LA MOSTRA EGIZIANA · Da Pixelated revolution a La fine del tempo
Gli artisti arabi conquistano Kassel Al Cairo soffia un vento indipendente
Giuseppe Acconcia
In «Pixelated revolution», Rabih Mrouè
documenta la morte
dei ribelli siriani. L’artista libanese
ha raccolto immagini postate
su Youtube di uomini che
hanno filmato con il cellulare la loro
morte. Si vedono le sfide tra soldati
armati e una telecamera.
Obiettivo dell’esercito siriano è il
video prima dell’uomo.
L'installazione ha la forma
di una lezione, Mrouè
spiega come semplici immagini
dai cellulari, raccolte
da gente comune
nelle rivolte siriane, possano
essere usate senza manipolazioni,
sullo stile del
gruppo danese «Dogme
95», fondato da Lars von Trier e
Thomas Vintenberg. Questa è una
delle installazioni di artisti del Medio
oriente alla Documenta, che si
tiene ogni cinque anni a Kassel in
Germania. Quest’anno la grandissima
esposizione, nata dal restauro
del Fridericianum, antico museo
della città sul fiume Fulda, andato
completamente distrutto dopo
i bombardamenti nella seconda
guerra mondiale, si è fatta in
tre, raggiungendo anche il Cairo,
Alessandria e Kabul.
In «ex libris», la fotografa palestinese
Emily Jacir si occupa di saccheggi,
distruzione e restituzione
di libri. Ha iniziato le sue ricerche
nella biblioteca Murhard di Kassel
sui volumi andati distrutti nei
bombardamenti del 1941. La biblioteca
nazionale ebraica di Gerusalemme
ovest ha raccolto quasi
trenta mila libri, trafugati dalle forze
armate israeliane durante la
guerra del 1948. Molti di questi libri,
che Jacir ha fotografato con il
suo cellulare, sono sopravvissuti a
più di un attacco ma non sono
mai stati restituiti ai palestinesi.
Ambizioso è il tentativo dell'artista
libanese, Walid Raad, in «Scratching
on things I could disavow:
a history of art in the Arab world».
Un muro in macerie raccoglie foto
e pezzi di giornale della storia del
Medio oriente talmente minuscoli
da essere difficilmente decifrabili.
L'artista individua cronache di
guerra che causano drammi profondi.
Nella mappa dell'artista del
movimento «Atlas», la sua esperienza
giovanile nella guerra civile
libanese gli permette di correre
sulla linea che divide prove concrete
e manipolazione/ricezione
dei dati. Sorte ben più tragica ha
colto Ahmed Bassiouny, video artista
egiziano, morto negli scontri
del gennaio 2011 in piazza Tahrir.
Le ultime immagini del giovane sono
proiettate su un piccolo computer
portatile del Fridericianum.
In contrasto con la gioia di quattro
amici che passeggiano per il
centro del Cairo con l'entusiasmo
dei giorni della «rivoluzione».
Nelle grandi sale dedicate ad artisti
arabi, il libanese, Akram Zaatari,
cofondatore della Fondazione
araba dell'immagine, lavora sulla
circolazione delle immagini di
conflitti e violenze in Medio oriente.
In «Time capsule», Zaatari descrive
la conservazione delle opere
d'arte. Con una critica sull'uso
degli archivi fotografici, l'artista riprende
il tentativo del museo nazionale
di Beirut di sigillare tutte
le sue opere durante la guerra civile
libanese. Ma di maggior interesse
è un suo video in 16 millimetri
«La fine del tempo» che
rappresenta due amanti
con tre attori. Gli uomini,
nel video in bianco e nero,
definiscono con efficacia
l'inetavibilità di un rifiuto.
La Documenta del Cairo
è ospitata dall'hotel
Viennoise nel centro della
città. Come a Kassel, si parla di
reazione all’assedio. L’evento è nato
da un'idea di 25 giovani artisti
egiziani di curare un'esposizione
indipendente. Il collettivo ha deciso
di non avere un tema comune
e di autofinanziare l'evento. La Documenta
è uno dei rari momenti
culturali senza finanziamenti pubblici
in Egitto. Nonostante la resistenza
creativa dei movimenti di
graffitari, teatranti e musicisti in
piazza Tahrir nel 2011, il sistema
di finanziamenti di progetti culturali,
ancora legati a doppio filo ai
controlli del ministero della cultura,
non è mutato in Egitto. In «Senza
veli», Ibrahim Saad proietta dei
documentari su statue nascoste:
dai soldati iracheni che coprono il
busto di Saddam Hussein ai tifosi
di calcio egiziani che hanno coperto
la statua dello scrittore Mohammed
Naguib dopo la vittoria d
ell'Egitto contro l'Algeria.
Il Manifesto
Internazionale, pag.6
mercoledì 22 agosto 2012