martedì 27 marzo 2012

Arresto. La Città



CAIRO
Sequestro lampo per tre italiani
ecco il loro racconto

Sono Francesca Mininel, goriziana di 35 anni, il fidanzato Stefano Lazzaro, padovano di 27 anni, e Giuseppe Acconcia, un loro amico ventinovenne di Salerno. Hanno chiesto aiuto per telefono all'amica livornese Martina Guerrini. Ora stanno bene

Sequestro lampo per tre italiani in Egitto. Tra loro c’è anche un giovane salernitano, il ventinovenne Giuseppe Acconcia che aveva deciso di raggiungere, dal 29 gennaio scorso, gli amici Francesca Mininel, 35 anni di Gradisca d’Isonzo che da tempo insegna storia e filosofia al Leonardo Da Vinci, liceo italiano al Cairo, e il fidanzato Stefano Lazzaro, padovano di 27 anni. I tre hanno chiesto aiuto per telefono all’amica livornese Martina Guerrini.
«Ieri mattina alle 10 - hanno raccontato sotto choc - mentre eravamo in taxi, una banda di civili, armati di coltelli e spranghe, ci ha fermato e rapito. Abbiamo temuto il peggio, poi siamo stati rilasciati». Con loro c’erano anche alcuni membri delle ambasciate australiana e canadese. Attualmente sono in un albergo del capoluogo egiziano (hotel Konrad) e temono di non riuscire a tornare nella loro casa al Cairo per poi prendere un aereo per l’I talia. «Due sono entrati nel bagagliaio e uno nei sedili dietro -ha raccontato la 35enne di Gorizia - Subito ci hanno requisito i cellulari, togliendo anche le batterie. Lì abbiamo avuto paura, temevamo che ci facessero sparire nel nulla».
Secondo il racconto di Francesca lei e gli altri due italiani sono stati portati fino a un posto di blocco, anche questo formato da civili: «Lì ci hanno raggruppati con sei o sette persone, tutti membri dell’ambasciata australiana e canadese. Poi ci hanno fatto fare il giro di tre caserme. Abbiamo provato a chiedere cosa volessero da noi, ma non ci hanno dato risposte». Poi sono stati portati in una quarta caserma, dove sono stati rilasciati e si sono uniti al gruppo di canadesi e australiani.
«Non possiamo tornare a casa - ha raccontato la ragazza -. Abitiamo vicino a piazza Tahir, dove si svolgono gli scontri, è troppo pericoloso. Ma a casa abbiamo soldi e documenti, senza i quali non possiamo tornare neanche in Italia. L’ambasciata italiana ha detto che l’unico modo per venirci a prelevare qui all’hotel Konrad è che venga un loro furgone, poi scortato da mezzi dell’esercito egiziano. Ma per adesso è una soluzione poco praticabile».

A.C.
venerdì, 4 febbraio 2011
http://lacittadisalerno.gelocal.it/dettaglio/articolo/3354049

Nessun commento:

Posta un commento