martedì 20 novembre 2012

Gli islamisti e le fabbriche sotto controllo


EGITTO
Islamisti mettono anche le fabbriche sotto controllo

Giuseppe Acconcia 

Gli scioperi continuano in Egitto. E il ministro del lavoro e dell’immigrazione, Khaled al-Azhary, mette sotto controllo le proteste. Il ministero istituisce un osservatorio nazionale sugli scioperi, responsabile di stabilire le ragioni delle proteste e il numero dei partecipanti sul totale degli operai della fabbrica interessata. «È il tentativo dimettere sotto controllo per legge i lavoratori egiziani» - ha dichiarato al manifesto Ramy Sabry del partito comunista dei lavoratori. «I Fratelli musulmani temono più di ogni altra cosa il movimento operaio perchè mette in discussione la loro base popolare» - ha aggiunto l’attivista. 
L’osservatorio ha già monitorato scioperi in dieci città egiziane: tra cui Cairo, Alessandria, Monufiya, Damietta, Port Said e Qena. E secondo il ministro al-Azhary, l’iniziativa favorirebbe una forma di concertazione per la soluzione pacifica delle controversie sul lavoro. Gli ultimi grandi scioperi delle ceramiche Cleopatra a Suez, delle industrie del Cemento di Tora, delle miniere d’oro di Sukkari a Marsa Alam e delle fabbriche tessili di Mahalla al-Kubra erano iniziati la scorsa primavera e sono proseguiti fino al mese di luglio. Le richieste dei lavoratori vanno da contratti regolari, migliori trattamenti salariali e la partecipazione dei lavoratori ai profitti aziendali. In particolare, i lavoratori delle ceramiche Cleopatra hanno messo in atto un prolungato sit-in di protesta contro la chiusura della fabbrica. Mentre i lavoratori delle miniere di Sukkari hanno bloccato le strade intorno Marsa Alam contro il licenziamento arbitrario di 29 lavoratori. Il provvedimento del ministero del lavoro viene a pochi giorni dalla formazione del comitato interministeriale, annunciato dal ministero dell’industria e del commercio, Hatem Saleh, per la risoluzione dei conflitti tra operai e datori di lavoro. 
D’altra parte, prosegue il giro di vite tra i vertici militari egiziani. Dopo il forzato pensionamento del maresciallo Hussein Tantawi, il ministro della difesa, Abdel Fattah al-Sisi, hamandato in pensione altri tre generali. Dal canto suo, il presidente Mohammed Morsy ha annunciato i nomi dei nuovi vertici delle forze armate: il generale maggiore Abdel Moneim Ibrahim è il capo della difesa aerea, l’ammiraglio Osama al-Gendy è il comandante della marina militare e il generale Younes Hamed è il comandante delle forze aeree. 
«È così mirato il cambiamento ai vertici dell’esercito egiziano che abbiamo il sentore che i Fratelli musulmani tentino di epurare il personale militare vicino al regime di Mubarak in favore dei generali legati a doppio filo a Libertà e giustizia (partito islamista emanazione della Fratellanza, ndr)» - ci ha detto l’attivista Wael Abbas. Tuttavia, l’avvocato egiziano Mohamed Salem ha presentato un esposto contro la decisione del presidente Morsi di annullare la dichiarazione costituzionale complementare. «Dopo la cancellazione della dichiarazione costituzionale aggiuntiva, potere legislativo ed esecutivo sono nelle stesse mani: quelle del presidente Morsy. Anche se durerà per pochi mesi, sono i prodromi di una nuova dittatura» - ha concluso Abbas.



Il Manifesto
Internazionale, pag.6
sabato 18 agosto 2012

Nessun commento:

Posta un commento