mercoledì 1 giugno 2011

Intervista all'attivista afghana Najiba Ayubi, intervenuta alla Conferenza della società civile afghana a Roma

Afghanistan: attivista, religione e parita' sessi restano tabu' per la stampa
Ayubi, Liberta' di espressione garantita solo fino a un certo punto
Roma, 25 mag. -
(Aki) - A dieci anni dalla caduta del regime dei Talebani, religione e parita' sessuale restano argomenti ''tabu''' per i giornalisti afghani, per i quali ''la liberta' d'espressione e' garantita solo fino a un certo punto''. E' la denuncia che arriva da Najiba Ayubi, rappresentante del Comitato guida delle Organizzazioni afghane alla Conferenza internazionale di Roma 'Promuovere il Dialogo e la Pace in Afganistan: Rafforzare la società civile', che si e' conclusa oggi. ''Religione e parità sessuale sono ancora dei tabù per la stampa afghana - spiega ad AKI - ADNKRONOS INTERNATIONAL - Alle tv e alle radio afghane arrivano spesso le lamentele del governo. La libertà di espressione è garantita solo fino a un certo punto''.
La Ayubi racconta quindi di ''due casi'' in cui le pressioni del governo sui media afghani. ''Due volte ci sono arrivate delle vere e proprie intimidazioni: la prima tre anni fa da parte del ministero dell'Intelligence, che ha fatto una selezione di cose da dire e da tacere. E una seconda volta qualche mese fa, quando una commissione composta prevalentemente da mullah ha messo al vaglio l'intera programmazione video-radio dei media afghani alla ricerca di immagini o commenti da censurare'', afferma la Ayubi.
E' attraverso l'Ong DHSA-TKG (impegnata in progetti di educazione, protezione dell'ambiente, promozione culturale, difesa dei diritti all'informazione e aiuto umanitario), che la Ayubi lavora anche nel settore dei media. ''Controlliamo otto radio indipendenti e due giornali: Killid, che si occupa di politica, e Mursol, impegnato a difendere i diritti delle donne'', spiega, sottolineando come tra i dipendenti, ''il 40% sia composto da donne''. (segue)
Afghanistan: attivista, religione e parita' sessi restano tabu' per la stampa (2)
Roma, 25 mag. -
(Aki) - Nella relta' afghana, la Ayubi e' convinta sia necessario un ruolo importante della societa' civile, che - osserva - negli ultimi tempi si e' rafforzata. A sostegno della sua convinzione del peso della societa' civile, la Ayubi fa riferimento alle recenti rivolte contro governi autoritari in Medio Oriente e Nord Africa, sottolineando come ''nel lavoro svolto dagli attori della societa' civile vada ricercato il terreno dove sono nate le radici delle mobilitazioni''. Orgogliosa dei progressi realizzati dalla societa' civile afghana, l'attivista evidenzia che ''ora si parla con una sola voce nelle riunioni con il governo e si partecipa alle decisioni di costruzione istituzionale in vista della fine dell'impegno militare internazionale in Afghanistan, prevista nel 2014''.
In riferimento al processo di transizione che portera' entro tre anni al trasferimento completo delle responsabilita' al governo di Kabul, la Ayubi conferma la necessita' che la comunita' internazionale prosegua il suo impegno in Afghanistan. ''Abbiamo avuto conferma da alti ufficiali della Nato - afferma - che la comunità internazionale sta lavorando per mettere a punto una seconda fase di impegno civile nel nostro paese, con una strategia di costruzione democratica per l'Afghanistan, da avviare nel 2014 e concludere non prima del 2025''.

Giuseppe Acconcia, adnkronos, maggio 2011

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