martedì 9 aprile 2013

Islamisti in piazza per Morsi, il Paese è spaccato in due


INTERNAZIONALE


Egitto /SI AVVICINA IL REFERENDUM SULLA COSTITUZIONE

Islamisti in piazza per Morsi, il Paese è spaccato in due

Giuseppe Acconcia
I bus organizzati dalla Fratellanza costeggiavano il grande zoo di Giza. Si raccolgono qui ogni pomeriggio famiglie e bambini per passare la loro giornata tra gabbie di leoni ed elefanti. Nel pomeriggio di ieri c’erano invece solo Fratelli musulmani e salafiti che hanno scelto i cancelli dell’Università del Cairo per esprimere il loro sostegno incondizionato al decreto Morsi. Dallo zoo all’Università, dove Barack Obama tenne il suo discorso al mondo arabo nel 2009, ci sono solo pochi passi. Per quelle strade, ieri pomeriggio, sedevano donne velate della Fratellanza, mentre dei signori con il segno della continua preghiera sulla fronte urlavano a squarcia gola: «Sharia» (legge islamica, ndr), «Il popolo vuole la decisione del presidente», «Non c’è altro dio che Allah», «Tahrir non è di tutti gli egiziani, è solo una goccia nel mare». Col passare delle ore, i cortei hanno continuato a confluire a Giza per le strade che il 30 giugno scorso sono state attraversate dagli islamisti per festeggiare il primo discorso di Morsi come presidente. Uno è arrivato dalla moschea Mustafa Mahmoud di Mohandessin, il secondo proveniva dalla moschea Amr Ibn El-Aas dell’antico quartiere di Helmeya, il terzo dalla moschea Istiqama di Giza. «È un uomo intelligente, non ha mai sbagliato fino ad ora. Ha rimborsato le famiglie dei martiri e ha preso queste decisioni per spingere il paese in avanti», ha detto Sarah, attivista pro-Morsi. «Il corano è la nostra costituzione»: si leggeva sui cartelli innalzati da altri manifestanti, che irridevano, Abdel Meguid Mahmoud, il procuratore generale cacciato col decreto presidenziale. A loro si sono uniti degli shaykh in corteo dalla moschea di Al-Azhar dal centro del Cairo. «Al Azhar sostiene la decisione del presidente». Ma, a guastare la festa, un albero si è abbattuto sui manifestanti uccidendo un uomo e 24 persone. Mentre alla metro Dokki, nel centro moderno della città, decine di passeggeri salivano sui vagoni gridando l’«Islam è la soluzione» e brandendo bandiere saudite. Manifestazioni ci sono state ieri anche ad Alessandria, Suez e Assiut, nel sud del paese. Nel centro di Alessandria, sono scoppiati tafferugli tra sostenitori e oppositori del presidente Morsi. Ma nel pomeriggio di sabato, la polizia antisommossa è stata schierata per dividere i due gruppi. 
Mentre di sera, Morsi, leader dei Fratelli musulmani, ha ricevuto la bozza definitiva della nuova costituzione approvata all’alba di venerdì dall'Assemblea costituente. Nelle prossime ore sarà stabilito il giorno in cui si terrà il referendum consultivo che sancirà l’approvazione finale del testo. Ma restano numerosi punti controversi: i privilegi dell’esercito, l’applicazione della legge islamica nel diritto civile e di famiglia, i poteri del presidente. Non solo la Corte suprema deve ancora esprimersi sulla costituzionalità della legge elettorale e del decreto presidenziale nonché sulla validità dell’Assemblea costituente. Nel giugno scorso una sentenza dell’Alta corte capovolse il risultato elettorale, sancendo lo scioglimento del parlamento. D’altra parte, laici, socialisti e movimenti di opposizione hanno proseguito l’occupazione di piazza Tahrir contro il decreto che ha reso Morsi, secondo loro, «un nuovo faraone». Alcuni attivisti hanno minacciato di organizzare cortei verso il palazzo presidenziale di Heliopolis se Morsi non ritirerà il decreto. In realtà, una celere approvazione della costituzione, avvicinerebbe le elezioni parlamentari favorendo una più equilibrata divisione dei poteri tra presidente e Assemblea parlamentare eletta. Insieme ai gruppi di opposizione c’era ieri, anche Samir Morcos, l’intellettuale copto che ha lasciato la vice presidenza per unirsi al movimento di Amr Moussa e Mohammed el-Baradei. Ma le due piazze (Tahrir e l’Università del Cairo) individuano un paese diviso e in crisi.


Il Manifesto
Internazionale, pag. 6
domenica 2 dicembre 2012
http://www.ilmanifesto.it

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