martedì 8 marzo 2011

Assalto a file riservati, nuovo governo, coalizione dei giovani rivoluzionari

Sono proseguiti fino a ieri gli assalti alla sicurezza di stato in molti quartieri del Cairo. Questo corpo, che affianca la polizia, si occupa da decenni di raccogliere file riservati di affiliati a partiti e movimenti politici, a gruppi salafiti o di gente comune. Molte informazioni riservate sono state rinvenute nella sede della sicurezza di stato a Nasr City, mentre l’attacco alla sede di piazza Lazogli ha reso necessario l’intervento dell’esercito, che ha sparato in aria. Secondo il quotidiano Al Doustur, sarebbero stati rinvenuti anche file inerenti le strategie americane antiterrorismo. L’esercito, tramite facebook e sms, ha chiesto agli egiziani di restituire qualsiasi documento riservato. Gli attacchi alla sicurezza di stato hanno riportato per strada l’atmosfera della rivoluzione con scontri tra manifestanti e baltagheia. Questi gruppi hanno raggiunto nella notte di domenica piazza Tahrir. Proseguono ancora gli scioperi di lavoratori del Canale di Suez, impiegati, agricoltori, precari e disoccupati. La sera raggiungono piazza Tahrir, dove si uniscono ai poveri dei quartieri popolari di Embaba, Bulaq e Sayeda Zeinab, che dormono nelle tende della piazza.
Dopo la nomina del nuovo primo ministro, sembrava che fosse tornata la calma per le strade del Cairo. Il nuovo governo, guidato da Essam Sharaf, ha prestato giuramento lunedì sera davanti al capo del Consiglio supremo delle forze armate Hussein Tantawi. È un governo composto principalmente da tecnici. Cambiano il ministro degli esteri e della giustizia, accusati di aver favorito il trasferimento dei beni di Mubarak all’estero. Il primo è stato sostituito da Nabil El Arabi, ex giudice della Corte internazionale di giustizia. Il nuovo ministro della giustizia invece è Mohamed El Gendi, ex procuratore generale. Il generale Mansur El Essawi, ex governatore di Minya, è il nuovo ministro dell'interno e avrà il difficile compito di riorganizzare la polizia egiziana. Inoltre, Emad Abu Ghazi, professore di letteratura all'Università de Cairo, è stato nominato ministro della cultura, con l’incarico di mettere in sicurezza il patrimonio archeologico egiziano. Ancora non è chiaro chi sarà il nuovo ministro del petrolio. Gli ultimi due ministri che hanno ricoperto questa carica devono affrontare gravi accuse di corruzione, nonostante i loro dossier risultino coperti dal segreto di stato. Dopo le sue dimissioni, l’ex premier Shafiq è apparso in un programma televisivo dell’emittente On Tv. Per la prima volta nella storia della televisione egiziana, il giornalista e gli ospiti in studio hanno potuto formulare accuse dirette all’uomo vicino al presidente Mubarak sull’uso delle forze di sicurezza contro i manifestanti. L’ex premier sarebbe coinvolto anche in indagini di corruzione nella costruzione degli aeroporti del Cairo e di Alessandria.
La nomina di un governo tecnico è una vittoria della coalizione dei rivoluzionari del 25 gennaio. Era una delle richieste che i giovani del gruppo avevano presentato all’esercito. La coalizione è composta da attivisti del Tagammu, socialisti, membri del Wafd e giovani dei Fratelli musulmani. Nella sede del Tagammu in via Talat Harb, ho incontrato Khaled Telima, 27 anni, uno dei portavoce della coalizione. “Nel colloquio con l’esercito abbiamo indicato Sharaf tra i nomi per la carica di primo ministro perchè era con noi durante la rivoluzione. E l’esercito non ha posto veti”. Khaled ha ancora negli occhi il bagno di folla che ha festeggiato il nuovo primo ministro: “dopo la sua nomina, abbiamo incontrato Sharaf a casa sua. Gli abbiamo chiesto di non scegliere nessuno del vecchio regime”. Nell’incontro con l’esercito, i giovani avevano presentato richieste politiche e sociali: “Prima di tutto, abbiamo bisogno di tempo per formare nuovi partiti. Sei mesi non bastano perché ci siano le elezioni, solo gli ex del PND e dei Fratelli musulmani sarebbero pronti.” “E – continua Khaled - abbiamo assicurato all’esercito che, per fermare gli scioperi, è necessario prendere dei provvedimenti immediati. Bisogna formare una commissione economica per instituire un salario minimo, cancellare i debiti dei contadini e contrattualizzare i precari. Se queste cose il nuovo governo non le farà torneremo in piazza il 19 marzo.”

Giuseppe Acconcia

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