale della magistratura. Anche le corti provinciali si sono date appuntamento all’incrocio di via 26 luglio per denunciare un «attacco senza precedenti» all’indipendenza della magistratura. È l'accusa contenuta in un comunicato del Consiglio supremo della magistratura, che ha tenuto una riunione d'emergenza sui provvedimenti annunciati da Morsy, tra i quali il divieto per i giudici di sciogliere l'Assemblea costituente e la non impugnabilità delle decisioni presidenziali. Il Consiglio ha precisato poi che è sua «prerogativa occuparsi della magistratura e dei giudici» e ha espresso «rammarico» per la dichiarazione costituzionale presidenziale, che non dovrebbe riguardare «la magistratura nè intromettersi negli affari dei suoi componenti o influenzare le loro sentenze». </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Non solo, undici procuratori generali hanno chiesto di concludere il loro mandato in seguito al decreto emesso lo scorso giovedì, rimettendo la decisione nelle mani di Ahmed el-Zend, presidente del sindacato dei giudici. Infine, un gruppo di giudici del movimento per l’indipendenza della magistratura, in precedenza impegnato nell’opposizione all’operato dell’ex presidente Mubarak, ha espresso preoccupazione per i nuovi sviluppi politici. «Queste decisioni, sebbene contengano alcune richieste che vengono dal popolo egiziano, toccano direttamente la democrazia e la libertà», si legge nel comunicato. Nel testo si aggiunge che anche la riapertura autoritativa di casi che coinvolgono le violenze di piazza colpisce l’indipendenza del potere giudiziario. Già venerdì, i magistrati di Alessandria avevano deciso di sospendere le attività di tribunali e procure per esprimere il loro dissenso. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Ieri, il vice-presidente copto, Samir Morcos, si era dimesso. «Rifiuto di continuare in seguito a questa decisione presidenziale che mette in discussione il processo di transizione democratica e viola i miei compiti specifici di costruire le nuove istituzioni», ha detto Morcos in un’intervista al quotidiano arabo con sede a Londra Sharq al-Awsat. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Dopo i cortei dello scorso venerdì diretti verso piazza Tahrir e gli scontri con le forze di polizia, nuovi disordini sono esplosi ieri nella piazza simbolo delle manifestazioni del 2011 che hanno rovesciato il regime di Mubarak. La polizia in assetto antisommossa ha usato gas lacrimogeni per disperdere gruppi di manifestanti che arrivavano in piazza all’alba per unirsi a chi ha trascorso lì la notte. La folla si è poi data alla fuga, disperdendosi nelle strade circostanti. Da venerdì sera, alcuni attivisti si erano accampati in piazza Tahrir per un sit-in a oltranza contro Morsy.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">D’altra parte, i Fratelli Musulmani hanno chiamato la popolazione a una manifestazione di massa per il prossimo martedì a sostegno del presidente. In un comunicato postato su Ikhwanonline, sito della Fratellanza, è apparso un appello a sostenere Morsy nelle piazze di tutto l'Egitto dopo la preghiera della sera.Mentre la presidenza della repubblica, insieme a consiglieri ed assistenti, si è riunita ieri per decidere come reagire alle proteste di piazza. Dall’inizio delle manifestazioni ad un anno dalla strage di via Mohammed Moahmoud, costata la vita a decine di manifestanti, sono oltre sessanta gli attivisti arrestati nel centro del Cairo, molti dei quali già rilasciati. E il braccio di ferro tra poteri dello stato prosegue con un presidente sempre più forte e l’indipendenza della magistratura, nonché il peso giuridico della nuova costituzione e la transizione democratica, rimessi completamente in discussione.</span></div>
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<span style="color: #660000; font-family: Courier New, Courier, monospace;"><b>Il Manifesto</b></span></div>
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<span style="color: #660000; font-family: Courier New, Courier, monospace;"><b>Internazionale, pag. 4</b></span></div>
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<span style="color: #660000; font-family: Courier New, Courier, monospace;"><i>domenica 25 novembre 2012</i></span></div>
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<span style="color: #444444; font-family: Courier New, Courier, monospace; font-size: x-small;"><a href="http://www.ilmanifesto.it/"><i>http://www.ilmanifesto.it</i></a></span></div>
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Giuseppe Acconciahttp://www.blogger.com/profile/03169371726121277832noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-5714513684485461439.post-88072665138438828722013-04-11T00:48:00.001+02:002013-04-11T00:48:04.215+02:00Esercito-Egitto<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://4.bp.blogspot.com/-eSNsRhOXoPU/UL3gxa_jmeI/AAAAAAAAAI0/F8qS6cmJdQg/s512/Camera%2520Commercio%2520Genova.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="400" src="http://4.bp.blogspot.com/-eSNsRhOXoPU/UL3gxa_jmeI/AAAAAAAAAI0/F8qS6cmJdQg/s400/Camera%2520Commercio%2520Genova.jpg" width="373" /></a></div>
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<a href="http://www.ge.camcom.gov.it/IT/Page/t01/view_html?idp=1008" style="background-color: white; font-size: 13.333333969116211px;" target="_blank"><span style="color: #660000; font-family: Courier New, Courier, monospace;">http://www.ge.camcom.gov.it/<wbr></wbr>IT/Page/t01/view_html?idp=1008</span></a></div>
Giuseppe Acconciahttp://www.blogger.com/profile/03169371726121277832noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5714513684485461439.post-84389772631567206832013-04-09T23:30:00.000+02:002013-04-09T23:30:34.594+02:00Islamisti in piazza per Morsi, il Paese è spaccato in due<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://2.bp.blogspot.com/-bRtDV47-YMg/ULtbnKvAHyI/AAAAAAAAAHE/dkbT049pQN8/s512/20121202nazionale-6.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="400" src="http://2.bp.blogspot.com/-bRtDV47-YMg/ULtbnKvAHyI/AAAAAAAAAHE/dkbT049pQN8/s400/20121202nazionale-6.jpg" width="290" /></a></div>
<span style="color: #660000; font-family: Courier New, Courier, monospace;"><br /></span>
<span style="color: #660000; font-family: Courier New, Courier, monospace; font-size: large;"><b>INTERNAZIONALE</b></span><br />
<span style="color: #660000; font-family: Courier New, Courier, monospace;"><br /></span>
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<span style="color: #660000; font-family: Courier New, Courier, monospace;"><b>Egitto /</b>SI AVVICINA IL REFERENDUM SULLA COSTITUZIONE</span><br />
<span style="color: #660000; font-family: Courier New, Courier, monospace;"><br /></span>
<span style="color: #660000; font-family: Courier New, Courier, monospace; font-size: x-large;"><b>Islamisti in piazza per Morsi, il Paese è spaccato in due</b></span><br />
<span style="color: #660000; font-family: Courier New, Courier, monospace;"><br /></span>
<span style="color: #660000; font-family: Courier New, Courier, monospace;"><i>Giuseppe Acconcia</i></span><br />
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">I bus organizzati dalla Fratellanza costeggiavano il grande zoo di Giza. Si raccolgono qui ogni pomeriggio famiglie e bambini per passare la loro giornata tra gabbie di leoni ed elefanti. Nel pomeriggio di ieri c’erano invece solo Fratelli musulmani e salafiti che hanno scelto i cancelli dell’Università del Cairo per esprimere il loro sostegno incondizionato al decreto Morsi. Dallo zoo all’Università, dove Barack Obama tenne il suo discorso al mondo arabo nel 2009, ci sono solo pochi passi. Per quelle strade, ieri pomeriggio, sedevano donne velate della Fratellanza, mentre dei signori con il segno della continua preghiera sulla fronte urlavano a squarcia gola: «Sharia» (legge islamica, ndr), «Il popolo vuole la decisione del presidente», «Non c’è altro dio che Allah», «Tahrir non è di tutti gli egiziani, è solo una goccia nel mare». Col passare delle ore, i cortei hanno continuato a confluire a Giza per le strade che il 30 giugno scorso sono state attraversate dagli islamisti per festeggiare il primo discorso di Morsi come presidente. Uno è arrivato dalla moschea Mustafa Mahmoud di Mohandessin, il secondo proveniva dalla moschea Amr Ibn El-Aas dell’antico quartiere di Helmeya, il terzo dalla moschea Istiqama di Giza. «È un uomo intelligente, non ha mai sbagliato fino ad ora. Ha rimborsato le famiglie dei martiri e ha preso queste decisioni per spingere il paese in avanti», ha detto Sarah, attivista pro-Morsi. «Il corano è la nostra costituzione»: si leggeva sui cartelli innalzati da altri manifestanti, che irridevano, Abdel Meguid Mahmoud, il procuratore generale cacciato col decreto presidenziale. A loro si sono uniti degli shaykh in corteo dalla moschea di Al-Azhar dal centro del Cairo. «Al Azhar sostiene la decisione del presidente». Ma, a guastare la festa, un albero si è abbattuto sui manifestanti uccidendo un uomo e 24 persone. Mentre alla metro Dokki, nel centro moderno della città, decine di passeggeri salivano sui vagoni gridando l’«Islam è la soluzione» e brandendo bandiere saudite. Manifestazioni ci sono state ieri anche ad Alessandria, Suez e Assiut, nel sud del paese. Nel centro di Alessandria, sono scoppiati tafferugli tra sostenitori e oppositori del presidente Morsi. Ma nel pomeriggio di sabato, la polizia antisommossa è stata schierata per dividere i due gruppi. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Mentre di sera, Morsi, leader dei Fratelli musulmani, ha ricevuto la bozza definitiva della nuova costituzione approvata all’alba di venerdì dall'Assemblea costituente. Nelle prossime ore sarà stabilito il giorno in cui si terrà il referendum consultivo che sancirà l’approvazione finale del testo. Ma restano numerosi punti controversi: i privilegi dell’esercito, l’applicazione della legge islamica nel diritto civile e di famiglia, i poteri del presidente. Non solo la Corte suprema deve ancora esprimersi sulla costituzionalità della legge elettorale e del decreto presidenziale nonché sulla validità dell’Assemblea costituente. Nel giugno scorso una sentenza dell’Alta corte capovolse il risultato elettorale, sancendo lo scioglimento del parlamento. D’altra parte, laici, socialisti e movimenti di opposizione hanno proseguito l’occupazione di piazza Tahrir contro il decreto che ha reso Morsi, secondo loro, «un nuovo faraone». Alcuni attivisti hanno minacciato di organizzare cortei verso il palazzo presidenziale di Heliopolis se Morsi non ritirerà il decreto. In realtà, una celere approvazione della costituzione, avvicinerebbe le elezioni parlamentari favorendo una più equilibrata divisione dei poteri tra presidente e Assemblea parlamentare eletta. Insieme ai gruppi di opposizione c’era ieri, anche Samir Morcos, l’intellettuale copto che ha lasciato la vice presidenza per unirsi al movimento di Amr Moussa e Mohammed el-Baradei. Ma le due piazze (Tahrir e l’Università del Cairo) individuano un paese diviso e in crisi.</span></div>
<br />
<br />
<b><span style="color: #660000; font-family: Courier New, Courier, monospace;">Il Manifesto</span></b><br />
<b><span style="color: #660000; font-family: Courier New, Courier, monospace;">Internazionale, pag. 6</span></b><br />
<i><span style="color: #660000; font-family: Courier New, Courier, monospace;">domenica 2 dicembre 2012</span></i><br />
<i><span style="color: #444444; font-family: Courier New, Courier, monospace;"><a href="http://www.ilmanifesto.it/">http://www.ilmanifesto.it</a></span></i></div>
Giuseppe Acconciahttp://www.blogger.com/profile/03169371726121277832noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5714513684485461439.post-85643435908303876472013-04-07T20:10:00.000+02:002013-04-07T20:10:00.428+02:00Le foto della presentazione di Roccapiemonte al palazzo Marciani<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://3.bp.blogspot.com/-j6veSYVYmao/UMDd0nB3m8I/AAAAAAAAAKk/XsMXFFftV80/s640/2012.11.30%2520-%2520Foto%2520presentazione%2520palazzo%2520Marciani%252000.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="240" src="http://3.bp.blogspot.com/-j6veSYVYmao/UMDd0nB3m8I/AAAAAAAAAKk/XsMXFFftV80/s320/2012.11.30%2520-%2520Foto%2520presentazione%2520palazzo%2520Marciani%252000.jpg" width="320" /></a></div>
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<a href="http://3.bp.blogspot.com/-h56V8mo7ZSs/UMDd3wSzN7I/AAAAAAAAAK4/Oa_3F5QaKaA/s640/2012.11.30%2520-%2520Foto%2520presentazione%2520palazzo%2520Marciani%252003.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="240" src="http://3.bp.blogspot.com/-h56V8mo7ZSs/UMDd3wSzN7I/AAAAAAAAAK4/Oa_3F5QaKaA/s320/2012.11.30%2520-%2520Foto%2520presentazione%2520palazzo%2520Marciani%252003.jpg" width="320" /></a></div>
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<a href="http://1.bp.blogspot.com/-1mpF1t4o6H0/UMDd6UoKDXI/AAAAAAAAALE/6XyCdqHrufA/s640/2012.11.30%2520-%2520Foto%2520presentazione%2520palazzo%2520Marciani%252006.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="240" src="http://1.bp.blogspot.com/-1mpF1t4o6H0/UMDd6UoKDXI/AAAAAAAAALE/6XyCdqHrufA/s320/2012.11.30%2520-%2520Foto%2520presentazione%2520palazzo%2520Marciani%252006.jpg" width="320" /></a></div>
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<a href="http://4.bp.blogspot.com/-c8lq8WzorAw/UMDd7nSjPVI/AAAAAAAAALM/CKP38m2pEhs/s640/2012.11.30%2520-%2520Foto%2520presentazione%2520palazzo%2520Marciani%252007.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="240" src="http://4.bp.blogspot.com/-c8lq8WzorAw/UMDd7nSjPVI/AAAAAAAAALM/CKP38m2pEhs/s320/2012.11.30%2520-%2520Foto%2520presentazione%2520palazzo%2520Marciani%252007.jpg" width="320" /></a></div>
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<a href="http://4.bp.blogspot.com/-XaNCze27JHk/UMDd79B-fAI/AAAAAAAAALU/3l-qqc7XsXg/s640/2012.11.30%2520-%2520Foto%2520presentazione%2520palazzo%2520Marciani%252008.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="240" src="http://4.bp.blogspot.com/-XaNCze27JHk/UMDd79B-fAI/AAAAAAAAALU/3l-qqc7XsXg/s320/2012.11.30%2520-%2520Foto%2520presentazione%2520palazzo%2520Marciani%252008.jpg" width="320" /></a></div>
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<a href="http://3.bp.blogspot.com/-qweWTgvd16U/UMDd8gOgfWI/AAAAAAAAALk/CRAfBZjElSI/s640/2012.11.30%2520-%2520Foto%2520presentazione%2520palazzo%2520Marciani%252009.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="240" src="http://3.bp.blogspot.com/-qweWTgvd16U/UMDd8gOgfWI/AAAAAAAAALk/CRAfBZjElSI/s320/2012.11.30%2520-%2520Foto%2520presentazione%2520palazzo%2520Marciani%252009.jpg" width="320" /></a></div>
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<a href="http://2.bp.blogspot.com/-sN3Hqb5EutY/UMDd9aJ0MLI/AAAAAAAAALs/tOzHXkIWNH8/s640/2012.11.30%2520-%2520Foto%2520presentazione%2520palazzo%2520Marciani%252010.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="240" src="http://2.bp.blogspot.com/-sN3Hqb5EutY/UMDd9aJ0MLI/AAAAAAAAALs/tOzHXkIWNH8/s320/2012.11.30%2520-%2520Foto%2520presentazione%2520palazzo%2520Marciani%252010.jpg" width="320" /></a></div>
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<a href="http://1.bp.blogspot.com/-VVT8eipQkvE/UMDd_tuYgWI/AAAAAAAAAL4/l9UnsSoK8rg/s640/2012.11.30%2520-%2520Foto%2520presentazione%2520palazzo%2520Marciani%252012.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="240" src="http://1.bp.blogspot.com/-VVT8eipQkvE/UMDd_tuYgWI/AAAAAAAAAL4/l9UnsSoK8rg/s320/2012.11.30%2520-%2520Foto%2520presentazione%2520palazzo%2520Marciani%252012.jpg" width="320" /></a></div>
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</div>
<div style="background-color: white; font-family: Arial, Tahoma, Helvetica, FreeSans, sans-serif; font-size: 13px; line-height: 18px; text-align: justify;">
<span style="text-align: left;"><span style="color: #660000; font-family: 'Courier New', Courier, monospace;"><b>Hanno partecipato Carmine Pinto, Marco Miggiano, Gaetano Fimiani e Aniello Pietro Torino</b></span></span></div>
<div style="background-color: white; font-family: Arial, Tahoma, Helvetica, FreeSans, sans-serif; font-size: 13px; line-height: 18px; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="separator" style="background-color: white; clear: both; font-family: Arial, Tahoma, Helvetica, FreeSans, sans-serif; font-size: 13px; line-height: 18px; text-align: left;">
<span style="color: #660000; font-family: 'Courier New', Courier, monospace;"><b>Palazzo Marciani</b></span></div>
<div class="separator" style="background-color: white; clear: both; font-family: Arial, Tahoma, Helvetica, FreeSans, sans-serif; font-size: 13px; line-height: 18px; text-align: left;">
<span style="color: #660000; font-family: 'Courier New', Courier, monospace;"><b>Via Calvanese</b></span></div>
<div class="separator" style="background-color: white; clear: both; font-family: Arial, Tahoma, Helvetica, FreeSans, sans-serif; font-size: 13px; line-height: 18px; text-align: left;">
<span style="color: #660000; font-family: 'Courier New', Courier, monospace;"></span><span style="color: #660000; font-family: 'Courier New', Courier, monospace;"><b>Roccapiemonte</b></span></div>
<div class="separator" style="background-color: white; clear: both; font-family: Arial, Tahoma, Helvetica, FreeSans, sans-serif; font-size: 13px; line-height: 18px; text-align: left;">
<span style="color: #660000; font-family: 'Courier New', Courier, monospace;"></span><span style="color: #660000; font-family: 'Courier New', Courier, monospace;"><i>venerdì, 30 novembre 2012</i></span></div>
</div>
Giuseppe Acconciahttp://www.blogger.com/profile/03169371726121277832noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5714513684485461439.post-53569951795995063782013-04-02T19:41:00.002+02:002013-04-07T20:08:33.502+02:00Le foto della presentazione di Roccapiemonte<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://1.bp.blogspot.com/-DjNLXBs_OSA/UL3ZAjT-okI/AAAAAAAAAIA/W5EosLvFxE0/s640/foto1.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="240" src="http://1.bp.blogspot.com/-DjNLXBs_OSA/UL3ZAjT-okI/AAAAAAAAAIA/W5EosLvFxE0/s320/foto1.jpg" width="320" /></a></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://4.bp.blogspot.com/-JopK2ftm5Ug/UL3Y_IQTETI/AAAAAAAAAH0/e6-YtDnsyUY/s640/foto%25202.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="240" src="http://4.bp.blogspot.com/-JopK2ftm5Ug/UL3Y_IQTETI/AAAAAAAAAH0/e6-YtDnsyUY/s320/foto%25202.jpg" width="320" /></a></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">
</div>
<div class="separator" style="background-color: white; clear: both; font-family: Arial, Tahoma, Helvetica, FreeSans, sans-serif; font-size: 13px; line-height: 18px;">
<span style="color: #660000; font-family: 'Courier New', Courier, monospace;"><b>Liceo Scientifico Statale </b></span></div>
<div class="separator" style="background-color: white; clear: both; font-size: 13px; line-height: 18px;">
<span style="color: #660000; font-family: Courier New, Courier, monospace;"><b>"Bonaventura Rescigno"</b></span></div>
<div class="separator" style="background-color: white; clear: both; font-family: Arial, Tahoma, Helvetica, FreeSans, sans-serif; font-size: 13px; line-height: 18px;">
<span style="color: #660000; font-family: 'Courier New', Courier, monospace;"><b>Via Viviano</b></span></div>
<div class="separator" style="background-color: white; clear: both; font-size: 13px; line-height: 18px;">
<span style="color: #660000; font-family: Courier New, Courier, monospace;"><b>Roccapiemonte (SA)</b></span></div>
<div class="separator" style="background-color: white; clear: both; font-family: Arial, Tahoma, Helvetica, FreeSans, sans-serif; font-size: 13px; line-height: 18px;">
<span style="color: #660000; font-family: 'Courier New', Courier, monospace;"></span><span style="color: #660000; font-family: 'Courier New', Courier, monospace;"><i>venerdì, 30 novembre 2012</i></span></div>
</div>
Giuseppe Acconciahttp://www.blogger.com/profile/03169371726121277832noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5714513684485461439.post-50944217912236827142013-03-28T12:34:00.000+01:002013-03-28T12:34:45.764+01:00Le Nazioni unite ritirano il «personale non essenziale»<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://2.bp.blogspot.com/-EqOirN47G50/UL27pViAV9I/AAAAAAAAAHY/2rtCRdt59NI/s512/20121204nazionale-7.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="400" src="http://2.bp.blogspot.com/-EqOirN47G50/UL27pViAV9I/AAAAAAAAAHY/2rtCRdt59NI/s400/20121204nazionale-7.jpg" width="291" /></a></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
<span style="color: #660000; font-family: Courier New, Courier, monospace;"><b><span style="font-size: large;">INTERNAZIONALE</span></b><br /><span style="font-size: large;"><b>Siria/</b>HILLARY CLINTON: «NO ARMI CHIMICHE»</span><br /><br /><b><span style="font-size: x-large;">Le Nazioni unite ritirano il «personale non essenziale»</span></b><i>Duro monito degli Usa. Putin insiste dal summit Russia-Turchia a Istanbul: «Favorire il dialogo Assad-insorti»</i></span><br />
<div>
<span style="color: #660000; font-family: Courier New, Courier, monospace;"><br /></span></div>
<div>
<span style="color: #660000; font-family: Courier New, Courier, monospace;"><i>Giuseppe Acconcia</i></span></div>
<div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; font-size: 12pt;"><span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Le Nazioni Unite lasciano la Siria e si avvicina
la resa dei conti per il regime di Bashar al Assad. «È necessario trovare un
equilibrio tra il lavoro del personale Onu per il popolo siriano e la loro
stessa sicurezza». Sono le parole con cui il portavoce delle Nazioni Unite,
Martin Nesirky, ha spiegato la decisione con effetto immediato di ritirare
tutto il personale non essenziale dal paese, annunciata dall'Ufficio per gli
affari umanitari (Ocha) di Ginevra. Le Nazioni Unite hanno deciso anche di
vietare i viaggi fuori dalla capitale Damasco al personale restante. «La
situazione della sicurezza è diventata estremamente difficile, anche a Damasco
- ha chiarito Raghouane Nouicer, coordinatore regionale per gli aiuti umanitari
dell’Onu. «Finchè la sicurezza degli operatori umanitari non è garantita, le
agenzie Onu rivedono le dimensioni della loro presenza nel paese e il modo in
cui distribuiscono gli aiuti umanitari», ha aggiunto il dirigente. <o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><span class="apple-converted-space"><span style="background-color: white; font-size: 12pt;">La crisi siriana è entrata in una fase molto delicata. In una
nota ufficiale, diffusa ieri, il governo siriano ha assicurato che non farà
ricorso ad armi chimiche. </span></span><span style="background-color: white; font-size: 12pt;">«La Siria
difende il suo popolo e assieme al suo popolo lotta contro il terrorismo legato
ad al Qaeda, sostenuto da paesi noti, primi tra i quali gli Stati Uniti»,
prosegue il testo. Tuttavia, dopo la notizia diffusa nei giorni scorsi di uno
spostamento di armi chimiche all’interno del paese, sono arrivate le parole di avvertimento
e condanna di Hillary Clinton. «Si tratta di una linea rossa, ancora una volta
abbiamo avvertito Assad, il suo comportamento è da condannare, le sue azioni
contro il popolo siriano sono tragiche», ha denunciato Clinton.</span> <span style="background-color: white; font-size: 12pt;">Queste dichiarazioni sono state ribadite anche da Jay Carney,
portavoce della Casa Bianca. Nel fine settimana lo spostamento di armi chimiche
siriane ha portato a una serie di comunicazioni di emergenza in Europa e negli
Stati uniti, nonché al monitoraggio delle Alture del Golan da parte dell’aviazione
israeliana. Gran Bretagna, Francia e Stati uniti hanno valutato possibili piani
da mettere in atto nel caso in cui fosse necessario neutralizzare un attacco
con armi chimiche. Già nell’agosto scorso, il presidente degli Stati uniti Barack
Obama aveva detto che una minaccia dell'uso di armi chimiche da parte di Assad
avrebbe rappresentato «una linea rossa» che avrebbe potuto aprire la porta a un
intervento americano. «Questo potrebbe cambiare i miei calcoli», aveva aggiunto
Obama.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><span style="background-color: white; font-size: 12pt;">D’altronde, a lasciare ieri la Siria, c’è stato
anche il portavoce del ministero degli esteri, Jihad Makdissi. Il politico si è</span><span style="background-color: white; font-size: 12pt;">Š</span><span style="background-color: white; font-size: 12pt;">imbarcato
a Beirut su un volo per Londra. Pochi minuti prima, la televisione del
movimento sciita libanese Hezbollah, al-Manar, aveva annunciato in fretta e
furia le dimissioni di al-Maqdisi. Nel frattempo, si teneva ieri un vertice
sulla crisi siriana tra Russia e Turchia a Istanbul. Durante il vertice, il
presidente russo, Vladimir Putin ha ribadito l’intenzione di favorire il
dialogo tra Bashar al-Assad e gli insorti, mentre Ankara ha confermato il suo
appoggio ai ribelli sunniti. Le forze armate di Ankara hanno fatto decollare
aerei militari dopo che il regime siriano aveva bombardato postazioni dei
ribelli a Ras al-Ain, città sul confine con la Turchia. <o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; font-size: 12pt;"><span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Come se non bastasse, gli scontri tra insorti e
esercito regolare sono proseguiti per tutta la giornata di ieri in Siria.
Secondo i ribelli, sono almeno 90, tra cui otto bambini e sette donne, le
persone rimaste uccise ieri. Vittime ci sono state nei dintorni di Aleppo, a
Damasco, Homs, Hasake, Idlib e, nel sud, tra Daraa, Dayr az Zor, nonché a Hama
e Latakia.</span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; background-position: initial initial; background-repeat: initial initial; font-family: 'Times New Roman', serif; font-size: 12pt;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; font-size: 12pt;"><span style="color: #660000; font-family: Courier New, Courier, monospace;"><b>Il Manifesto</b></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; font-size: 12pt;"><span style="color: #660000; font-family: Courier New, Courier, monospace;"><b>Internazionale, pag. 7</b></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; font-size: 12pt;"><span style="color: #660000; font-family: Courier New, Courier, monospace;"><i>martedì 4 dicembre 2012</i></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify;">
<span style="background-color: white; font-size: 12pt;"><span style="color: #444444; font-family: Courier New, Courier, monospace;"><i><a href="http://www.ilmanifesto.it/">http://www.ilmanifesto.it</a></i> </span><span style="font-family: Times New Roman, serif;"><o:p></o:p></span></span></div>
</div>
</div>
Giuseppe Acconciahttp://www.blogger.com/profile/03169371726121277832noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5714513684485461439.post-15882233363553259092013-03-27T11:39:00.001+01:002013-03-27T11:39:45.742+01:00Si vota<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<iframe allowfullscreen='allowfullscreen' webkitallowfullscreen='webkitallowfullscreen' mozallowfullscreen='mozallowfullscreen' width='320' height='266' src='https://www.youtube.com/embed/iw7fJtLtau4?feature=player_embedded' frameborder='0'></iframe></div>
<br />
<br />
<br />
<span style="background-color: white; color: #660000; font-family: 'Courier New', Courier, monospace;"><b>Radio Vaticana</b></span><br />
<span style="background-color: white; color: #660000; font-family: 'Courier New', Courier, monospace; font-size: 13px; line-height: 18px;">Radiogiornale, ore 19.30</span><br />
<span style="background-color: white; color: #660000; font-family: 'Courier New', Courier, monospace; font-size: 13px; line-height: 18px;"><i>sabato 8 dicembre 2012</i></span><br />
<br />
<span style="color: #660000; font-family: Courier New, Courier, monospace; font-size: x-large;"><b>Egitto: referendum il 15 dicembre. No dei Fratelli Musulmani alle richieste dell'opposizione</b></span><br />
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Il referendum sulla bozza della nuova Costituzione in Egitto si tenga il 15 dicembre come previsto. Lo chiedono i Fratelli Musulmani rifiutando quindi la richiesta dell’opposizione di rinviare la consultazione popolare. Continua intanto il sit-in di protesta davanti al palazzo del presidente Morsi. Dal Cairo Giuseppe Acconcia:<br />Il governo egiziano ha approvato oggi un decreto legge immediatamente operativo che accresce i poteri dei militari per la difesa della sicurezza nazionale. E lo scontro tra islamisti e opposizione laica non si placa. In un comunicato, il presidente Morsi ha aperto ad un possibile rinvio del referendum costituzionale del prossimo 15 dicembre. Tuttavia, nessuna forza del Fronte nazionale di salvezza, guidato dal premio Nobel Mohammed El-Baradei, ha aderito al tentativo di dialogo, voluto per oggi dal presidente egiziano. Soltanto Ayman Nour, leader del partito liberale al Ghad, esponenti dei Fratelli musulmani e salafiti si sono presentati all’incontro. Dal canto loro, i Fratelli musulmani fanno quadrato intorno a Morsi: «Difenderemo l'Egitto, la sua rivoluzione e la sua costituzione qualsiasi sia il sacrificio», ha detto la guida della Fratellanza Mohamed Badie. Le manifestazioni intorno al palazzo presidenziale di Heliopolis sono ancora in corso. Ma per il ritorno della stabilità il presidente egiziano fa di nuovo affidamento sui militari.</span><br />
<div>
<span style="background-color: white; color: #343434; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 14px; line-height: 21px;"><br /></span></div>
<div>
<span style="background-color: white; line-height: 21px;"><span style="color: #444444; font-family: Courier New, Courier, monospace; font-size: x-small;"><i><a href="http://www.news.va/it/news/egitto-referendum-il-15-dicembre-no-dei-fratelli-m">http://www.news.va/it/news/egitto-referendum-il-15-dicembre-no-dei-fratelli-m</a></i></span></span></div>
<br />
<div>
<span style="background-color: white; font-family: Arial, Tahoma, Helvetica, FreeSans, sans-serif; font-size: 13px; line-height: 18px;"><br /></span></div>
</div>
Giuseppe Acconciahttp://www.blogger.com/profile/03169371726121277832noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5714513684485461439.post-89731017326768066412013-03-26T11:20:00.000+01:002013-03-26T11:20:12.005+01:00Iran, Rimosso il capo polizia informatica dopo la morte in carcere del blogger Beheshti<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://2.bp.blogspot.com/-EqOirN47G50/UL27pViAV9I/AAAAAAAAAHY/2rtCRdt59NI/s400/20121204nazionale-7.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="400" src="http://2.bp.blogspot.com/-EqOirN47G50/UL27pViAV9I/AAAAAAAAAHY/2rtCRdt59NI/s400/20121204nazionale-7.jpg" width="291" /></a></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
<span style="color: #660000; font-family: Courier New, Courier, monospace; font-size: large;"><b>INTERNAZIONALE</b></span><br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
<b style="color: #660000; font-family: 'Courier New', Courier, monospace; font-size: x-large; text-align: left;"><br /></b></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
<b style="color: #660000; font-family: 'Courier New', Courier, monospace; font-size: x-large; text-align: left;">IRAN</b></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">
<span style="color: #660000; font-family: Courier New, Courier, monospace; font-size: large;"><b>Rimosso il capo polizia informatica dopo </b></span><b style="color: #660000; font-family: 'Courier New', Courier, monospace; font-size: x-large;">la morte in carcere del blogger Beheshti</b></div>
<br />
<br />
<span style="color: #660000; font-family: Courier New, Courier, monospace;"><i>Giuseppe Acconcia</i></span><br />
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Giro di vite a Tehran dopo la morte in carcere del blogger iraniano, Sattar Beheshti. È stata disposta la rimozione del capo della polizia informatica iraniana, Saeed Shokrian. Le dimissioni sono state motivate da «errori nell’esercitare una sufficiente supervisione» sulle circostanze che hanno portato alla morte del blogger. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Beheshti, 35 anni, era stato arrestato per «crimini informatici» e secondo la procura generale iraniana era stato trovato morto nella sua cella il 3 novembre scorso, quattro giorni dopo il suo arresto. Secondo Amnesty International e Human Rights Watch, ma anche a detta di parlamentari iraniani vicini al movimento riformista, l’ipotesi più accreditata è che il blogger anti-governativo sia morto in seguito a torture. Nei giorni scorsi sono state aperte tre inchieste che hanno portato a vari arresti. «La magistratura indagherà sul caso», ha detto Mohammad Larijani, leader dell’Alto consiglio per i diritti umani della magistratura iraniana, che ha parlato di morte «sospetta». Secondo indiscrezioni, una probabile causa del decesso va ricercata in «pressioni psicologiche» esercitate su una persona già «estremamente debilitata». Secondo altre fonti, i risultati dell’autopsia hanno evidenziato l’arresto cardiaco e lividi senza fratture o colpi letali. Sattar Beheshti era stato già arrestato insieme ad altri attivisti iraniani durante i movimenti anti-governativi del 1999, 2003 e del 2009. Il giovane aveva spesso criticato le pessime condizioni in cui si trovano i prigionieri politici nelle carceri in Iran. Il blogger aveva organizzato varie manifestazioni contro il sistema di potere della Repubblica islamica nel centro di Tehran. Nei giorni scorsi, i familiari della vittima hanno denunciato di subire continue minacce e pressioni dopo la scomparsa del giovane.</span></div>
<span class="apple-converted-space"><span style="background: white; color: #333333; font-family: "Calibri","sans-serif"; font-size: 11.0pt; line-height: 115%; mso-ansi-language: IT; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-bidi-language: AR-SA; mso-fareast-font-family: Calibri; mso-fareast-language: EN-US;"><br /></span></span>
<span class="apple-converted-space"><span style="background: white; color: #333333; font-family: "Calibri","sans-serif"; font-size: 11.0pt; line-height: 115%; mso-ansi-language: IT; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-bidi-language: AR-SA; mso-fareast-font-family: Calibri; mso-fareast-language: EN-US;"></span></span><br />
<div class="MsoNormal" style="color: black; font-family: 'Times New Roman'; font-size: medium; line-height: normal; margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify;">
<span style="font-size: 12pt;"><span style="color: #660000; font-family: Courier New, Courier, monospace;"><b>Il Manifesto</b></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="color: black; font-family: 'Times New Roman'; font-size: medium; line-height: normal; margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify;">
<span style="font-size: 12pt;"><span style="color: #660000; font-family: Courier New, Courier, monospace;"><b>Internazionale, pag. 7</b></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="color: black; font-family: 'Times New Roman'; font-size: medium; line-height: normal; margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify;">
<span style="font-size: 12pt;"><span style="color: #660000; font-family: Courier New, Courier, monospace;"><i>martedì 4 dicembre 2012</i></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="color: black; font-family: 'Times New Roman'; font-size: medium; line-height: normal; margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify;">
<span style="font-size: 12pt;"><span style="color: #444444; font-family: Courier New, Courier, monospace;"><i><a href="http://www.ilmanifesto.it/">http://www.ilmanifesto.it</a></i> </span></span></div>
</div>
Giuseppe Acconciahttp://www.blogger.com/profile/03169371726121277832noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5714513684485461439.post-32190836972307158232013-03-24T13:43:00.000+01:002013-03-24T13:43:32.264+01:00Morsi tenta la carta del rinvio<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://3.bp.blogspot.com/-zYHgFCrJrCw/UMMPYssPXfI/AAAAAAAAANs/1PNjCULT6a4/s512/20121208nazionale-7.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="400" src="http://3.bp.blogspot.com/-zYHgFCrJrCw/UMMPYssPXfI/AAAAAAAAANs/1PNjCULT6a4/s400/20121208nazionale-7.jpg" width="293" /></a></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">
<span style="color: #660000; font-family: Courier New, Courier, monospace;"><b><span style="font-size: large;">INTERNAZIONALE</span></b></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">
</div>
<div class="separator" style="clear: both;">
<span style="color: #660000; font-family: Courier New, Courier, monospace; font-size: large;"><b>EGITTO ·</b> Referendum sulla Costituzione, posticipato l’avvio del voto per gli egiziani all’estero</span></div>
<div class="separator" style="clear: both;">
<span style="color: #660000; font-family: Courier New, Courier, monospace;"><br /></span></div>
<div class="separator" style="clear: both;">
<span style="color: #660000; font-family: Courier New, Courier, monospace; font-size: x-large;"><b>Morsi tenta la carta del rinvio</b></span></div>
<div class="separator" style="clear: both;">
<span style="color: #660000; font-family: Courier New, Courier, monospace;"><br /></span></div>
<div class="separator" style="clear: both;">
</div>
<div class="separator" style="clear: both;">
<span style="color: #660000; font-family: Courier New, Courier, monospace;"><i>Giuseppe Acconcia</i></span></div>
<div class="separator" style="clear: both;">
<span style="color: #660000; font-family: Courier New, Courier, monospace;"><b>IL CAIRO</b></span></div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify;">
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Tra via Mamleek e via el-Mogani ad Heliopolis, giovani
liberali e copti egiziani sono pronti a passare una nuova notte sulle
barricate. «Arrivano centinaia di persone perchè il discorso di Morsi ha
esasperato gli animi», ha detto Karim, giovane attivista liberale. «Sta
prendendo dal popolo più di quanto dà. Vuole altro sangue, sembra di assistere
ad una partita a scacchi», ha proseguito il giovane. E sulle accuse di
vandalismo mosse da Morsi, il giovane non ha dubbi: «I Fratelli musulmani che
ho visto ieri nell’area di Roxy (rione di Heliopolis, <i>ndr</i><span style="font-size: small;">) avevano lacrimogeni e la polizia non c’era. Quando poi sono
arrivati i poliziotti si sono appostati dietro gli agenti. Gli attivisti della
Fratellanza hanno lanciato direttamente lacrimogeni», ha assicurato Karim. <o:p></o:p></span></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify;">
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Ben sette cortei hanno sfilato ieri per le vie
del Cairo per protestare contro le parole, pronunciate ieri da Morsi. Il presidente
egiziano aveva invitato al dialogo i movimenti di opposizione promettendo
concessioni sui nuovi poteri presidenziali. <span class="apple-converted-space">Non
solo, il voto degli egiziani all’estero per il referendum al via oggi, è stato
rinviato al prossimo mercoledì. <o:p></o:p></span></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify;">
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Gli attivisti di opposizione tenevano alte
bandiere bianche con i volti dei giovani martiri disegnati, come gigantografie.
Sventolavano queste immagini con vigore ricordando ad ogni passo i nuovi
martiri: chi è morto mentre il presidente «rivoluzionario» è al potere. «Questo
è il volto di Gaber ucciso qualche giorno fa in via Mohammed Mahmoud», ci ha
spiegato Khaled. «Chiediamo le dimissioni di Morsi», urlavano, «Il popolo vuole
la fine del regime». I più giovani si sono arrampicati sulle fermate dei bus e le
rotaie dell’antico tram, da quella che una volta era la periferia del Cairo,
erano completamente occupate da centinaia di manifestanti. «Domani a
mezzogiorno siamo pronti per una nuova manifestazione, il nostro paese non è la
Siria», contestavano delle giovani donne dal marciapiedi. Dall’altra parte
della barricata, fatta di cemento e filo di ferro, c’era una fila di militari
della Sicurezza centrale e dietro di loro la guardia presidenziale in assetto
anti-sommossa. Tra i due gruppi erano schierati quattro carri armati
dell’esercito, sistemati la sera precedente. Al tramonto, un gruppo di
manifestanti ha divelto il filo spinato e ha scavalcato le barriere. Alcuni di
questi giovani sono arrivati a due passi dagli uffici presidenziali: un luogo
che nei melodrammi televisivi egiziani viene rappresentato come il posto dove
tutti i giovani avrebbero voluto entrare per parlare con Mubarak. «Dovrebbe annullare
il decreto presidenziale. Ma non lo farà, quindi boicotterò senz’altro il voto»,
racconta Eman, giovane vestita all’occidentale e con gli occhi pieni di rabbia
per gli ultimi eventi. Sui camion degli attivisti erano sistemate decine di
casse che trasmettevano musica assordante. Al seguito dei veicoli, tantissime
donne tenevano tra le mani il simbolo del «no», la stessa risposta che avevano
dato il 19 marzo del 2011 alla dichiarazione costituzionale temporanea voluta
dalla giunta militare. Una di loro aveva un cartello. «Non rappresenti nè
l’Islam né il paese (Morsi, <i>ndr</i>)». Si
vedevano le bandiere degli operai di Suez. Nei giorni scorsi, varie sedi della
Fratellanza tra Suez e Kafr el-Sheykh erano state date alle fiamme. Nella notte,
alcuni attivisti hanno tentato di raggiungere anche la sede centrale di Libertà
e giustizia al Cairo, nel quartiere di Moqattam, e di darle fuoco. Non solo, nel
pomeriggio di ieri ci sono stati scontri nel Delta del Nilo a Tanta, Mahalla,
Beheiria e Garbeya tra pro e anti Morsi. Ci sarebbero decine di feriti. In
particolare, nella città delle industrie tessili di Mahalla, i manifestanti
hanno fatto irruzione nel palazzo della municipalità.<o:p></o:p></span></span></div>
<span style="line-height: 115%;"></span><br />
<div style="text-align: justify;">
<span style="line-height: 115%;"><span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><span style="line-height: 115%;">Dal
canto loro, i sostenitori dei Fratelli musulmani hanno partecipato ai funerali di
due delle vittime di ieri nella moschea di Al Azhar. In seguito hanno raggiunto
il palazzo di Heliopolis. Molti attivisti laici denunciano l’uso strumentale
che viene fatto dei manifestanti islamisti per innescare scontri e tensioni in
cortei pacifici. </span><span class="apple-converted-space"><span style="background-color: white; line-height: 115%;">Ma ormai i margini per
il dialogo sono risicati. </span></span><span style="background-color: white; line-height: 115%;"><span style="font-size: small;">Il Fronte di salvezza nazionale, guidato dall’ex
presidente dell’Aiea, Mohamed el-Baradei, e Amr Moussa, ha annunciato il
rifiuto dell’offerta di dialogo. Con loro anche i liberali del Wafd. Sono poi
arrivate di sera parole di biasimo dalla Casa Bianca. Il presidente Barack
Obama, in una telefonata al presidente egiziano ha espresso «preoccupazione»
per le violenze di piazza. </span><span class="apple-converted-space">Per i giovani di
piazza Tahrir, ora assembrati nel quartiere di Heliopolis, si prepara una notte
di tensione. Altri hanno deciso di presidiare la piazza, dove si ascolta la
musica dei rapper e si moltiplicano le tende senza un motivo preciso. Mentre
decine di uomini e donne, incuranti degli scontri, entrano e escono, come ogni
sera dal minuscolo negozio el-Abd, nel centro del Cairo, con pacchi di mazbuza
e fetira, i dolci del venerdì di festa.</span></span></span></span></div>
<span style="line-height: 115%;">
<div style="color: #333333; font-family: 'Times New Roman', serif; font-size: 12pt; text-align: left;">
<span style="background-color: white; font-size: 12pt; line-height: 115%;"><span class="apple-converted-space"><br /></span></span></div>
<div style="font-size: 12pt; text-align: left;">
<span style="background-color: white; font-size: 12pt; line-height: 115%;"><span class="apple-converted-space"><span style="color: #660000; font-family: Courier New, Courier, monospace;"><b>Il Manifesto</b></span></span></span></div>
<div style="font-size: 12pt; text-align: left;">
<span style="background-color: white; font-size: 12pt; line-height: 115%;"><span class="apple-converted-space"><span style="color: #660000; font-family: Courier New, Courier, monospace;"><b>Internazionale, pag. 7</b></span></span></span></div>
<div style="font-size: 12pt; text-align: left;">
<span style="background-color: white; font-size: 12pt; line-height: 115%;"><span class="apple-converted-space"><span style="color: #660000; font-family: Courier New, Courier, monospace;"><i>sabato 8 dicembre 2012</i></span></span></span></div>
<div style="text-align: left;">
<span style="background-color: white; line-height: 115%;"><span class="apple-converted-space"><span style="color: #444444; font-family: Courier New, Courier, monospace; font-size: x-small;"><a href="http://www.ilmanifesto.it/"><i>http://www.ilmanifesto.it</i></a></span></span></span></div>
<div style="color: #333333; font-family: 'Times New Roman', serif; font-size: 12pt; text-align: left;">
<span style="background-color: white; font-size: 12pt; line-height: 115%;"><span class="apple-converted-space"><br /></span></span></div>
</span><br />
<br /></div>
Giuseppe Acconciahttp://www.blogger.com/profile/03169371726121277832noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5714513684485461439.post-76548271269922988092013-03-22T16:44:00.000+01:002013-03-22T16:44:06.309+01:00Stradedell'est trasloca<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
Da lunedì prossimo stradedell'est trasloca tra i blog del manifesto. Appena avrò il link del nuovo blog lo comunicherò a tutti. Dopo due anni di post sul Medio oriente e tanto altro, stradedell'est continuerà qui ancora per qualche settimana con gli ultimi aggiornamenti previsti, le novità invece le troverete su street politics, il nuovo blog che aprirà tra qualche giorno, grazie a tutti.</div>
Giuseppe Acconciahttp://www.blogger.com/profile/03169371726121277832noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5714513684485461439.post-45303443355969888922013-03-22T15:09:00.001+01:002013-03-22T15:09:45.640+01:00A due passi dal palazzo presidenziale<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
<iframe allowfullscreen='allowfullscreen' webkitallowfullscreen='webkitallowfullscreen' mozallowfullscreen='mozallowfullscreen' width='320' height='266' src='https://www.youtube.com/embed/WfXF8neDWfc?feature=player_embedded' frameborder='0'></iframe><br />
<br />
<span style="background-color: white; color: #660000; font-family: 'Courier New', Courier, monospace;"><b>Radio Vaticana</b></span><br />
<span style="background-color: white; color: #660000; font-family: 'Courier New', Courier, monospace; font-size: 13px; line-height: 18px;">Radiogiornale, ore 19.30</span><br />
<span style="background-color: white; color: #660000; font-family: 'Courier New', Courier, monospace; font-size: 13px; line-height: 18px;"><i>venerdì 7 dicembre 2012</i></span><span style="background-color: white; font-family: Arial, Tahoma, Helvetica, FreeSans, sans-serif; font-size: 13px; line-height: 18px;"> </span><br />
<span style="background-color: white; font-family: Arial, Tahoma, Helvetica, FreeSans, sans-serif; font-size: 13px; line-height: 18px;"><br /></span>
<span style="color: #660000; font-family: Courier New, Courier, monospace; font-size: x-large;"><b>Non si ferma la protesta in Egitto. I manifestanti arrivano fino al palazzo presidenziale</b></span><span style="background-color: white; color: #343434; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 14px; line-height: 21px;"><br /></span>
<span style="background-color: white; color: #343434; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 14px; line-height: 21px;">Al Cairo, i manifestanti sono riusciti a superare le barricate dell’esercito e sono arrivati fin sotto al palazzo presidenziale, mentre la guardia repubblica continua intanto a difenderne gli ingressi. Nel pomeriggio migliaia di persone si erano messe in marcia per ribadire la protesta contro il presidente Morsi e chiedendone la caduta. Il governo intanto cerca di portare al tavolo del dialogo l’opposizione che continua a rifiutare. Altre migliaia di dimostranti, da parte dei Fratelli musulmani hanno invece dato vita ad una manifestazione a circa due chilometri dal palazzo presidenziale. Intanto nel nord del Paese si registra l’assalto ad una sede del Fratelli Musulmani, con un bilancio di due poliziotti feriti e cinque arresti. Dal Cairo, </span><b style="background-color: white; border: 0px; color: #343434; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 14px; font: inherit; line-height: 21px; margin: 0px; outline: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;">Giuseppe</b><span style="background-color: white; color: #343434; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 14px; line-height: 21px;"></span><b style="background-color: white; border: 0px; color: #343434; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 14px; font: inherit; line-height: 21px; margin: 0px; outline: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;">Acconcia:</b><br />
<span style="background-color: white; color: #343434; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 14px; line-height: 21px;">Prosegue il braccio di ferro in Egitto tra islamisti e forze laiche. I movimenti di opposizione sono scesi di nuovo in piazza oggi. I manifestanti chiedono il ritiro della dichiarazione costituzionale dello scorso 22 novembre con la quale il presidente egiziano Mohammed Morsi ha ampliato i suoi poteri e il congelamento del referendum costituzionale del prossimo 15 dicembre. Dall’altro lato, Fratelli musulmani e salafiti si sono dati appuntamento nella moschea al Azhar per i funerali di due delle sette vittime degli scontri dei giorni scorsi. Ieri sera, in un discorso televisivo, il presidente Morsi aveva invitato l’opposizione al dialogo in un incontro ufficiale previsto per domani. Esponenti dell’opposizione dal premio Nobel Mohammed el Baradei all’ex segretario generale della lega araba, Amr Moussa hanno declinato l’invito. Le accuse reciproche tra forze laiche e islamiche mostrano un paese spaccato in due e sull’orlo di nuove tensioni. </span><br />
<span style="background-color: white; color: #343434; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 14px; line-height: 21px;"><br /></span>
<span style="background-color: white; font-size: 14px; line-height: 21px;"><span style="color: #666666; font-family: Courier New, Courier, monospace;"><i></i></span></span><br />
<span style="color: #666666; font-family: Courier New, Courier, monospace;"><i><a href="http://it.radiovaticana.va/news/2012/12/07/non_si_ferma_la_protesta_in_egitto._i_manifestanti_arrivano_fino_al_pa/it1-645753">http://it.radiovaticana.va/news/2012/12/07/non_si_ferma_la_protesta_in_egitto._i_manifestanti_arrivano_fino_al_pa/it1-645753</a></i></span><br />
<span style="color: #666666; font-family: Courier New, Courier, monospace;"><i><a href="http://www.news.va/it/news/non-si-ferma-la-protesta-in-egitto-i-manifestanti">http://www.news.va/it/news/non-si-ferma-la-protesta-in-egitto-i-manifestanti</a></i></span></div>
Giuseppe Acconciahttp://www.blogger.com/profile/03169371726121277832noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5714513684485461439.post-54050976053647162432013-03-18T12:19:00.001+01:002013-03-18T12:19:29.204+01:00L'opposizione e il boicottaggio del referendum<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<iframe allowfullscreen='allowfullscreen' webkitallowfullscreen='webkitallowfullscreen' mozallowfullscreen='mozallowfullscreen' width='320' height='266' src='https://www.youtube.com/embed/YgFfoAk92F4?feature=player_embedded' frameborder='0'></iframe></div>
<br />
<br />
<span style="background-color: white; color: #660000; font-family: 'Courier New', Courier, monospace;"><b>Radio Vaticana</b></span><br />
<span style="background-color: white; color: #660000; font-family: 'Courier New', Courier, monospace; font-size: 13px; line-height: 18px;">Radiogiornale,</span><br />
<span style="background-color: white; color: #660000; font-family: 'Courier New', Courier, monospace; font-size: 13px; line-height: 18px;"><i>lunedì 10 dicembre 2012</i></span><br />
<br />
<span style="color: #660000; font-family: Courier New, Courier, monospace; font-size: large;"><b>Egitto: l'opposizione conferma il boicottaggio del referendum del 15 dicembre</b></span><br />
Il Fronte nazionale di salvezza si è schierato per il boicottaggio del referendum costituzionale del prossimo 15 dicembre. Secondo il movimento che unisce il premio Nobel per la pace Mohammed el-Baradei, il nasserista Hamdin Sabbahi e l’ex segretario della Lega araba, Amr Moussa, “Morsi ha ignorato totalmente le domande dei manifestanti». Non solo, ha limitato il lavoro dei giornalisti e dei giudici. Dal Cairo, ci riferisce Giuseppe Acconcia<br />
<br />
<span style="font-family: Courier New, Courier, monospace; font-size: x-small;"><i>http://www.news.va/it/news/egitto-lopposizione-conferma-il-boicottaggio-del-r</i></span><br />
<br />
<div class="share-box" style="background-color: white; border: 0px; font: inherit; margin: 0px; outline: 0px; padding: 10px 0px 0px; vertical-align: baseline;">
</div>
<br /></div>
Giuseppe Acconciahttp://www.blogger.com/profile/03169371726121277832noreply@blogger.com0