domenica 23 settembre 2012

Egitto, 15.09.12



ESCALATION

Fuoco • La rabbia contro il film blasfemo incendia tutto il mondo musulmano: dai paesi arabi all’Asia, all’Africa. Almeno 6 i morti. Mentre il papa arriva in Libano

Egitto / NON SI PLACA LA RIVOLTA. NEANCHE IN IRAN, YEMEN, GIORDANIA

Scontri e un morto al Cairo Fratelli musulmani al bivio

Giuseppe Acconcia 
IL CAIRO

Dopo la Libia anche lo Yemen. Il portavoce del Pentagono, George Little, ha confermato l'invio di 50 marines dell’unità americana anti-terrorismo a Sanaa, per proteggere l’ambasciata degli Stati uniti dopo gli attacchi dei giorni scorsi. Le forze dell’ordine hanno usato idranti e gas lacrimogeni per allontanare la folla che si dirigeva verso l’edificio. Tentativi di assalto alle sedi diplomatiche degli Stati uniti sono andati avanti per tutto il pomeriggio di ieri, dopo la preghiera del venerdì, anche in Sudan, Marocco, Nigeria, India e Bangladesh. Manifestazioni intorno alle ambasciate americane hanno avuto luogo al Cairo, Tehran, Amman, Jakarta e Kuala Lumpur. L’ondata di violenze, innescata dal film blasfemo sulla vita del profeta, prodotto negli Stati uniti, L’innocenza dei musulmani, aveva causato il grave attacco jihadista di martedì scorso al consolato degli Stati uniti a Bengasi costato la vita a quattro cittadini americani, tra cui l’ambasciatore, Chris Stevens.
A Teheran, migliaia di manifestanti filo-governativi hanno protestato contro le immagini blasfeme sulla vita del profeta. I dimostranti gridavano «Morte all’America» e slogan contro Israele e Gran Bretagna. Mentre alcuni uomini hanno bruciato una bandiera americana di fronte all'Università di Teheran in via Enqelab. Poco prima il Segretario del Consiglio dei Guardiani, l’ayatollah, Ali Jannati, durante il sermone del venerdì aveva parlato di un segno del «riscatto» islamico in riferimento alle diffuse proteste contro gli Stati uniti dei giorni scorsi. Mentre la Guida Suprema, Ali Khamenei, aveva accusato «sionisti e il governo degli Stati uniti» di responsabilità nella produzione del film e nell’innescare le violenze. Anche ad Amman, centinaia di affiliati a gruppi salafiti si sono riuniti intorno all’ambasciata degli Stati uniti gridando slogan anti-americani. La polizia ha allestito un cordone di sicurezza intorno alla sede diplomatica, impedendo ai manifestanti di raggiungere l’edificio.
D’altra parte, al Cairo è proseguito l’assedio all’ambasciata americana nel quartiere di Garden City, in corso dallo scorso martedì. Tuttavia, nel pomeriggio di ieri, i Fratelli musulmani hanno tentato di placare le tensioni revocando l’invito a scendere in piazza. Khayrat al-Shater, leader e ideologo del movimento islamista, ha lanciato messaggi conciliatori invitando alla calma. «Non riteniamo che il governo americano o il suo popolo siano responsabili degli atti commessi da poche persone che abusano delle leggi sulla libertà di espressione»: ha scritto al-Shater in una lettera al New York Times. Ma il personale diplomatico dell’ambasciata degli Stati uniti in Egitto ha denunciato toni anti-americani veementi in messaggi postati da esponenti della Fratellanza su Twitter. E così, lo scontro settario non si ferma. Dopo gli scontri di giovedì, un muro di blocchi di cemento è stato issato tra la moschea Omar Makram e piazza Tahrir per impedire l’afflusso dei manifestanti verso l’ambasciata americana. Tutte le strade di accesso all’ambasciata sono bloccate da filo spinato e dalle forze della sicurezza centrale. Gli scontri di giovedì hanno determinato il ferimento di oltre 200 persone e l’arresto di 37 attivisti.
Nel pomeriggio di venerdì, è iniziata una fitta sassaiola tra manifestanti e forze di sicurezza. Il lancio di lacrimogeni da parte delle forze dell’ordine è proseguito per tutta la giornata di ieri. I manifestanti sono stati respinti verso piazza Tahrir e alle porte dell’Hotel Semiramis sulla Corniche del Nilo. «È proibito rappresentare il profeta soprattutto se si lo scopo è di rappresentare l’opposto dei suoi insegnamenti» - ha dichiarato l’attivista, Otham che ha passato la notte lungo via Qasr al-Aini, che costeggia l’ambasciata americana. Negli scontri è stato ucciso un giovane manifestante, mentre ci sarebbero almeno undici feriti di cui cinque poliziotti. «Mi sento insultato da Stati uniti e Gran bretagna perchè siamo costantemente sotto attacco» - ha aggiunto un salafita, con barba lunga e zebiba, il segno della preghiera. «Se passiamo sopra a questi insulti al profeta, ci calpesteranno altre mille volte» - ha commentato Abdel Khaliq, venditore ambulante accorso per le manifestazioni.

Altri assembramenti si sono tenuti intorno alla moschea al Azhar nel centro antico del Cairo e alle porte della moschea al-Fatah nel quartiere di Ramses. Mentre i salafiti delle Gamaat al-islamyya si sono dati appuntamento ai cancelli della moschea Mohammed Mahmoud. Hanno partecipato a questa manifestazione anche rappresentanti della chiesa cristiano copta. Nel Sinai, è stato circondato da gruppi di beduini e salafiti il campo di Sheikh Zuwayed, sede della missione di peecekeeping, promossa dalle Nazioni unite in seguito agli accordi di Camp David. Tre osservatori colombiani sono rimasti feriti. Lo scontro settario sembra alimentato da flussi inesauribili di notizie incerte sulle identità di autori e produttori del film blasfemo. L’assedio del Cairo mette per la prima volta alla prova la capacità dei Fratelli musulmani egiziani di gestire la crisi e ristabilire la sicurezza interna.

Il Manifesto
Escalation, pag.2
sabato 15 settembre 2012





venerdì 21 settembre 2012

Sudan, 15.09.2012


ESCALATION

Fiamme • Violenze così vaste hanno colto di sorpresa l’amministrazione americana.
La politica estera irrompe nelle presidenziali giocate finora solo in casa

SUDAN · Prese di mira le sedi di Usa, Germania e Gran Bretagna
Attacco alle ambasciate: 4 morti

Giuseppe Acconcia 


Dure violenze si sono registrate ieri in Sudan dopo le manifestazioni contro il film blasfemo sulla vita del profeta prodotto negli Stati uniti. A Khartoum, i manifestanti hanno attaccato le ambasciate tedesca, americana e inglese prima di essere sgomberati dalle forze dell’ordine. In particolare, gli attivisti sono riusciti a fare irruzione nella sede diplomatica tedesca. Secondo la stampa locale, degli uomini hanno infranto i vetri e appiccato un fuoco nel cortile dell’edificio. Dopo di che sono riusciti ad ammainare la bandiera tedesca. A quel punto, le forze dell’ordine avrebbero sparato contro i manifestanti causando quattro morti. Il paese è attraversato da una grave crisi interna e proteste contro il regime di Omar al-Bashir. Amnesty International ha chiesto alle autorità egiziane di arrestare il presidente sudanese in occasione della sua visita al Cairo prevista per domenica prossima. 




Il Manifesto
Escalation, pag.3
sabato 15 settembre 2012