venerdì 2 dicembre 2011

Lettura critica di Apolidia di Alessandro Ramberti

La poesia di Giuseppe Acconcia sembra avere un taglio da reporter, una sorta di prosa poetica ben calata nell'oggi, di cui sviscera problematiche di genere, di confronto fra culture e in definitiva politiche e “globali”, con occhio così coinvolto da parere distaccato: «sono sguardi di altro pianeta / sembrano fissi, immobili, spenti / senza riflessi o bagliori improvvisi»; «sono pronto a rimanere solo / poiché anche se solo, in assenza di ogni rumore, / sento sempre il sibilo assordante di un acufene.» (AR)

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