EGITTO
Referendum • Oggi sono chiamati ad esprimersi sulla Carta costituzionale voluta dai Fratelli musulmani gli elettori di 18 governatorati. Islamisti di nuovo in piazza, in un clima di alta tensione
Le ragione del «Sì» / Parla Mahmoud al-Barra
Salario minimo e altre promesse
«Così il presidente vi stupirà»
Per il leader di Libertà e giustizia nel Delta del Nilo, la vita degli egiziani sarà migliore
Giuseppe Acconcia
IL CAIRO
I
politici di Libertà e giustizia hanno delle biografie molto complesse e per la
metà degli egiziani sono dei veri eroi. Alcuni hanno passato tutta la loro vita
in prigione, altri sono stati costretti all’esilio, molti hanno svolto attività
politica clandestina e non hanno potuto realizzare tante delle loro
aspirazioni. Tra loro Mahmoud al-Barra. Abbiamo incontrato il politico
islamista nella sede di Libertà e giustizia nel centro della città operaia di
Mahalla al-Kubra.
Al-Barra
ci accoglie con cordialità. È stato coinvolto nell’inchiesta che negli anni
novanta ha portato all’arresto di decine di islamisti, era accusato di far
parte dell’Organizzazione internazionale dei Fratelli musulmani, un organismo
che unisce gli islamisti di Siria, Giordania, Libia, ha uffici in Palestina e
negli Emirati. «Questa costituzione garantisce le libertà di operai e contadini
perché estenderà i diritti a servizi sanitari e pensioni per molti di loro»,
inizia al-Barra. Ma una delle critiche principali a questo testo riguarda
l’ambiguità e la vaghezza di molti articoli. «Ogni Costituzione deve essere una
dichiarazione di intenti che poi la legge deve definire. A scrivere questa Carta
hanno partecipato tutti, se poi le opposizioni hanno abbandonato l’Assemblea
all’ultimo momento lo hanno fatto per un calcolo politico», prosegue al-Barra.
Il politico critica duramente il Fronte nazionale di salvezza. «Hanno interesse
a discreditare il presidente Morsi, ad opporsi pregiudizialmente a tutte le sue
decisioni. Mentre noi Fratelli musulmani fatichiamo a selezionare la nostra
classe dirigente per incentivare i migliori, le opposizioni sono un cartello
elettorale senza alcun radicamento sul territorio». Tuttavia, è inequivocabile
che al primo turno del referendum Libertà e giustizia non abbia brillato.
«Questo è per la campagna mediatica avviata contro Morsi. In realtà con questa
Costituzione si fa un grande passo avanti. La più importante conquista è l’articolo
232 che impedisce ai politici del Partito nazionale democratico (dell’ex
presidente Hosni Mubarak, ndr) di
prendere parte alla vita politica di questo paese. Perciò ci sono stati tanti
“no”: sono le voci di coloro che vorrebbero il ritorno al passato», assicura
al-Barra. Ma i limiti principali di questo testo riguardano l’assenza di
diritti sociali. «La prima legge che varerà il nuovo Parlamento riguarderà il
salario minimo e massimo. In questo modo si supera il tema degli stipendi legati
alla produzione. A prescindere dai livelli produttivi, nessun egiziano potrà
percepire un salario inferiore al minimo stabilito per legge. Inoltre, ci
batteremo perché i contadini siano rappresentati all’80% nei sindacati di
categoria e gli operai al 50%. Non solo, vedrete come Morsi, appena i “sì”
vinceranno, prenderà delle decisioni estremamente popolari che miglioreranno la
vita di tutti gli egiziani», conclude il politico.
Alla
fine della conversazione, al-Barra propone un lavoro al nostro accompagnatore
egiziano. Le rivolte del 2011 stanno riproducendo con altri schemi i vecchi
vizi di questo paese: clientelismo, familismo e assistenzialismo come sistema
di delega per governare.
Il Manifesto
Egitto, pag. 9
sabato 22 dicembre 2012
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