domenica 3 febbraio 2013

Verso il Referendum



Radio Vaticana
Radiogiornale,
venerdì 14 dicembre 2012

Egitto: domani il referendum sulla Costituzione. Ancora forti frizioni tra presidente e opposizione

In Egitto vigilia incandescente per il referendum sulla nuova Costituzione. Anche oggi manifestazioni sia dei sostenitori del presidente Morsi, che dell’opposizione. Si andrà al voto in due date, domani e il 22 dicembre prossimo, a causa della defezione ai seggi di gran parte della magistratura, contraria alla nuova Carta. Sul piede di guerra anche il fronte che accusa il presidente del tentativo di svolta autoritaria e che minaccia di non riconoscere il voto se non vi saranno le condizioni di necessaria trasparenza. Le Chiese cristiane, intanto, fanno appello alla partecipazione: “Gli egiziani esprimano il proprio voto in libertà e secondo coscienza”. Sul clima a poche ore dall’apertura delle urne, Giancarlo La Vella ha sentito il giornalista Giuseppe Acconcia, che si trova in Egitto:

R. - Per oggi sono previste due manifestazioni opposte: una dei Fratelli Musulmani - ovviamente a favore del presidente Morsi e della nuova Costituzione - e l’altra del fronte delle opposizioni. Come al solito, si riuniranno in Piazza Tahrir e poi in altri quartieri della città. Ieri, il fronte delle opposizioni ha espresso grande preoccupazione per la correttezza del voto. Soprattutto Amr Mussa e El Baradei hanno parlato della difficoltà di tenere il voto in due giorni. Il fronte dell’opposizione fa notare come in questo modo sia più facile manipolare il risultato del referendum.
D. - I contatti che hai con gli egiziani dimostrano che effettivamente c’è questa spaccatura nel Paese anche a livello della popolazione?
R. - Sì. La popolazione è divisa: c’è chi vuole che questo voto per il "sì" riporti la stabilità nel Paese e condizioni economiche migliori, e chi come l’opposizione che spinge per il “no” sostenendo alcuni punti critici della nuova Costituzione che vanno dai poteri del presidente della Repubblica, alle questioni relative alle corti militari che possono giudicare i civili, e a tanti piccoli elementi che sono considerati non appropriati nella nuova Costituzione, come il riferimento ai valori della moralità e della famiglia, che potrebbero limitare i diritti delle minoranze religiose e delle donne. Quindi la società egiziana non soltanto è spaccata nel giudicare il referendum, ma è spaccata nel giudicare la figura di Mohammed Morsi. Questo referendum di oggi e del 22 dicembre prossimo, si sta trasformando in un referendum pro o contro Morsi.
D. - Ritieni che dopo il voto non tanto lo scontro con le opposizioni, ma quello con la magistratura possa in qualche modo rientrare?
R. - Già nei giorni scorsi alcuni magistrati sono tornati indietro, dopo che il presidente Morsi ha ritirato il decreto presidenziale del 22 novembre nel quale ampliava i suoi poteri. Ma la spaccatura con la magistratura è particolarmente grave non soltanto perché il decreto presidenziale ha limitato il ruolo dei magistrati, ma anche perché all’interno della nuova Costituzione ci sono punti che limitano l’operato dei magistrati, in particolare quello secondo il quale i civili possono essere processati da corti militari. Ecco perché la spaccatura con i magistrati è grave, e la magistratura ha continuato a manifestare anche nei giorni scorsi insieme a gran parte della stampa egiziana. Infatti, l’altro punto grave è la limitazione del diritto di espressione: quindi sono i giornalisti e i magistrati che continuano a manifestare per le strade del Cairo e anche nelle altre città egiziane.


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