mercoledì 8 agosto 2012

Morsy giura sabato, continua il toto-ministri, abrogata legge di emergenza bis


EGITTO


I Fratelli musulmani trattano con i militari



Giuseppe Acconcia 
IL CAIRO



“Non trattiamo nè sullo scioglimento del Parlamento nè sulla dichiarazione costituzionale complementare”- ha dichiarato al manifesto Mahmud Guzlan, portavoce dei Fratelli musulmani. “Queste decisioni non riguardano un partito, ma tutti gli egiziani” – ha continuato il dirigente di Libertà e giustizia. A conferma delle parole di Guzlan, centinaia di egiziani rimangono in piazza Tahrir per chiedere che sia riconosciuta al nuovo presidente la stessa autorità del suo predecessore. Ma dietro le quinte, continuano gli incontri tra Consiglio supremo delle forze armate ed islamisti sulla chiusura del Moghles Shaab, la Camera egiziana. La Corte costituzionale deciderà se l’intero Parlamento deve essere sciolto il prossimo sette luglio. Nel frattempo, Mohammed Morsy dovrebbe giurare sabato di fronte alla Corte Costituzionale. Anche il Segretario di stato americano Hilary Clinton potrebbe fare visita  nei prossimi giorni al neo-eletto presidente. D’altra parte, continuano i lavori dell’Assemblea Costituente. Hossam al-Gheriany, capo della Corte di Cassazione, ne è stato nominato presidente. Mentre ieri è stata anche definita la composizione della commissione esecutiva. Ne fanno parte tra gli altri: Abu Ela Mady, del partito Wasat (centro) e Amr Drag dei Fratelli musulmani. Ma l’Aventino costituente continua. Nella sessione dello scorso martedì, 57 deputati liberali e di Rivoluzione continua hanno lasciato l’Assemblea, mentre vari rappresentanti laici hanno rassegnato le loro dimissioni. Analoghe defezioni avevano determinato lo scioglimento della prima Assemblea costituente lo scorso marzo. D’altra parte, i colloqui con esponenti politici e autorità religiose diventano frenetici nei pressi delle sedi del movimento dei Fratelli musulmani e del partito Libertà e giustizia nei quartieri di Moqattam e Manial. Mentre nel palazzo presidenziale di Heliopolis, Mohammed Morsy ha incontrato prima il maresciallo Hussein Tantawi e poi i familiari dei martiri della rivoluzione. Aveva fatto visita al neo-presidente anche la guida ad interim della chiesa copta egiziana, Pakhmious. “I fratelli musulmani vogliono imporre un vicepresidente copto che già faccia parte di Libertà e giustizia” – ha denunciato Bishoy, militante del partito degli egiziani liberi guidato da Naguib Sawiris. “Non vogliono aprire un dibattito nella comunità copta per una personalità realmente rappresentativa” – ha concluso il giovane. L’attivista fa riferimento alle voci circa la nomina di due vicepresidenti: un copto e una donna. Secondo la stampa indipendente, per questa carica, tra i copti i due nomi più accreditati sono Amin Iskander, del partito al-Karama (dignità) e il cardiologo Magdi Yakoub. I nodi principali riguardano anche il nuovo governo che nascerà subito dopo il giuramento di Morsy. Lo stesso Mohammed el-Baradei, premio Nobel per la pace, ha negato le voci secondo le quali sarà nominato primo ministro. “Non c’è accordo sui tecnici che dovrebbero far parte del governo né sui tre ministeri che andrebbero alla fratellanza” - ha dichiarato Shukry Fouad, cofondatore del partito per la Costituzione vicino a el-Baradei. Secondo il quotidiano al-Ahram, i ministeri chiave: giustizia, esteri e difesa rimarrebbero di nomina del Consiglio supremo delle forze armate. Non solo, nessun cambiamento ci sarebbe in via Sheikh Riham. Il ministro degli interni, Mohammed Ibrahim, sarebbe confermato anche nel nuovo esecutivo. A questo punto, crescono le quotazioni per coprire la carica di capo del governo di Ziyad Bahaeddin del Partito social-democratico e di Hazem el-Beblawi, ex ministro delle finanze. D’altra parte, il tribunale amministrativo del Cairo ha abrogato la legge sui poteri speciali a polizia militare e Sicurezza di stato. Il ricorso contro la norma era stato presentato dall’avvocato Hossam Bagat e dal candidato socialista Khaled Ali. “E’ un’ottima notizia, ma dobbiamo continuare ad essere vigili” – ha dichiarato al manifesto l’attivista Wael Abbas. “Dopo lo scioglimento del Parlamento, è l’esercito ad avere il potere legislativo quindi ci aspettiamo nuovi blitz del genere” – ha concluso il blogger. Dal canto suo, il candidato sconfitto alle presidenziali, Ahmed Shafiq risulta indagato per casi di corruzione negli anni in cui era direttore delle Linee Aeree egiziane. Nella giornata di martedì si erano diffuse voci su una sua improvvisa partenza verso Abu Dhabi. Ieri il suo entourage ha fatto sapere che si tratta di un pellegrinaggio a La Mecca, mentre l’ultimo primo ministro di Mubarak sarebbe pronto a fondare un nuovo partito in vista delle prossime elezioni parlamentari. In un clima di maggior distensione e di acceso dibattito politico, vengono rimosse finalmente le transenne intorno alle ambasciate di Stati uniti e Gran Bretagna nel quartiere di Garden City, ma rimangono in piedi le mura che difendono i palazzi del potere. 

Il Manifesto
Internazionale, pag.9
giovedì 28 giugno 2012

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