Gli ambientalisti danno battaglia per bloccare la mega speculazione in pieno centro
Riparte la mobilitazione per difendere 1'ex caserma Macrico dalle speculazioni. Per i prossimi giorni il Comitato Macrico Verde ha organizzato iniziative per sollevare ancora 1'attenzione sull'immensa area nel centro di Caserta. Il 30 aprile prossimo attivisti e cittadini tenteranno di disegnare murales su una piccola parte delle infinite mura di recinzione. I1 21 maggio chiederanno simbolicamente di aprire le porte della strutture. «Si tenta una mobilitazione continua per opporsi ad atti di prepotenza diffusa, che bloccano ogni iniziativa per una Caserta diversa» racconta Fabio Basile del centro sociale ex Canapificio. Le controversie tra associazioni e istituzioni per la destinazione dell'area vanno avanti da anni.
Lo scorso marzo è stato firmato un protocollo d'intesa tra provincia di Caserta, facoltà di Scienze naturali della Seconda Università di Napoli e Corpo forestale per la realizzazione di un Orto botanico nel casertano. È un primo passo ancora aleatorio per la destinazione della vecchia area militare. Infatti, non si fa cenno all’ex Macrico. Lo scopo indiretto è di spingere il Comune a collocare proprio in quell’area l'orto botanico. Dietro il muro del Macrico si nascondono interessi economici e politici per una delle aree potenzialmente edificabili più grandi della Campania. Un luogo surreale: 324.500 mq in pieno centro, nei pressi della Reggia di Caserta al termine di corso Trieste. Sconosciuto ai casertani.
Ricoperto di sterpaglie e radici ingovernate, si notano piccole costruzioni militari in muratura, alcune in metallo e lamiera. Un quarto dell'area è attualmente edificata. Addirittura, quando la Macrico era ancora un’area militare, vari costruttori raccoglievano quote per realizzare cooperative. La proprietà dell'area è ora nelle mani dell'Istituto Diocesano per il Sostentamento del Clero. Purtroppo, il Comune non ha mai preso in considerazione serie rivendicazioni demaniali. Nonostante il vescovo Nogaro abbia nel 2000 sostenuto e di fatto aperto e iniziative del comitato Macrico Verde, la Curia intende ottenere il maggior profitto possibile dalla vendita dell'area. Si parla di almeno 40 milioni di euro più alcuni edifici riservati.
Qui entrano in gioco interessi politici. Il Piano regolatore del 1987 destina le ex aree militari a zone pubbliche. Pertanto 1'ex Macrico sarebbe un luogo non edificabile. Si ridimensionerebbe il suo valore a circa 10/12 milioni di euro. Il Comune durante la consiliatura Falco ha, invece, appoggiato iniziative per 1'edificabilità dell'area. Una miniera per tutte le imprese edili del casertano e per chi le sostiene. Tra i progetti presentati ha ricevuto il maggior credito lo studio dell'architetto Stefano Boeri, sostenuto anche dai maggiori partiti di centro sinistra. Questo lavoro prevede la destinazione a parco pubblico di parte dell'ex Macrico e la costruzione di un museo, di un albergo, del nuovo Municipio, di parcheggi, di un asse viario sotterraneo, di varie attrezzature e abitazioni. Utilizzando capitali misti e coinvolgendo le imprese edilizie della provincia.
«Sulla carta il progetto Boeri - sostiene Maria Caiola, eletta nel 2002 nel consiglio comunale di Caserta per la lista civica Macrico Verde - prevede la destinazione dell'80% dell'area a verde pubblico. In realtà si fa riferimento a edifici di sette piani e a costruzioni di dubbia destinazione. Pilastri fino al terzo piano. Una sorta di base per ulteriori costruzioni». II sospetto che si tratti di un'operazione speculativa è innegabile. Un esempio viene dalla zona sud orientale di Caserta. Per 1'ex vetreria Saint Gabain si prevedeva, infatti, un progetto simile. In questo momento la realizzazione vede impegnate imprese di edilizia privata in direzioni divergenti rispetto alle iniziative presentate. Le organizzazioni no-profit, Legambiente, Italia Nostra e tutte le associazioni che hanno formato nel 2001 il Comitato Macrico Verde sostengono, invece, la destinazione dell'intera area a parco urbano. Appoggiate da Verdi e Rifondazione Comunista.
Con l'intervento dell'Università di Napoli si pensa di dedicare 100mila mq per il già citato orto botanico. Di mantenere la struttura attuale dell'area con boschi e giardini per una delle province meno verdi d'Italia. Di prevedere il recupero degli edifici in muratura per servizi sociali e culturali. I lavori non sarebbero costosi ne lunghi visto lo stato dei luoghi. A questo scopo è stata proposta nel 2005 l 'iniziativa simbolica di acquistare il terreno. Ogni cittadino avrebbe sostenuto il progetto donando 50 euro per mq. «Sono venuti a mancare i contributi di Italia Nostra - sostiene Sergio Tanzarella, presidente del Comitato Macrico Verde -. Inoltre, non sono arrivati fondi comunitari come invece avevano promesso alcuni europarlamentari dei Verdi. Infine, il presidente Bassolino, sebbene si sia impegnato per il parco, non ha agito di conseguenza». Nel contesto casertano, anche un solo mattone apre il varco ad interventi successivi, «si parla gia del coinvolgimento di Cristiana Coppola - prosegue -, presidente degli industriali campani, per la costruzione di un esteso campo da golf». La vicenda chiarisce l'importanza della mobilitazione contro conflitti di interesse che bloccano ogni progetto di crescita. Questo rafforza il principio di autodeterminazione dal basso per influire nelle decisioni su importanti interventi urbanistici.
Il caso del quartiere Isola nel centro di Milano ne è un esempio. La «città della moda» sarà probabilmente realizzata deturpando una potenziale area verde. Tuttavia, i progetti hanno dovuto tenere conto delle richieste della Stecca degli artigiani, centro sociale molto attivo in città, e di tutti i movimenti di opposizione al progetto. A Caserta potrebbe avvenire lo stesso. Anche se interessi di costruttori e di gruppi camorristici dovessero prevalere, si dovrà tenere conto dello sforzo di movimenti e cittadini per una città più vivibile.
Giuseppe Acconcia
venerdì, 28 aprile 2006
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