giovedì 23 giugno 2011

Colloquio con Tarek Ramadan, intellettuale e nipote di Hassan al Banna, fondatore dei Fratelli Musulmani

Egitto: Ramadan, Fratelli Musulmani sono freno a riforme economiche
'Le rivolte hanno messo in luce gravi divisioni interne alla confraternita'
Roma, 9 giu. -
(Aki) - ''I Fratelli Musulmani non permetteranno riforme economiche secondo le richieste dei rivoluzionari''. E' quanto dichiara Tarik Ramadan, docente di Studi islamici all'Universita' di Oxford e nipote di Hassan Al Banna, fondatore dei Fratelli Musulmani, in un'intervista ad AKI-ADNKRONOSINTERNATIONAL. Il presidente dello Europe Muslim Network, e' intervenuto alla conferenza 'La speranza scende in piazza. L'Europa e le primavere arabe', svoltasi al Centro Studi Americani di Roma.
Secondo lo studioso e' la gestione delle riforme economiche la vera sfida dei governi arabi, ma spesso gli organismi economici internazionali dettano l'agenda politica. ''Con l'ingresso del Fondo monetario internazionale e della Banca Mondiale, la rivoluzione egiziana ha perso la sfida dell'indipendenza - afferma - Non sono gli islamisti il problema dell'Occidente, ma l'impossibilita' di uno sviluppo economico indipendente dai capitali internazionali''.
Ramadan sottolinea le divisioni interne alla confraternita. ''I Fratelli Musulmani non sono un movimento monolitico. Ci sono scontri tra correnti e generazioni'', dice. Secondo lo studioso, le divisioni sono state acuite dallo scoppio delle rivolte. ''L'alleanza postrivoluzionaria tra Esercito e Fratelli Musulmani mette ancor piu' in evidenza le tensioni interne alla confraternita''. Ramadan spiega che i Fratelli Musulmani osteggiano il concetto di ''secolarismo'' ma non la formazione di uno stato civile. (segue)
(Acc/AKI)
Egitto: Ramadan, Fratelli Musulmani sono freno a riforme economiche (2)
Roma, 9 giu. -
(Aki) - ''Il secolarismo nel mondo arabo e' inteso come l'imposizione di uno stato autoritario che ha il controllo sulle moschee - continua Ramadan - per questo gli islamisti preferiscono il concetto di 'stato civile'''. E proprio sui temi dell'integrazione delle minoranze, della partecipazione delle donne e del ruolo della legge islamica nello stato, Ramadan ammette che ''sono temi critici a cui la Fratellanza da' risposte diverse in ogni paese. Ad esempio in Tunisia, per il movimento islamista 'Nahda' anche un ateo puo' diventare presidente. IN molti paesi, proprio i Fratelli Musulmani potranno diventare i primi sostenitori dei diritti della donna e di una nuova Costituzione''.
Secondo Ramadan, questa eterogeneita' di vedute conferma l'assenza di una organizzazione interzazionale islamista con sede al Cairo ben strutturata. ''Lo sviluppo dell'islamismo politico va analizzato paese per paese e lo stesso varra' per stabilire le conquiste delle rivolte'', dice. In riferimento alla gestione del potere, Ramadan ammette che i Fratelli Musulmani devono ancora dimostrare di saper governare e interpretare il modello turco nei loro paesi.
''Nel caso sudanese, il leader dei Fratelli Musulmani al-Turabi si e' rivelato poco affidabile nel momento in cui ha ottenuto il potere'', spiega Ramadan. In riferimento alle rivolte e alle richieste spesso disattese di un'accelerazione, Ramadan crede che molto debba essere ancora fatto. ''Le rivoluzioni non sono finite. L'Esercito controlla ancora la Tunisia e l'Egitto, ora che i riflettori dei media internazionali si sono spenti. E l'attenzione internazionale non e' mai veramente arrivata ne' in Siria ne' in Yemen'', conclude Ramadan.
(Acc/AKI)
adnkronos, giugno 2011,
Giuseppe Acconcia

Nessun commento:

Posta un commento