lunedì 11 aprile 2011

Human Rights Watch: i diritti umani violati

Gli studenti dell’Università del Cairo occupano la Facoltà di Scienze delle Comunicazioni dalla fine di febbraio. I giovani trascorrono qui la notte. Chiedono la rimozione del rettore, Hossam Kamel, vicino a Mubarak. “Ci hanno colpiti con bastoni elettrici e molti nostri amici sono finiti in ospedale”, dice Basma all’ingresso del Rettorato. Sulla violazione dei diritti umani dalla notte tra il 28 e il 29 gennaio ad oggi, Fatma Heba Morayef, responsabile di ricerca per l’Egitto dell’Human Rights Watch, non ha dubbi: “sono state usate delle pratiche del tutto arbitrarie. Il museo egizio e i sotterranei di antichi palazzi abbandonati del Cairo sono diventati luoghi di detenzione e tortura”. Quanti sono i morti degli scontri di piazza in Egitto? “Secondo il Fronte per la difesa dei manifestanti, ci sono stati almeno 860 morti fino all’11 febbraio. Ma il numero potrebbe aumentare. I primi episodi risalgono, alla notte del 28 gennaio, la polizia si era dissolta ma non era del tutto scomparsa. È molto probabile che siano loro ad aver causato decine di morti nei pressi del Ministero degli interni. Lo stesso giorno sono state arrestate più di mille persone, molte di loro non hanno potuto comunicare con i familiari per settimane. E tutto questo senza una strategia precisa del Ministero degli Interni.” Chi ha ordinato di sparare? “Sparare sulla folla, arrestare migliaia di persone senza capi di imputazione chiari non sono azioni senza precedenti. Non ci sono prove che le responsabilità siano da ricercare nell’esercito. Il 28 febbraio nella “battaglia dei cammelli” alle due del pomeriggio è iniziato un intenso lancio di lacrimogeni. Le decine di morti al Cairo come ad Alessandria sono da attribuire ad un uso eccessivo della forza da parte della polizia militare. E all’aumento di criminalità conseguente all’apparizione dei baltaghi, pagati dal Pnd, e dei detenuti evasi.” Gli atti di violenza sono proseguiti il 9 marzo con lo sgombero di piazza Tahrir e negli attacchi alla sicurezza di stato. “Agli incendi di piazza Lazogli sono seguiti arresti e torture. Ad Alessandria, gli attacchi alla sicurezza di stato hanno causato almeno dieci vittime. Tra gli atti del tutto arbitrari, segnalo il test della verginità che hanno subito alcune donne tra i 190 arrestati nello sgombero del 9 marzo di piazza Tahrir. Portate alle spalle del museo egizio, sono state colpite con scariche elettriche. Una volta in carcere, le hanno accusate di prostituzione. Un uomo in uniforme ha proceduto ad effettuare il test senza alcuna approvazione da parte del giudice ordinario”. Dopo la repressione delle manifestazioni di ieri, le responsabilità nell’uso della forza sono ancora più difficili da rintracciare. Ma il cerchio si stringe intorno all’esercito. Resta in prigione Gamal Eid, blogger accusato di aver attaccato l’esercito. Infine, secondo l’agenzia di stato MENA, nonostante l’Egitto sia conosciuto per bassi tassi di criminalità, dalla fine di gennaio si è registrato un aumento esponenziale nei tassi di assassini, furti e violenze. 

Il Manifesto
10/04/2011
Giuseppe Acconcia

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