INTERNAZIONALE
Reportage • Un venerdì nelle moschee salafite di Alessandria e tra gli attivisti laici, contrari alla Costituzione che vorrebbe Morsi. Alla vigilia di un referendum al quale il paese arriva spaccato in due
DA OGGI IL VOTO
Urne aperte per il quesito, i brogli sono dietro l’angolo
Oggi si vota al Cairo, Alessandria e in 27
province egiziane per il referendum costituzionale. Nelle altre province
egiziane le urne si apriranno il 22 dicembre. Dure accuse sono state mosse dalle opposizione per possibili
brogli in riferimento a due giorni non consecutivi di voto. Mentre il Centro
Carter si è rifiutato di supervisionare il voto con la giustificazione di non aver
avuto abbastanza tempo per organizzare il monitoraggio. Tuttavia,
il ministero dell'interno egiziano ha fatto sapere che adotterà «tutte le
misure necessarie» per evitare il «sabotaggio» del referendum. Non solo ha
negato che ci siano stati brogli nel voto degli egiziani all’estero.
I gruppi di opposizione egiziana si sono dati
appuntamento ieri in piazza Tahrir e intorno al palazzo presidenziale di
Ittihadeia. Dal canto suo, Morsi ha definito le opposizioni
«controrivoluzionarie». Mentre i leader del movimento islamista hanno negato di
aver bloccato il tentativo di dialogo promosso dalle Forze armate. Nei giorni
scorsi il ministro della difesa el-Sisi aveva invitato le opposizioni a
discutere, ma l’incontro era stato cancellato in fretta e furia. Infine,
politici di Libertà e giustizia hanno accusato le opposizioni di aver causato
la morte del giornalista Hussein Abu Deif negli scontri contro il decreto
voluto da Morsi.
Il Manifesto
Internazionale, pag. 6
sabato 15 dicembre 2012
http://www.ilmanifesto.it
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