sabato 23 giugno 2012

Mubarak in fin di vita, Cairo blindata, prove di dialogo tra Fratelli musulmani e rivoluzionari




EGITTO · Morsy o Shafiq? Il verdetto ufficiale è atteso per oggi. Alta tensione nelle strade


Un giorno da nuovo presidente
Ancora voci sulla morte di Mubarak, mentre la Camera resta chiusa. E i Fratelli musulmani aprono al dialogo con i rivoluzionari




Giuseppe Acconcia 
IL CAIRO




C’è alta tensione al Cairo in vista dei risultati delle presidenziali. Mezzi blindati si dirigono verso il centro. Mentre i militari convocano d’urgenza il Consiglio Nazionale di Difesa. Per tutto il giorno, all’ospedale militare di Maadi è continuato il via vai dei sostenitori di Hosni Mubarak, colpito da ictus nella notte di martedì. Anche l’ex primo ministro Ahmed Shafiq ha fatto visita all’ex presidente, trasferito dal carcere di Tora, dove sconta l’ergastolo per aver ordinato di sparare contro i manifestanti. Le notizie sulle sue condizioni sono incerte, secondo la stampa indipendente, sarebbe in coma, ma respirerebbe autonomamente. In piazza Tahrir nessuno ha creduto alle voci della morte di Mubarak. “Solo ai funerali, crederemo alla sua morte” – ha commentato sarcastico Anuar. Per tutta la notte di martedì erano continuati i festeggiamenti per la vittoria di Mohammed Morsy. I Fratelli musulmani avevano chiamato alla mobilitazione notturna insieme al movimento 6 aprile. Si avvia così il dialogo tra islamisti e forze rivoluzionarie per un fronte comune in vista della formazione del nuovo governo. “E’ arrivato il momento che i Fratelli musulmani parlino con liberali e socialisti prima che nasca il nuovo governo” – ha dichiarato al manifesto Khaled Telima, deputato socialista. “I movimenti che hanno fatto la rivoluzione non possono continuare ad essere divisi in un contesto di confronto così aspro” – ha concluso. Accolto tra gli applausi è arrivato nel cuore della notte il candidato salafita, escluso al primo turno, Abu Ismail, che ha incitato la folla a riprendersi il parlamento. Ma i cancelli della Camera rimangono chiusi anche oggi. Uno dopo l’altro, i deputati tentano di entrare, ma gli accessi sono bloccati da centinaia di poliziotti che spostano le transenne per lasciare entrare solo i residenti. I palazzi del potere sono di nuovo irraggiungibili. “Morsy ha vinto, ma il regime non vuole ammetterlo” – ha dichiarato al manifesto Mamdou Ismail, parlamentare della fratellanza musulmana, che ha chiesto alla polizia di aprire le porte della Camera egiziana. “Non è possibile che debba essere l’esercito a scrivere la prossima Costituzione” – ha continuato Ismail. Con al collo la foto di Mohammed Morsy e in alto una lunghissima bandiera egiziana, i fratelli hanno sfilato tra carretti di venditori di succhi di frutta fresca e kosheri (pasta con ceci e cipolle) che hanno raggiunto la piazza per l’occasione. “Siamo qui perchè il nuovo presidente Mohammed Morsy deve avere autorità e potere” – ha detto Mirwat, seduta a sorseggiare un succo di asab (canna da zucchero) ai lati dell’aiuola centrale della piazza. “Se a vincere fosse stato Shafiq non avrebbero approvato degli articoli che limitano i poteri del presidente” – ha concluso. La dichiarazione costituzionale, annunciata dall’esercito lo scorso lunedì, ha di fatto subordinato le decisioni del nuovo presidente della Repubblica egiziana al Consiglio supremo delle Forze armate. E a chi ricorda che per cantare vittoria è ancora troppo presto, la risposta è una sola: “Morsy è il nostro presidente, eletto con oltre 13 milioni di voti”. “Il 52 per cento degli egiziani ha scelto Morsy, abbiamo i documenti ufficiali con i voti governatorato per governatorato” – ha confermato al manifesto Yasser Ali, portavoce dei Fratelli musulmani. Ma la stessa scena si è ripetuta dall’altro lato della città nel quartier generale di Ahmed Shafiq in piazza Vini a Dokki. Anche la campagna di Shafiq ha dichiarato la vittoria con il 51,5 per cento dei voti. E lo scontro diventa canzone. Anche la musica pop, stile Ahmed Adaweya, si mobilita. Il cantante Shaaban Abdel Rahim ha scritto versi a sostegno del candidato della fratellanza, mentre suo figlio Hossam ha composto una canzone che è sulla bocca di tutti a favore di Shafiq. D’altra parte, Jason Carter, del Carter Center, ha reso noti i risultati dell’operato dei 90 osservatori dell’ong. “Non abbiamo notato irregolarità sistematiche nelle operazioni di voto” – ha dichiarato al manifesto Jason. “Ma abbiamo operato in un clima di sospetto e intimidazione, non ci lasciavano rimanere nei seggi per oltre mezz’ora” – ha continuato Senna. Gli osservatori non hanno avuto accesso alle liste elettorali prima del voto. “Non abbiamo potuto osservare l’intera procedura elettorale. Non ci hanno permesso di assistere all’aggregazione dei voti locali a livello nazionale” – ha denunciato Senna. Questa lunga attesa per conoscere i risultati, che saranno disponibili giovedì, fa crescere i dubbi su frodi dell’ultima ora. D’altro canto, gli attivisti di movimenti politici liberali e socialisti fanno i conti con l’assenza di rappresentazione politica. Hamdin Sabbahi, il nasserista arrivato terzo al primo turno, in un’intervista al Masry al-Youm ha assicurato che dopo la stesura della nuova costituzione si andrà a nuove elezioni presidenziali. E, in vista delle parlamentari, Sabbahi è pronto a formare un blocco politico con Mohammed el-Baradei. Mentre piazza Tahrir si svuota, continuano a danzare fino all’alba migliaia di sufi intorno alla moschea di Sayeda Zeinab per il grande moulid (compleanno) che si tiene ogni anno. L’Egitto vive giorni di vera confusione. Sono in corso grandi manovre per timore di reazioni violente da entrambe le parti all’annuncio dei risultati. Ma quale potrebbe essere la reazione dei Fratelli musulmani se venisse annunciata la vittoria di Shafiq?

Il Manifesto
Internazionale, pag.8
giovedì 21 giugno 2012


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