sabato 16 marzo 2013

«Difenderemo Morsi a qualsiasi costo». Ma la protesta continua


INTERNAZIONALE

FRATELLI MUSULMANI · No al rinvio del referendum costituzionale

«Difenderemo Morsi a qualsiasi costo». Ma la protesta continua

Giuseppe Acconcia
IL CAIRO

«Difenderemo la legittimità del regime eletto dal popolo», ha tuonato il leader carismatico dei Fratelli musulmani, Khairat el-Shater in una conferenza stampa ieri al Cairo. L’ideologo della Fratellanza ha parlato di «complotto» e «sabotaggio» in riferimento alla richiesta di rinvio del referendum costituzionale del prossimo 15 dicembre. Ma ieri, tutti i vertici del movimento islamista hanno difeso il lavoro del presidente egiziano Morsi. Dopo l’attacco alla sede di Libertà e giustizia, partito della Fratellanza, nel quartiere residenziale del Cairo, Moqattam, è intervenuta anche la Guida suprema del movimento, Mohammed Badie. «Difenderemo l'Egitto, la sua rivoluzione e la sua costituzione qualsiasi sia il sacrificio», ha detto Badie, richiamando poi le forze politiche al dialogo e al compromesso. «Chiamiamo alla riconciliazione e al dialogo. Quello che succede è concorrenza politica, e questo richiede il ricorso alle urne, ma la competizione non è uccidere, essere ingiusto o rovesciare la verità», ha spiegato Badie. 
In realtà, il tentativo di mediazione promosso da Morsi nel discorso televisivo dello scorso giovedì non ha avuto seguito. Nessun leader del Fronte di salvezza nazionale, dall’ex segretario generale della Lega araba, Amr Moussa, al socialista Hamdin Sabbahi  si sono presentati all’incontro. Soltanto Ayman Nour, politico liberale del partito al-Ghad ha fatto ingresso nel palazzo presidenziale. «Non basta il rinvio del referendum. Morsi deve cancellare la dichiarazione costituzionale se vuole che lasciamo la strada», ci ha raccontato Moataz, accampato nelle tende comparse ieri notte di fronte al palazzo di Heliopolis. «Continueremo le nostre marce ogni martedì e giovedì finchè non fermeremo Morsi», ha proseguito l’attivista, esponente del movimento liberale di el-Baradei. Alle sue spalle si vedevano nuovi graffiti che rappresentano i volti dell’ex presidente Mubarak, del colonnello Tantawi, ex leader della giunta militare, affiancati al volto di Morsi.

Incassato il nuovo decreto presidenziale, le forze armate egiziane hanno richiamato I partiti politici al dialogo. Infine, la corte penale del Cairo ha deciso ieri di non congelare i beni dell'ultimo primo ministro, nominato da Hosni Mubarak e sconfitto alle elezioni presidenziali da Morsi. Ahmed Shafiq è accusato di corruzione e concussione. Tra manovre di palazzo, violenza di piazza e tentativi di distensione, istituzioni, forze politiche e autorità militari sono in completo corto circuito.


Il Manifesto
Internazionale, pag. 6
domenica, 8 dicembre 2012


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