domenica 27 marzo 2011

Bugie oscure peste bubbonica festa mia

Ho spedito una cartolina che oggi è arrivata con queste parole:
bugie oscure peste bubbonica festa mia.

La rivelazione ai nativi americani di henri michaux
non fu opera di missionari.
L’onda con forza spropositata
travolge, sbatte sul fondo, gira e rigira,
abbandona le mani alle bolle,
e ricorda: la liberazione
è solo attraverso la peste bubbonica.
Del digiuno prolungato
di cui solo la pianta senza acqua afferra
il significato. Tu hai mai avuto fame?
No, dico, veramente fame?
E allora perdere la necessità quotidiana di svegliarsi
col pensiero di trovare cibo
ha o non ha affrancato l’uomo?
Che può passare le sue giornate
in reti finte, efficaci a mantenere
viva la sua volontà, senza pensare
mai alla ricerca del cibo.
Chi resta con l’istinto di
ricerca dove c’è tanta
roba non può che essere obeso?
Ho imparato da te michaux
a entrare nei pavimenti, a girare
la testa nelle proboscidi
di elefante e a capire le righe
di Lao Tzu. Non penso tu sia oscuro
ma io vorrei essere più chiaro.
Dei volti che vedo nei pensieri logici,
tutti ragazzi e padre e madre
accorsi per la festa mia
dopo la lettura al portico
della piazza, prima circondata dal mercato.
Quegli uomini e quelle donne
sono attraversati da un colore strano,
parlano in modo strano,
guardano e raccontano bugie:
le bugie della poesia,
le bugie dell’amico,
le bugie del viaggio.

Ballavamo uno dentro l’altro
in uno spazio strettissimo
muovendo i piedi e colpendo
la terra fino alle viscere
entrando dentro e saltando
fuori come lanciati missili
verso lo spazio,
le mani si univano
in una stretta unica
polposa di latte di
bufala tutto il giorno accasciata
nella palude in cui sguazzano
i miei fratelli bugiardi
in attesa della carestia purificatrice,
forse un’eruzione.

Si dorme meglio se
solo appoggiati, asciutti e lavati.

Giuseppe Acconcia
Tratto da 1,2,3, liberi tutti! 2007

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