giovedì 10 marzo 2011

Egitto, referendum per la Costituzione. Copti nel mirino: più di dieci morti.


Il 19 marzo si terrà in Egitto il referendum sulle modifiche alla Costituzione. Gli egiziani decideranno chi è candidabile alla presidenza, la durata del mandato e la sospensione della legge di emergenza. Eman Sharaf, nuovo primo ministro, è sceso venerdì in piazza tra i manifestanti e ha parlato con alcuni giovani della coalizione dei rivoluzionari. Sharaf, ministro dei trasporti tra il 2004 e il 2005,  ingegnere, dimessosi in conflitto con Gamal e businessmen della vecchia guardia, è stato l’unico membro di un governo di Mubarak ad unirsi l’8 febbraio ai manifestanti. Anche Khayrat Al Shater dei Fratelli musulmani, in prigione dal 2006, era in piazza venerdì. Nel colloquio che Sharaf ha avuto con la gente in piazza, i manifestanti hanno chiesto radicali cambiamenti nella polizia di stato, il rilascio di detenuti, la formazione di un governo tecnico, composto da civili. “Sharaf ha detto di tornare a casa. E se non agirà nell’interesse della Rivoluzione, di ritornare in piazza” – dice Khaled, che dormirà nelle tende di piazza Tahrir anche stanotte. Una parte dei manifestanti ha intenzione di continuare a protestare. Parte della “coalizione del 25 gennaio” ha uno spirito antipolitico. E saranno proprio questi gruppi a non lasciare la piazza finchè l’ultimo membro del vecchio regime sarà al potere.
Il clima, soprattutto in alcuni quartieri resta teso. “Gli egiziani non si fidano della polizia - sostiene Labib, giornalista di Youm El Saba, fermato nei giorni delle manifestazioni. E questo perché le istituzioni egiziane si sono indebolite. Finché non verrà ricostruito un ministero dell’interno, chi avrà fiducia nei poliziotti?”. Si registrano sparatorie e regolamenti di conti in quartieri popolari come Sayeda Zeinab, Dar El Salam e Shubra. In particolare in questo quartiere lo sciopero del settore chimico farmaucetico è culminato in scontri che hanno determinato l’intervento dell’esercito. “Dal mio balcone di casa- racconta preoccupato Emad, giovane studente di Sayeda Zeinab- vedo gruppi di malvimenti che lottano tra loro con coltelli e armi. E nessuno interviene per fermarli”. Molti ritengono che il degenerare delle condizioni di sicurezza dipenda dall’assenza della polizia e dall’attendismo dell’esercito. Mentre è ancora difficile capire se il sistema giudiziario sarà in grado di processare gli ex ministri del governo Mubarak. E’ fissata per il cinque marzo prossimo la prima udienza dell’ex ministro dell’interno, Habib El Adly, accusato di concussione. Lo stesso El Adly è stato iscritto nel registro degli indagati per l’attentato alla chiesa cristiano-copta di Alessandria del 7 gennaio scorso. E se i bambini sono tornati a scuola domenica, molti genitori preferiscono tenerli in casa. “Non è sicuro spostarsi da un quartiere ad un altro della città. – dice Eman, madre di quattro bambine. E ho ancora notizie di persone scomparse, di autobus fermati da malviventi per spaventare i bambini”. Questa atmosfera tesa svuota le strade del Cairo dopo mezzanotte, in rispetto del coprifuoco. E sconvolge le abitudini di molti egiziani che di solito si attardano nei mercati e nei piccoli caffè aperti fino a notte fonda.
Ma a subire direttamente questo vuoto politico sono in particolare i cristiani copti. Nei giorni scorsi, una chiesa è stata bruciata ad Helwan. E nella notte di martedì sono morti almeno dieci copti nel quartiere popolare di Moqattam. Poche settimane fa, sei monaci del Monastero San Bishoy nel deserto egiziano sono rimasti feriti mentre l’esercito abbatteva un muro di cinta costruito dai religiosi. “In questo caso non c’è responsabilitá dell’esercito. I monaci non dovevano costruire su quel terreno – assicura padre Kamal della chiesa cattolica San Joseph del centro del Cairo. Non c’è un governo e la gente approfitta per commettere abusi edilizi”. Tutte le chiese del Cairo sono controllate dalla polizia o dall’esercito. “Nei giorni della rivolta non abbiamo avuto alcun attacco - continua il frate. Non so se le accuse mosse ad El Adly rispondano al vero. Potrebbe essere stata una mossa per distogliere l’attenzione da questioni politiche. Certo già nel mese di novembre la polizia ha chiesto di mettere ferri di protezione intorno alle chiese”. E sui Fratelli musulmani, padre Kamal non ha dubbi: “sono amici dei patriarchi copti, ma non vogliono che i cristiani siano classe dirigente in questo paese. E sono profondamente divisi”. Ho incontrato padre Bishoy nella chiesa copto-ortodossa Angelo Gabriele del quartiere popolare di Abdin. “Non ho notizie sicure su quello che è avvenuto nel deserto. Forse l’esercito ha una direzione islamista”. E sull’attentato di Alessandria: “è possibile che le accuse mosse al ministero siano vere. Con quell’attentato avrebbero dato l’impressione che gli islamisti sono un pericolo per i copti”. In merito all’azione politica dei Fratelli musulmani, il padre sorride: “le loro parole sono pacifiche, ma il loro cuore non si può scorgere.” Per entrare nella Cattedrale di San Marco del quartiere Abbasseya si viene controllati con un metal detector. Molti giovani si attardano nei giardini della chiesa dopo la messa della domenica. “Non è strano che gli attacchi ai cristiani avvengano quando c’è la polizia a proteggere i luoghi di culto? – si chiedono Rania e Mary. Nelle settimane della rivolta nessuno ha toccato le chiese nonostante non ci fosse alcun controllo”. Queste ragazze hanno il sospetto che il coinvolgimento dell’ex ministro dell’interno sia plausibile: “sono dei singoli uomini corrotti ad agire in questa maniera”. Mentre i Fratelli musulmani sono “a noi familiari, ci aiutano nei momenti di difficoltà. Molti di loro vogliono tenersi lontani dalla politica”. “E – aggiungono le ragazze – nei giorni delle proteste cristiani e musulmani stavano insieme a proteggere case e quartieri.” Se questi episodi di intimidazione a danno di cristiani e attivisti facciano parte di una strategia della tensione é ancora presto dirlo. La strada verso le elezioni è ancora piena di insidie.

Giuseppe Acconcia
da "La Sicilia" del 10 marzo
http://giornaleonline.lasicilia.it/GiornaleOnLine/stampa_articolo.php?id_articolo=695864&pagina=24

Nessun commento:

Posta un commento