lunedì 30 aprile 2012

Radio 3 - Pagina 3. Rassegna stampa delle pagine culturali


Radio 3 - Pagina 3
Rassegna stampa delle pagine culturali
Intervista al poeta egiziano Ahmed Foad Nigm


Alias, settimanale de Il Manifesto
sabato 14 maggio 2011

domenica 29 aprile 2012

La recensione di Sara Angrisani su "Il Roma"



Il volume "La Primavera egiziana" del giornalista di Roccapiemonte sarà illustrato presso la mediateca "MARTE"
Il libro di Giuseppe Acconcia verrà presentato domani a Cava

Il nuovo libro "La primavera egiziana e le Rivoluzioni in Medio Oriente" di Giuseppe Acconcia, sarà presentato venerdì 20 aprile alle ore 18.30 presso la Mediateca Marte a Cava de' Tirreni (SA), Corso Umberto I, 137. Saranno presenti Francesca Pilla, giornalista del Manifesto e il professor Emilio D'Agostino, Università di Salerno.
Il libro parte con un lungo viaggio iniziato nel 2009 da Damasco, passando per il Kurdistan e il confine con l'Iran fino a Teheran. Come dichiara l’autore: "Ho raccontato storie di giovani che manifestavano contro la rielezione di Mahmud Ahmadinejad, feriti, ma con ancora tanta voglia di combattere. I 18 giorni di rivoluzione sono descritti minuto per minuto da quando si sono raccolti i primi manifestanti fino a che le forze pro Mubarak li hanno arrestati. Sono morte 860 persone, uccise dalla polizia militare".
Il libro è una raccolta di voci e racconti di manifestanti, ma parla anche della vita dello scrittore al Cairo: "Ho conosciuto amici che da semplici studenti sono diventati protagonisti delle rivoluzioni. Oggi alcuni di loro siedono al Parlamento".
Questo libro mostra il talento e l'intraprendenza di un giovane che dalla provincia di Salerno è partito e ha viaggiato in paesi straziati da guerra e rivolte interne con la voglia di studiare e raccontare in prima persona storie di uomini e mondi differenti. Per Massimo Cirri che ha curato la prefazione, è un libro scritto sul campo, ma anche un viaggio che spiega le radici della rivoluzione egiziana del 2011-2012 e le conseguenze immediate per il futuro dell'Egitto e del Medio Oriente. A fare da scenografia alla presentazione ci sarà il video dell'artista Massimo Croce, immagini delle strade del Cairo prima della rivoluzione.
Sara Angrisani

Il Roma, Salerno
giovedì 19 aprile 2012


sabato 28 aprile 2012

Le foto della presentazione di Roma


















Hanno partecipato Vincenzo Nigro e Tiziana Barucci

Videoracconto di Massimo Croce

Libreria N'importe Quoi
Via Beatrice Cenci, 10
Roma
sabato, 21 aprile 2012

venerdì 27 aprile 2012

Il Reportage di Vincenzo Nigro su Repubblica



Il 23 maggio si vota per le presidenziali. Esclusi Shater del movimento islamico e l’ex spione di Mubarak Suleiman
La rete tessuta dall’esercito che ancora governa riporta in auge un nome del passato: l’ex ministro degli Esteri Amr Moussa


Egitto
La guerra dei generali ai Fratelli musulmani per il trono del Faraone

DAL NOSTRO INVIATO VINCENZO NIGRO

IL CAIRO L'altra notte il palazzo Yacoubian scintillava nelle luci stroboscopiche dei nuovi venditori di magliette e mutande che si sono impossessati di via Suleyman Pasha. Che hanno espugnato i negozi affacciati sul viale, orgoglio del grande commerciante armeno. La strada, il palazzo erano il simbolo di una Cairo internazionale, raffinata ma classista, stabile e razzista ma sicura nei suoi riferimenti e nelle gerarchie. Adesso il palazzo disegnato nel 1934 da un architetto italiano per il grande armeno è un corpo umano in decadenza; le rughe, le crepe, gli anni, sono ricoperti da un cerone colorato, insegne e luci che si arrampicano fino al terzo, al quarto piano.
L'interno è una grotta oscura e maleodorante, i vecchi gradini di marmo scavati dal passaggio incessante. A un certo punto la tv del portiere di Yacoubian, eternamente avvitato alla sedia accanto all'ascensore Schindler, lancia la notizia: è deciso, i 10 candidati alle presidenziali squalificati venerdì sabato scorso rimarranno fuori dalla grande gara delle presidenziali.
Fuori l'ingegnere, Khairat el Shater, il capo miliardario dei Fratelli musulmani, l'uomo che candidandosi aveva rinnegato l'impegno della fratellanza a non presentare un loro uomo per non imporre la loro forza all'Egitto. Fuori il generale, Omar Suleiman, il capo delle spie e dei torturatori di Mubarak, che si era candidato subito dopo Shater «per non lasciare l'Egitto in mano agli integralisti». E fuori anche il predicatore, Hazem Abu Ismail, il militante salafita: con i soldi che tutti dicono arrivare dagli integralisti del Golfo, Abu Ismailei suoi fedeli da settimane hanno avvolto il Cairo di migliaia di manifesti, altri colori e luci per conquistare gli egiziani nelle presidenziali del 23 maggio.
La mano che ha guidato la Commissione elettorale distillata dai generali che ancora governano l'Egitto ha fatto una scelta che non può essere casuale. Omar Suleiman, il capo delle spie, è stato cancellato per 31 firme che mancavano nel distretto di Assiut, 31 firme sulle 100 mila raccolte per presentare la candidatura. Shater bloccato per una vecchia condanna per riciclaggio, decisa dai tribunali di Mubarak nel 2006 quando l'ingegnere era ormai diventato il cassiere, la mente e quindi il vero capo dei Fratelli Musulmani. Il salafita invece è stato respinto perché sua madre avrebbe avuto passaporto americano (vietati parenti stranieri ai candidati), anche se lui giura che era solo una carta verde, un permesso di soggiorno.
In strada, attorno a Yacoubian, i commercianti hanno subito iniziato a discutere, urlare, protestare e inneggiare. Più felici quelli che, odiando Mubarak e il suo braccio destro, temevano l'eterna prosecuzione del regime militar-torturatore. Più violenti i salafiti, che hanno tirato sassi sulla polizia sotto la sede della Commissione elettorale. Più cauti i Fratelli musulmani, fra di loro qualcosa è cambiato: per imporre la sua candidatura el Shater aveva portato la shura, il consiglio supremo della Fratellanza, a votare e a dividersi: 56 voti a favore, 52 contro. Ancora una conferma delle divisioni, delle correnti che attraversano il grande movimento islamico che per 80 anni è riuscito a sopravvivere alla repressione del regime monarchico e di quello dei militari. 
«Khairat el Shater rimane il vero uomo forte dei Fratelli, ma ormai sembra chiaro, il gioco elettorale cambia e bisogna pensare ai candidati sopravvissuti», dice Dina Ezzat di Al Ahram. El Shater aveva un "piano B", i Fratelli per sicurezza avevano candidato anche Mohamed Morsi, il capo del partito Libertà e Giustizia creato per correre e vincere nelle elezioni parlamentari. Anche lui come Shater è un ingegnere, ma per tutti è un semplice uomo d'apparato, senza carisma. «Soprattutto Morsi è un uomo considerato più conservatore nel panorama dei Fratelli, quindi meno capace di attrarre i voti degli islamici moderati che pure si sono mostrati molto forti all'interno dei Fratelli», dice Giuseppe Acconcia, un ricercatore italiano che vive fra Londra e Cairo. 
«Si, è vero, Mohamed Morsi è un leader capace di lavorare in squadra, ma certo non è un trascinatore, e neppure un buon oratore» ammette Mohammad Sudan, un portavoce dei Fratelli. E allora? Innanzitutto risalgono le quotazioni di Abdel Monheim Abol Fotouh, un islamico liberale che molti, fra gli stessi ragazzi di piazza Tahrir non vedono come una minaccia oscurantista per il futuro dell'Egitto. Ma soprattutto molti guardano al buon, affidabile Amr Moussa: ex ministro degli Esteri di Mubarak, fatto fuori dal raìs perché non era più così servile come serviva, Amr Moussa per 10 anni ha poi guidato la Lega araba. Si è fatto una fama di intransigente anti-israeliano (quindi anti-americano) rispetto alla squadra che era rimasta con Mubarak. Oggi, di fatto, i generali guardano a lui come a una garanzia, come a un alleato che possa attrarre perfino i voti dei ragazzi di piazza Tahrir.
Fino a qualche settimana fa era solo un candidato debole; oggi tutti ricordano che è un buon nazionalista egiziano, da tempo lontano dal circolo magico di Mubarak. Il suo nome gira, nell'ultimo sondaggio del Centro di studi politici Al Ahram addirittura è in testa, col 30 per cento dei voti. Non significa molto: i suoi nemici all'interno della vecchia banda Mubarak potrebbero remargli ancora contro, e soprattutto il potente Shater in un mese ha ancora spazio e forza per conquistare la vittoria ai Fratelli. La battaglia per costruire l'Egitto del doporivoluzione è ancora lunga, il portiere di palazzo Yacoubian tiene acceso il televisore.



Vincenzo Nigro
La Repubblica, pag.45
giovedì 19 maggio 2012


http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2012/04/19/egitto-la-guerra-dei-generali-ai-fratelli.html

lunedì 23 aprile 2012

Le foto della presentazione di Cava de' Tirreni








































Hanno partecipato Emilio D'Agostino e Francesca Pilla

Videoracconto di Massimo Croce

Mediateca MARTE
Corso Umberto I, 137
Cava de' Tirreni (SA)
venerdì, 20 aprile 2012




Coordinare Davide Speranza