mercoledì 12 dicembre 2012

RAMI SABRI «Non ho mai visto tanta violenza a Heliopolis»


INTERNAZIONALE

RAMI SABRI · Segretario del Partito socialista

«Non ho mai visto tanta 
violenza a Heliopolis»

Giuseppe Acconcia
IL CAIRO
I 150 arrestati nei cinque giorni di scontri di Ittihadeia, il palazzo presidenziale di Heliopolis, sono stati rilasciati uno dopo l’altro. Ma le accuse di vandalismo e sovversione avanzate da Mohammed Morsi restano. Nella notte dello scorso sabato 52 tra gli arrestati sono usciti dalla prigione della periferia del Cairo di Medinat Salam, tra loro Rami Sabri, segretario del Partito socialista del popolo. «Mi trovavo in via Khalifa Mahmoud avanti al palazzo presidenziale mercoledì sera, quando sei sostenitori dei Fratelli musulmani mi hanno aggredito con bastoni di metallo e coltelli. Con il passare dei minuti sono diventati decine, mi hanno trascinato per 500 metri, continuando a colpirmi», ha rivelato Rami in un’intervista al manifesto. Il giovane è ancora scosso e porta i segni delle ferite al volto e sul corpo, insieme a lui è stato picchiato duramente l’ex parlamentare liberale Mohammed Abou Ahmed e più avanti è stato ucciso il giornalista, Hussein Abou Deif. 
«A quel punto mi hanno spinto all’ingresso del palazzo e mi hanno circondato consegnandomi alla polizia. Sono sicuro che ad usare violenza sono stati uomini dei Fratelli musulmani, cantavano slogan pro-Morsi e nominavano uno degli uomini chiave in questa fase, Mohammed el-Beltagy, (segretario di Libertà e giustizia, partito politico della Fratellanza, ndr), tra loro ho riconosciuto Alaa Hamza, leader del movimento islamista nella regione di Sharqiya», ha garantito Rami. Nelle manifestazioni dei giorni scorsi, i Fratelli musulmani coinvolti provenivano dalle province intorno al Cairo, molti dal Delta del Nilo, altri dalle regioni di Garbeiya e Munoufeya, mentre la maggior parte degli attivisti arrestati proveniva dal Cairo. «Nella stazione di polizia ci hanno accusato di detenere bottiglie molotov e coltelli: denunce fabbricate sul nulla, tanto che il magistrato ha deciso di lasciarci andare senza procedere ad alcuna incriminazione. Siamo vittime non criminali», ha denunciato Rami. Secondo l’attivista socialista, andare al voto in questo contesto sarebbe folle. «Con continue manifestazioni e l’assenza di supervisione dei giudici, non vedo come sia possibile non cancellare un referendum che è stato organizzato in due settimane, tutto viene fatto nell’emergenza, non viene mai permesso ai movimenti politici di organizzare campagne elettorali o di strutturare un discorso politico accessibile a tutti», ha garantito Rami. 
A concordare con lui, Nadim Mansour, direttore del Centro egiziano per i diritti economici e sociali, vicino all’ex candidato comunista Khaled Ali. «Il contesto attuale è di fascistizzazione politica. Nessuno renderà conto di queste violenze, si fa uso di milizie armate e attivisti islamisti vengono mandati in posti specifici per sostenere le decisioni del presidente prima che vengano annunciate». È la denuncia di Nadim. «Ma ancora più grave è l’assenza di dibattito sulla Costituzione. Nella nuova Carta non è specificato a che età un bambino può iniziare a lavorare e quindi sarà permesso il lavoro minorale. Non solo, vengono eliminati i tetti minimi e massimi ai salari. Infine, mi preoccupa il fatto che il diritto alle libertà sindacali sia vago». Nadim sta svolgendo un lavoro di grande interesse, dopo mesi di impegno, si è concluso il progetto promosso da movimenti socialisti, comunisti e sindacali: «la Costituzione scritta da contadini, pescatori, lavoratori, sotto occupati e casalinghe». «Vorrebbero che l’acqua del Nilo sia pulita e maggiori diritti sociali e sanitari, ma il nostro lavoro non è ancora finito perché stiamo traducendo gli articoli scritti in dialetto dai contadini in un corpus unitario che presto renderemo pubblico», ha aggiunto Nadim.

Il Manifesto
Internazionale, pag. 8
martedì 11 dicembre 2012

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